Prendetevi un libro e infilatevi su per la Valmarecchia fino a Casteldelci...
Animula vagula blandula
Hospes comesque corporis,
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles, dabis iocos…
Memorie di Adriano di Marguerite Yourcenar. Inizia così uno dei miei libri preferiti. Un capolavoro che non mi stancherò mai di leggere, rileggere e consigliare. Ci sono piaceri che vanno coltivati sempre: leggere, leggere e ancora leggere. Ma oggi c’è il like. Ci piace tutto con una superficialità che rasenta il ridicolo.
Siamo nel vortice, nel giro. Rimini ha sempre avuto penne prestigiose come Sergio Zavoli, “lacrima Christi”; Italo Cucci, accademico juventino montefeltrino, ha ricevuto pochi mesi fa la cittadinanza onoraria di Pantelleria, da tempo sua dimora; Piero Meldini il mio Prof. è un pigrone della Madonna e dopo Italia. Una storia d’amore (2012), si dedica ai fornelli, e il futuro lo vedo come la Marchesa che camminava sugli specchi.
Ma Rimini è così, va veloce, stagione dopo stagione, legge poco, scrive meno.
Oggi è Ferragosto, ma c’è poco da festeggiare. Prendetevi un libro e infilatevi su per la Valmarecchia fino a Casteldelci, ultimo lembo della Provincia di Rimini.
Un gioiellino, una chicca che molti non conoscono. In alto il Monte Fumaiolo da cui nasce il Tevere, sacro ai destini di Roma, e a destra nel mare di verde, il Monte della Zucca; qui nasce la Mareccia, sacra ai destini di Ariminum.
Rurali sempre.
(Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora t’appresti a scendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti…)
COMMENTI