Crollo dell’edilizia a Rimini: in dieci anni i permessi di costruire sono precipitati dell’88 per cento

Crollo dell’edilizia a Rimini: in dieci anni i permessi di costruire sono precipitati dell’88 per cento

Nel 2005 in provincia furono rilasciati 385 permessi per un volume totale di oltre un milione di metri cubi. Nel 2014 solo 85, per poco meno di 126mila metri cubi. In compenso, nel poco che si costruisce aumentano la superficie utile e il numero di stanze.

Mentre un po’ in tutti i settori si parla di ripresa, con alcuni numeri tornati ai livelli pre crisi, rimane un’eccezione: l’edilizia. Si tratta di un settore che la crisi ha messo letteralmente in ginocchio. Molti indicatori lo dimostrano ma uno è particolarmente significativo: quello dei permessi di costruire, ovvero del documento che rilasciano le amministrazioni comunali e che è necessario per aprire i cantieri. La dinamica dei vent’anni tra il 1995 al 2014 spiega molto bene la crisi economica. L’apice è stato raggiunto nel 2005 quando in provincia furono rilasciati 385 permessi per un volume totale di oltre un milione di metri cubi. Nel 2014 i documenti erano solo 85, per poco meno di 126mila metri cubi. Una riduzione dell’88,5 per cento in un decennio. Questo l’andamento del numero dei fabbricati:

Cala, ovviamente, anche il numero delle nuove case. Ne sono state costruite soltanto 270 nel 2014. Nel 2005 il numero di abitazioni era pari a 5.722. Il grande crollo c’è stato nel 2009 quando si passò da 2.034 a 809 abitazioni. Meno della metà.

Ma ora si costruisce con superfici maggiori. La tendenza registra infatti un aumento della superficie utile e del numero di stanze: un modo per massimizzare l’investimento sia di chi costruisce sia di compra la casa. Il dato della superficie per abitazioni si era infatti ridotto negli anni in cui si costruiva molto (e c’era più richiesta, quindi serviva un maggior numero di appartamenti) mentre ora le case tornano ad essere un po’ più ampie, tendendo ai livelli del 1995, quando misuravano 85 metri quadri in media con quattro stanze. Da non dimenticare anche il dato dei vani accessori, che comprende atrio, ingresso, corridoi, ripostigli, bagni, balconi e – in sostanza – tutto ciò che non è definibile come stanza.

L’andamento della superficie per abitazione è, in sostanza, inversamente proporzionale al numero di nuove case e appartamenti costruiti.

Per quanto riguarda stanze e vani accessori, va notato che dal 2009 in poi i secondi hanno superato il numero di stanze. Una tendenza data probabilmente da un nuovo modo di progettare, diverso da quello degli anni Novanta ma anche da quello degli anni d’oro dell’edilizia, quando a farla da padrone erano monolocali e bilocali che hanno abbattuto il numero di stanze abitabili oltre alla superficie utile.

I dati si riferiscono agli anni: 1995-2015
Fonte: Unioncamere

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