Ciao, caro “Cico”

Ciao, caro “Cico”

In ricordo di Enzo Cicchetti.

Fra tutti coloro che nella città amavano e si interessavano al Borgo, Enzo Cicchetti “Cico” era stato il suo più appassionato e coerente cultore. Fin dagli ’70, gli anni della contestazione e dell’assillante impegno politico, Cico aveva scelto di vivere nel Borgo San Giuliano: non solo lo frequentava, ma aveva deciso dopo poco di cercarvi una vecchia casetta; l’aveva trovata in via Ortaggi, l’aveva sistemata, per andarci ad abitare e far nascere e crescere lì la sua nuova famiglia.
Appena usciva dai cantieri in cui lavorava passava gran parte del suo tempo libero a parlare con i vecchi borghigiani, nei bar, nelle cantine e nelle osterie: era affascinato da quei personaggi che avevano vissuto in prima persona esperienze forti e straordinarie, lotte, guerre, vicende legate alla resistenza, episodi di ribellione e di solidarietà, “settimane rosse”… Non si stancava di ascoltarli. E da loro aveva ricevuto quella stima di cui andava fiero: loro, i vecchi borghigiani, l’avevano come “adottato”, sapevano che su di lui potevano contare, ne conoscevano l’onesta, la sensibilità e il coraggio.
Il Borgo era la sua famiglia e, pur con tutti i cambiamenti che avevano trasformato la fisionomia del nostro quartiere, Cico era rimasto legato per sempre a quel passato che portava dentro come una favola, come una leggenda.
Senza dimenticare il suo impegno a favore del grande sogno borghigiano: La Festa del Borgo.
Ciao, caro Cico.

Un gruppo di borghigiani

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