Da circa un mese cerchiamo di ottenere qualche informazione dal Dr. Antonio Salandra, una delle figure di riferimento delle realtà societarie che "sostengono" il progetto della centrale eolica nel mare antistante la Riviera di Rimini. Invano. Ma alcune informazioni sono ugualmente di dominio pubblico e cominciamo ad occuparcene.
Nei documenti ufficiali Energia Wind 2020 comincia la propria presentazione spiegando di essere una «società di scopo» e di avere alle spalle due «soci fondatori» che «hanno sviluppato e realizzato in venti anni di attività società con numerosi progetti nel mercato dell’energia rinnovabile e nel settore dei servizi energetici»: si tratta di «3R ENERGIA Srl, società per lo sviluppo progetti nel mercato dell’energia in vari paesi del mondo» e «FORTORE SpA, società per lo sviluppo, realizzazione e gestione di impianti eolici e fotovoltaici». Conoscere l’esperienza di 3R Energia e di Fortore, è o no un elemento di peso anche per trarre rassicurazioni circa la centrale eolica offshore che vorrebbero impiantare nel mare davanti alla spiaggia di Rimini, Riccione e Cattolica? A nostro parere sì. Se la società di scopo è una entità poco più che «sulla carta», inattiva per la Camera di Commercio, allora occorre trovare «garanzie» in chi ci sta dietro. Ma i diretti interessati non la pensano allo stesso modo.
Il progetto che ha praticamente quasi tutti contro, dalla Regione al Comune di Rimini, alle associazioni dei pescatori, Italia Nostra, Comitati come Basta plastica in mare e tanti altri, che valutano devastante l’impatto che la centrale eolica avrebbe sulla costa, poggia su due colonne: una società che ha in Riccardo Ducoli il suo amministratore unico, 3R Energia srl, capitale sociale 6 milioni 120mila euro, con sede a Breno in provincia di Brescia; e Fortore Energia: capitale sociale 20 milioni di euro, con sede legale a Roma e con socio di maggioranza Energia Futura srl, amministratore unico Antonio Salandra, sede legale a Lucera (Foggia).
Da circa un mese «inseguiamo» Antonio Salandra per avere risposta ad alcune domande sulle quali, riteniamo, chi si candida a realizzare un progetto gigantesco (per costi e impatti) come quello della centrale eolica offshore nel mare davanti alla costa di Rimini, dovrebbe mostrarsi trasparente come una goccia d’acqua.
In precedenza numerose domande le abbiamo poste al referente bresciano del progetto, Riccardo Ducoli, e ci ha sempre puntualmente risposto.
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Ma quando abbiamo cercato di «interrogare» il referente foggiano, Antonio Salandra, ha declinato l’invito. La motivazione viene spiegata dall’amministratore unico di Energia Wind 2020: «L’unica figura deputata a rispondere alle domande relative a Energia Wind 2020 e al progetto eolico offshore prospicente alla costa adriatica tra Rimini e Cattolica presentato alle Autorità Competenti è il Rappresentante Legale Riccardo Ducoli. La società risponde a domande legate unicamente al proprio operato». Che Energia Wind 2020 risponda del proprio operato è senza dubbio condivisibile. Ma perché non è possibile ottenere risposte anche da uno dei due soci fondatori?
Così motivavamo il 9 dicembre scorso la richiesta di intervista a Salandra: «Energia Wind 2020 è una società di scopo, inattiva ad oggi, con un capitale sociale di 10.000 euro. Chi c’è, quindi, dietro un progetto che ipotizza un miliardo di investimenti complessivi?, si domanda l’opinione pubblica di Rimini attraverso partiti politici, associazioni di categoria, organizzazioni ambientaliste ed altro». Fortore Energia «ha in Energia Futura col 60% delle azioni, il socio di riferimento (nella compagine societaria c’è anche 3R Energia col 10%, più altre due srl, ndr). Ecco dunque spiegata la ragione dell’interesse ad avere da Lei alcuni chiarimenti. Di seguito le domande».
Ma al posto di Antonio Salandra ci siamo visti recapitare, dopo alcuni solleciti e solo in minima parte, le risposte di Riccardo Ducoli. Che ha saltato a piedi pari la maggior parte delle domande come potrete leggere di seguito.
