Diverse persone che erano in costante contatto con Giulio Lolli a Tripoli si stanno chiedendo dove sia finito. Da circa due settimane si sono perse le
Diverse persone che erano in costante contatto con Giulio Lolli a Tripoli si stanno chiedendo dove sia finito. Da circa due settimane si sono perse le sue tracce. “Sono oramai sei giorni che ti sto cercando, sono preoccupato, anche altri sono in ansia, fatti sentire al più presto”, scrive un amico sulla pagina Facebook di Lolli. Un altro messaggio allarmato è arrivato l’11 febbraio come commento al nostro articolo: “Lolli è sparito da Tripoli da oramai due settimane, si teme per la sua vita”. Al numero telefonico al quale era raggiungibile fino a poco tempo fa non risponde. Su Facebook ci sono due profili riconducibili a lui: ‘Giulio Lolli l’ultimo avventuriero’, il cui ultimo aggiornamento risale al primo febbraio, e un altro fermo al 22 gennaio. E su twitter @JulyoKarim ha smesso di cinguettare il giorno 3 febbraio, rilanciando l’ultimo articolo pubblicato sul suo blog: “Libia, finalmente è caduta la maschera del generale Haftar”.
Che fine ha fatto Giulio Lolli? Le ipotesi che cominciano a circolare sono le più diverse. Di certo non è stato estradato per sottoporsi alla giustizia italiana. Scomparsa volontaria? Rapimento? Perché non bisogna dimenticare che l’ex presidente della Rimini Yacht ha raccontato in più occasioni di essere capitano dell’esercito rivoluzionario dei tuwar, di recuperare feriti e sfollati in fuga dall’Isis portandoli a Tripoli o Misurata. E la situazione in Libia è quella che tutti conoscono e che viene definita una polveriera pronta ad esplodere, anche se proprio ieri l’inviato dell’Onu per la Libia, Martin Kobler, ha annunciato che è stata varata la lista dei ministri del governo di unità nazionale libico da sottoporre alla fiducia del parlamento di Tobruk.
Dalla nautica alla guerra contro l’Isis? E’ uno dei tanti misteri che circondano questo personaggio, che anche nella sua latitanza non ha mancato di riservare sorprese.
Fuggito in Tunisia nel 2010, da dove è stato espulso, è poi finito prima in Algeria e poi in Libia. Nel 2011 arrestato e incarcerato a Tripoli, durante la fase della rivoluzione scoppiata in quel paese è riuscito ad evadere ma ha raccontato di avere subito anche torture e maltrattamenti. Il resto fa parte della storia che lui ha fornito in numerose interviste.
Chiedendo informazioni all’avvocato di Lolli, Antonio Petroncini, non si ottiene niente più di questa risposta: “Avrà da fare, è sempre impegnato in mille cose. Non ho notizie allarmanti dalla famiglia, con la quale è in costante contatto, e dunque… comunque provo a mandargli una mail”.
Le tappe del processo. Per quanto riguarda il tribunale monocratico l’udienza è fissata per il prossimo 4 aprile e Lolli deve rispondere dei reati di falso e truffa. Mentre in Corte d’Assise si prosegue il 15 giugno con la deposizione del maresciallo Paola e nelle udienze successive verrà sentito anche Flavio Carboni, che figura tra le centinaia di truffati di Lolli e che sarà chiamato come teste dal pubblico ministero Davide Ercolani.
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