Edilizia Cenerentola: porte chiuse al Comune di Rimini per i tecnici degli ordini professionali

Edilizia Cenerentola: porte chiuse al Comune di Rimini per i tecnici degli ordini professionali

Era già un calvario riuscire ad avere udienza allo Sportello per l'edilizia. La situazione difficile va avanti da tempo, ma dai primi di marzo e fino a maggio è stato abolito il ricevimento del pubblico e dei tecnici (architetti, ingegneri, geometri...). Mentre soprattutto adesso che è entrata in vigore la nuova strumentazione urbanistica (Psc e Rue), arrivata con anni di ritardo, ci sarebbe assoluto bisogno di un canale diretto, sempre aperto, fra professionisti e amministrazione. Ma l'edilizia non è fra le priorità del sindaco Gnassi.

Che la collaborazione fra ordini e collegi professionali, da una parte, e amministrazione comunale dall’altra, non fosse delle migliori lo si era capito da tempo. La giunta Gnassi sembra aver deciso di “punire” l’edilizia e i motivi di conflitto con architetti, ingegneri, geometri e compagnia sono stati diversi nel corso degli ultimi cinque anni. A partire dal clamoroso ritardo nell’approvazione del Psc e del Rue, alle carte bollate sulla questione del prolungato blocco nel funzionamento della Commissione per la qualità architettonica, alle varie richieste degli ordini professionali (ma anche di costruttori e sindacati che più volte hanno lanciato allarmi sulla crisi dell’edilizia e sulla necessità di far ripartire il settore) a cominciare da quella sullo snellimento burocratico, su norme chiare, comprensibili e uguali per tutti.

La realtà è quella che vede una intera categoria di professionisti sull’orlo di una crisi di nervi. L’ultima, in ordine di tempo, è davvero clamorosa.
A metà marzo è stato approvato il Regolamento urbanistico edilizio (Rue). Deo agimus gratias, hanno pensato i più, ora la strada sarà in discesa. Illusi. Una settimana prima dell’approvazione del nuovo strumento di pianificazione urbanistica, che ovviamente comporta una serie di novità normative tutte da digerire e mettere in pratica, lo Sportello per l’edilizia di Palazzo Garampi ha reciso il canale di comunicazione (che è sempre stato mezzo interrotto) col pubblico e con i tecnici, cioè ha sospeso totalmente il front-office, sospeso gli appuntamenti con tutti coloro (architetti, ingegneri, geometri…) che hanno la necessità, magari legata alla presentazione di un progetto, di chiedere chiarimenti, discutere aspetti specifici, modalità interpretative delle norme (piano scivolosissimo e irto di difficoltà) e così via. Per intenderci, è quello che avviene normalmente in qualcunque altro Comune: in quello di Riccione tutte le mattine, e per tre ore, i tecnici comunali ricevono professionisti e pubblico, in altre amministrazioni della provincia di Rimini per più di un giorno a settimana viene data la stessa opportunità. A Rimini no. Dall’8 marzo e senza nessuna comunicazione (che è arrivata postuma) lo Sportello per l’edilizia ha sospeso tutto. Porte chiuse. Prima di questo stop non è che le cose andassero molto meglio. Bisognava affidarsi alla prenotazione online, con tempi molto lunghi di risposta, dicono i diretti interssati: per parlare de visu (impresa ardua anche farlo al telefono) con un tecnico istruttore occorrevano anche un paio di mesi. Oppure si poteva tentare la sorte presentandosi allo Sportello il giovedì pomeriggio, senza prenotazione, e i tanti che lo hanno fatto raccontano di scene fantozziane, file interminabili.
Qualche giorno fa il dirigente del settore pianificazione e gestione territoriale del Comune di Rimini ha inviato una comunicazione di dodici righe agli Ordini e Collegi delle professioni tecniche della provincia di Rimini per informare che “presumibilmente in data 3 maggio saranno nuovamente operative le agende per gli appuntamenti con i tecnici istruttori e verranno indicate le nuove modalità operative per il deposito delle pratiche con una successiva comunicazione senza interruzione del servizio”. Due mesi di black out totale. Perché? Pare per smaltire montagne di arretrati e perché i tecnici comunali devono anch’essi formarsi sulla nuova strumentazione urbanistica. Ma il dirigente mette già le mani avanti: “Considerato che le risorse a disposizione devono essere concentrate sull’evasione delle pratiche correnti, si informa che per le pratiche depositate prima del 15.02.2016 sarà predisposto uno specifico piano di evasione da sottoporre all’Amministrazione, piano che tuttavia non potrà prescindere dall’ottenimento di nuove risorse”. C’è quindi anche un problema di scarsità di personale allo Sportello per l’edilizia. Ma è una ragione sufficiente per bloccare un settore economico come quello dell’edilizia, che già vive una crisi tremenda? Il presidente dell’Ordine degli architetti, Roberto Ricci, non l’ha presa bene ed ha risposto piccato alla nota del dirigente.
“Non oso pensare cosa succederà dal 3 maggio, quando lo Sportello per l’edilizia riaprirà le agende, ma immagino che ci saranno tutti i tecnici di Rimini che cercheranno di prenotarsi per avere udienza”, dice un professionista. “Anziché collaborare per risolvere i problemi, che anzitutto riguardano i cittadini e le imprese, prima che gli ordini professionali, incontriamo ostacoli, muri, complicazioni, così non si può andare avanti”.
Ieri si è tenuto un incontro in Comune fra il dirigente e i rappresentanti degli Ordini, che naturalmente premono, scalpitano e hanno un diavolo per capello. Hanno ricevuto la promessa di un incontro settimanale coi tecnici comunali, che forniranno informazioni generali sulle norme del Rue. Ma per le esigenze specifiche occorrerà formulare quesiti via mail attraverso gli Ordini professionali. Campa cavallo che l’edilizia muore. Tutto questo avviene anche a ridosso dell’estate e in una città turistica. Ma così è, anche se non vi pare.
“Dovremo essere capaci, come Ente Comune, di non interpretare le nuove disposizioni attraverso la cultura del ‘veto’ e del dirigismo”, ha detto il sindaco Gnassi a inizio aprile nell’incontro coi professionisti e gli operatori del settore nel primo dei seminari organizzati dal Comune sui nuovi strumenti di pianificazione territoriale. Parole sante, da mettere però in pratica, magari cominciando col riaprire le porte a chi della tanto sbandierata rigenerazione urbana si occupa ogni giorno professionalmente. Anzi vorrebbe farlo, Comune permettendo.

COMMENTI

DISQUS: 0