Sul tema della società di scopo, alla apparenza un po’ «debole» e anche inattiva, Riccardo Ducoli la mette così: «È normale che per questo tipo di attività si costituisca una società di scopo: man mano che si sviluppa il progetto il capitale viene alzato sia per far fronte ai costi da sostenere sia per dare le dovute garanzie ai Ministeri durante l’iter autorizzativo; è inoltre il veicolo preferito dai soggetti istituzionali per intervenire quando il progetto prende sostanza. Visto che il progetto presentato ha rilevanza nazionale e di pubblica utilità, per dare trasparenza all’operazione Energia Wind 2020 ha preliminarmente comunicato alla Prefettura di Rimini e alla Procura di Rimini tutti i dati, i fatti e le informazioni inerenti alla società, delle società che ne detengono le quote e via via a risalire agli ultimi possessori. Energia Wind 2020 sta seguendo in maniera rigorosa la Legge». E nessuno ne dubita.
Seconda domanda che era rivolta ad Antonio Salandra: «Lei è imprenditorialmente approdato in Romagna in anni lontani (circa 15 anni fa?), a nostra conoscenza con il Consorzio Romagna Energia, in una partnership con alcuni noti imprenditori romagnoli. Cosa la spinse ad investire in Romagna e a dar vita a quella società, quali i risultati conseguiti e perché più di recente avete deciso di acquisire la partecipazione di REN Romagna Energia (che deteneva il 50% del capitale sociale) in Holding Fortore Energia? Sul versante imprenditoriale quali attività avete attualmente in Romagna? E qual è la ragione che vi ha spinto ad acquisire partecipazioni in Fondazione Romagna Solidale e BCC Gatteo?»
Risposta (di Riccardo Ducoli): «La domanda non è attinente a Energia Wind 2020 e al progetto presentato».
Terza domanda rivolta ad Antonio Salandra: «A carico delle società proponenti il progetto della centrale eolica offshore di Rimini ci sono progetti analoghi già avviati e, se sì, dove si trovano?»
Risposta (di Riccardo Ducoli): «Stiamo facendo delle verifiche in altre zone, preferiamo non indicare quali zone al fine di mantenere il vantaggio competitivo nei confronti di potenziali competitors».
Quarta domanda rivolta ad Antonio Salandra: «Il bilancio 2019 di Fortore Energia evidenzia una forte sofferenza, che viene sostanzialmente motivata con l’emergenza epidemiologica: può spiegarci qual è l’effettiva solidità della società, se presenta problematiche che potrebbero anche metterne in discussione la prosecuzione?»
Risposta (di Riccardo Ducoli): «La domanda non è attinente a Energia Wind 2020 e al progetto presentato».
Quinta domanda rivolta ad Antonio Salandra: «Una vostra collegata, Maia Rigenera, è incappata in “pesanti” provvedimenti dell’autorità giudiziaria ed è sottoposta al controllo di un amministratore giudiziario. Avete poi un contenzioso in corso con l’obbligo di restituire gli incentivi percepiti dal 2013 al 2016, a quanto ammontano? Avete un contenzioso col Comune di Rocchetta Sant’Antonio relativo al recupero di somme derivanti da sentenze favorevoli a quella amministrazione comunale. Cosa può dirci al riguardo di queste controversie?»
Risposta (di Riccardo Ducoli): «La domanda non è attinente a Energia Wind 2020 e al progetto presentato».
Sesta domanda rivolta ad Antonio Salandra: «Qual è il suo punto di vista sulla centrale eolica che proponete di realizzare nel mare di Rimini? Quali benefici apporterebbe al territorio? Cosa risponde ai sindaci, alle categorie economiche e alle diverse associazioni che contestano l’eccessivo impatto del progetto sul turismo, sulla pesca, ecc.?»
Su questo punto la risposta (di Riccardo Ducoli) è molto dettagliata: «Un investimento così importante porterà valore a tutta l’economia locale. Da quando il progetto è stato pubblicato abbiamo avuto tantissimi contatti da parte di realtà imprenditoriali locali disponibili a dare il proprio contributo: studi professionali e di progettazione, ditte specializzate in attività a mare, operatori nella logistica complessa, impiantisti, e tanto altro, fino a realtà di supporto quali alberghi e ristorazione. Numerosissime sono state anche le candidature che abbiamo ricevuto di persone con specifiche competenze.
Tutte risorse di cui avremo bisogno se la nostra domanda verrà accolta.
L’opera coinvolgerà come indotto sia nella parte realizzativa sia nella parte di esercizio:
• Il settore professionale quali studi di ingegneria, architettura, geologia, paesaggistica, biologia, meteorologia, ecc.;
• La filiera produttiva del comparto offshore Romagnolo, che oggi come è risaputo vive un periodo di profonda crisi;
• La filiera di aziende locali legate all’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria di impianti tecnologici e di opere specialistiche;
• Il settore logistico quali aree portuali complesse (porto di Ravenna), aree portuali di supporto (porti di Rimini, Riccione, Misano, Cattolica), trasporto marittimo complesso, trasporto marittimo di supporto, noleggio macchinari specialistici e di supporto, trasporto a terra complesso e di supporto, ecc.;
• Il settore del monitoraggio e salvaguardia ambientale, importanti sinergie potranno nascere con il Centro Meteorologico Europeo che avrà sede a Bologna, con l’ARPAE e associazioni ambientali;
• Il settore dei servizi.
