Secondo il capogruppo di Forza Italia la Soprintendenza ha autorizzato i lavori sulla base di "un macroscopico errore storico" ma non ritirerà l'autorizzazione concessa. La decisione di fermare subito i lavori sulle mura dell’argine destro deve essere di tipo politico e assunta dal consiglio comunale.
“I lavori del comparto 4 del cosiddetto Progetto Tiberio, riguardanti la realizzazione della passerella aggettante lungo l’argine destro del porto canale a valle del Ponte, con l’apertura di numerosi squarci nelle mura malatestiane, stanno causando l’irrimediabile danneggiamento di un monumento pubblico eretto nel corso del XV secolo e restaurato, quanto alla parte superiore, nel 1751, così come riporta l’epigrafe celebrativa ivi esistente”. Parte da questa considerazione il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Carlo Rufo Spina, nella mozione urgente che ha chiesto venga inserita all’ordine del giorno della prossima seduta.
Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio alla mano, Rufo Spina ricorda che “i beni culturali non possono essere distrutti, deteriorati, danneggiati o adibiti ad usi non compatibili con il loro carattere storico o artistico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione” (art. 20) e che questa tutela “si amplia fino a ricomprendere il sito ambientale e monumentale complessivo nel quale il monumento si trova”.
Il passaggio più importante della mozione riguarda la Soprintendenza, che ha autorizzato l’intervento, “come ho avuto modo di riscontrare personalmente – dice Rufo Spina – anche sull’errato convincimento che dette mura costituiscano rifacimento e superfetazione post-bellica, e che quindi – benché erette sopra sottostanti mura malatestiane del ‘400 – sul presupposto che esse non rappresenterebbero un monumento malatestiano in senso stretto”. Ma si tratta di “un macroscopico errore storico, come hanno fatto notare diverse Associazioni culturali e vari esperti e luminari del settore, tra cui il Prof. Ettore Maria Mazzola, docente universitario di architettura, urbanistica e restauro a Roma, già assistente di Paolo Portoghesi, il quale, contestando la definizione di leggerezza della passerella e la non recuperabilità degli squarci eseguiti, ha stroncato l’intervento sostenendo che “lascia basiti la presa di posizione in difesa dello scempio di chi dovrebbe prevenire e tutelare i nostri monumenti e il nostro ambiente”, invitando a fermare i lavori prima che sia troppo tardi sostenendo – come sostiene il sottoscritto – che siamo ancora in tempo per tornare indietro, evitando inutili scempi come quello messo in atto alla Spezia ad opera di Buren, a causa dell’ottuso atteggiamento dispotico del sindaco e della soprintendenza locali, sordi alle preghiere della stragrande maggioranza degli spezzini che implorava di bloccare lo scempio di Piazza Verdi”.
“Preso atto che la Soprintendenza non ha intenzione di recedere dall’autorizzazione già concessa, onde non incorrere in eventuali responsabilità civili e risarcitorie da parte del Comune committente, e che quindi tale decisione di fermare subito i lavori sulle mura dell’argine destro deve essere una decisione politica, assunta dal Consiglio comunale di Rimini in pienezza di poteri ed in piena coscienza, responsabilità e consapevolezza, anche tenuto conto degli errori urbanistici del passato”, Rufo Spina chiede al sindaco di “interrompere la costruzione della passerella sopraelevata lungo l’argine destro, ancorata alle mura malatestiane, riposizionando i mattoni asportati nella loro sede e ripristinando completamente lo “status quo ante”.”
Si allunga la lista delle prese di posizione politiche che chiedono lo stop ai lavori o che contestano alla radice l’intervento e si appellano alle istituzioni: dalla capogruppo del M5S in Regione, Raffaella Sensoli all’onorevole Palmizio, in precedenza Gioenzo Renzi. Poi ci sono diverse associazioni impegnate per la salvaguardia del patrimonio storico e ambientale, e il Coordinamento degli abitanti del Borgo San Giuliano sta marcando stretto la Soprintendenza per vedere le carte e capire se l’autorizzazione concessa abbia tutti i crismi richiesti dalla tutela di un bene storico e architettonico.
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