Una volta conclusa l’opera, per l’esercizio del parco eolico delle risorse umane saranno impiegate per le seguenti attività:
• Ufficio Tecnico di Ingegneria;
• Ufficio Tecnico Operativo;
• Ufficio Tecnico di Monitoraggio e Controllo a distanza (telegestione);
• Manutenzione ordinaria e straordinaria delle strutture sottomarine;
• Manutenzione ordinaria e straordinaria degli aerogeneratori;
• Manutenzione ordinaria e straordinaria delle sottostazioni elettriche a mare;
• Manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere relative ai cavidotti offshore e onshore;
• Manutenzione ordinaria e straordinaria della sottostazione elettrica a terra;
• Ufficio Amministrativo;
• Ufficio Monitoraggio Ambientale e Metereologico.
Sono previsti nuovi posti di lavoro (tra dipendenti diretti e indotto) per circa 200 unità.
Nell’attuale momento di oggettiva difficoltà dell’economia italiana, il progetto che abbiamo presentato rappresenta una convinta fiducia nel Sistema-Italia e un’occasione unica per il tessuto economico Emiliano-Romagnolo.
Oltre a prevedere un esborso di circa €/anno 4.500.0000 per 30 anni per oneri di concessione demaniale che andranno nelle casse dello Stato (così come risulta dalla domanda di concessione pubblicata sulla Gazzetta Europea dalla Capitaneria di Porto di Rimini), il DM 19/09/2010 del Ministero dello Sviluppo Economico “Linee guida per l’autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili” può prevedere l’individuazione di misure compensative a favore dei Comuni da orientare su interventi di miglioramento ambientale correlati alla mitigazione degli impatti riconducibili al progetto, ad interventi di efficienza energetica, di diffusione di installazioni di impianti a fonti rinnovabili e di sensibilizzazione della cittadinanza sui predetti temi.
Siamo disponibili al confronto con tutti gli Enti, le Autorità, le Associazioni e le Realtà locali che ne facessero richiesta, anche per rivedere e migliorare ulteriormente il progetto (un’integrazione volontaria è stata già eseguita a seguito di alcuni incontri).
Molti incontri li abbiamo già tenuti (Fondazione Cetacea, Legambiente Valmarecchia, L’Umana Dimora Rimini, WWF Rimini, Giunta Comunale di Cattolica, ecc.) e siamo sempre disponibili al dialogo e al confronto».
Sorvoliamo sulla settima domanda rivolta ad Antonio Salandra perché è stata ritenuta «prevenuta e discriminatoria» e non era certo nostra intenzione sollevare questa reazione.
Ma il fatto è questo: se nei documenti presentati alla Capitaneria di Porto per ottenere l’autorizzazione alla realizzazione della centrale eolica, viene citato (immaginiamo anche al fine di avvalorare una percezione di solidità e competenza nel settore) anche il gruppo Fortore, perché non dovrebbe essere possibile conoscere dalla viva voce del socio di riferimento informazioni che riguardano bilanci, pregresse esperienze in Romagna, rapporti con pubbliche amministrazioni in altre parti d’Italia in cui opera in maniera prevalente, ed altro ancora? Anche perché le domande poste traevano soprattutto fondamento da un documento pubblico, il bilancio 2019 della società Fortore.
Il bilancio 2019 si è chiuso con una perdita di 1.482.322 euro. «Il patrimonio netto ammonta a euro 43.297.096 ed evidenzia una variazione in diminuzione di euro -51.275.815, di cui, quanto ad € 10.000.000 relativamente a distribuzione parziale della riserva da avanzo di fusione effettuata nel 2019; quanto ad € 39.793.493, relativamente all’impatto della operazione di fusione; quanto ad €1.482.322 relativamente alla perdita dell’esercizio 2019». A causa del fenomeno Covid-19, si legge sempre nel bilancio, «la società ha subito nel corso del 2020 gli effetti negativi che l’emergenza epidemiologica ha determinato sull’economia in generale, consuntivando, per l’effetto, una riduzione del fatturato. Conseguentemente, l’organo amministrativo ha fatto ricorso, per il periodo che va dal 05/10/2020 al 05/12/2020, agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge ovvero alla Cassa Integrazione Gestione Ordinaria Covid-19 per oltre la metà del personale dipendente in forza. Si precisa, altresì, che la società Fortore Energia s.p.a., nel corso del 2020, ha sempre regolarmente esercitato, senza soluzione di continuità, la propria attività caratteristica». Rispetto alla collegata Maia Rigenera srl (vicenda sulla quale riferiscono abbondantemente i media pugliesi) «in data 05/03/2020 la Guardia di Finanza – Nucleo di Polizia Economico Finanziaria ha disposto, in esecuzione del decreto di ordinanza di custodia cautelare personale e reale R.G.N.R. nr. 14101/15 e R.G. GIP 17504/16 emesso dal Tribunale di Bari il 18/02/2020, il sequestro preventivo dell’intero insediamento produttivo della società. Pertanto, la gestione dell’azienda è sottoposta al controllo di un Amministratore Giudiziario ed, all’uopo, sono stati nominati nuovi componenti il CDA, il dott. Antonio Salandra (Presidente) e l’Ing. Nicola Costantino (Amministratore Delegato). In data, 16/07/2020, a seguito di dimissioni di quest’ultimo e giusta provvedimento del GIP del Tribunale di Bari – dott. Marco Galesi – del 03/07/2020, l’assemblea dei soci della società MAIA Rigenera s.r.l. ha deliberato la nomina di un amministratore unico nella persona del summenzionato dott. Antonio Salandra. In ordine al richiamato procedimento penale si fa presente che è stato contestato alla società Maia Rigenera s.r.l. l’illecito amministrativo rinveniente dal presunto vantaggio patrimoniale tratto da altrettanto presunte condotte illecite poste in essere dai propri vertici apicali nell’arco temporale intercorrente tra il 2018 e il 03/03/2020. Come sopra riferito, la magistratura penale ha, per l’effetto, disposto il sequestro per equivalente dei beni aziendali della MAIA Rigenera s.r.l. specificando che la somma a quest’ultima riferibile in termini di profitto è limitata ad € 187.651. Nel caso di specie, le sanzioni previste dall’ordinamento per l’illecito contestato alla società oscillano tra € 100.000 ed € 1.500.000, a cui fanno seguito sia l’applicazione delle sanzioni interdittive previste dall’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, sia la confisca del “profitto” del reato. Ciò escusso, per quanto attiene la stima in numerario della sanzione applicabile alla società MAIA Rigenera s.r.l., l’amministratore unico in carica di quest’ultima ha avuto modo di rappresentare che, ad oggi, non sussistono i presupposti di convenienza per definire il giudizio penale in corso con un rito abbreviato o con l’applicazione della pena su richiesta ex art. 444 c.p.p. (c.d. “patteggiamento”) e, come tale, in considerazione del fatto che:
– non vi sono certezze di tempi brevi del giudizio, posto che, per il rito ordinario, la pena diviene esecutiva solo all’esito dei tre gradi di giudizio, con tempi allo stato stimabili nella prudenziale durata di cinque anni circa;
– qualsiasi previsione sul giudizio è sempre condizionata dal materiale probatorio presente nel fascicolo processuale ed, in proposito, capita spesso che nel corso del giudizio di merito la gravità indiziaria posta a fondamento della misura cautelare venga ribaltata, di tal che il giudizio espresso sul rischio di condanna va necessariamente espresso allo stato degli atti processuali;
non è possibile, ad oggi, effettuare una stima delle possibili sanzioni eventualmente applicabili alla MAIA Rigenera s.r.l.».
Un altro elemento che si apprende dal bilancio 2019 è «l’acquisizione di partecipazioni dirette nelle società Wind Farm Rocchetta s.p.a., Alberona Energia s.r.l., GEA Futura s.r.l., Fungarolo s.r.l., Gierret s.r.l., CREDIT, BCC Gatteo, Fondazione Romagna Solidale per € 33.685.805».
Anche la ragione della seconda domanda è presto detta. In Romagna Antonio Salandra è presente da tempo. «Nel 2004, nuovi imprenditori attratti dall’idea entrano a far parte della compagine societaria REN Romagna Energia S.p.A., partecipata dai grandi gruppi dell’industria alimentare italiana Amadori, Orogel e Conserve Italia, che apporta mezzi e risorse per il raggiungimento degli obiettivi societari. Nasce così la Holding Fortore Energia S.p.A., con l’obiettivo di dotare il gruppo, ai fini industriali, di una programmazione seria e dinamica con visioni strategiche/operative in grado di adattarsi ai mutamenti del settore ed all’ampliamento dell’organizzazione aziendale», si legge sul sito di Fortore Energia. Ma nel 2016 Fortore Futura acquista la partecipazione posseduta da Ren Romagna Energia in Holding Fortore Energia, pari al 50% del capitale sociale (Italia Oggi 18 Aprile 2016) e finisce la partnership.
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