Fondazione Carim e l’ostruzionismo alla lista degli industriali. Anche Vasini replica a Piccari

Fondazione Carim e l’ostruzionismo alla lista degli industriali. Anche Vasini replica a Piccari

Ho letto la lunga intervista di Nando Piccari apparsa su Rimini 2.0 del 29 ottobre scorso e mi fa piacere che il “politico di lungo corso” abbia fatto

Ho letto la lunga intervista di Nando Piccari apparsa su Rimini 2.0 del 29 ottobre scorso e mi fa piacere che il “politico di lungo corso” abbia fatto risentire la sua voce. Segno evidente che il “miracolo” si è felicemente compiuto e che Nando, da convinto miscredente quale dice di essere, si senta “in debito con qualcosa o qualcuno”.
Non entro nel merito di quella parte dell’intervista che tocca temi cittadini molto importanti sui quali Maurizio Melucci non ha esitato un momento a replicare (Rimini 2.0 del 30 ottobre); mi limiterò a riassumere in poche parole la mia opinione su quella parte riguardante la Fondazione Carim e la banca conferitaria, sulla quale non sono molto d’accordo con lui.

Mentre da anni i soci della Fondazione, almeno quelli più avveduti, si interrogano sulle sorti della banca e di riflesso su quelle della Fondazione, Nando dichiara candidamente di ignorare ciò che sta facendo il Presidente Pasquinelli per garantire la sopravvivenza dei due benemeriti Istituti. E Nando è un membro del cda della Fondazione!
Se un consigliere di amministrazione di una qualunque azienda privata si rivolgesse in quei termini ai soci che rischiano quotidianamente il proprio capitale, temo che avrebbe vita corta, così come avrebbe vita corta il Presidente di quel cda che relazionasse su programmi futuri dell’azienda molto fantastici e poco concreti. Ma tant’è, la Fondazione evidentemente è un’altra cosa.

Anche sulle ragioni dell’ostruzionismo alla lista degli “industriali” da parte dell’assemblea che ha recentemente nominato il nuovo cda della banca non sono d’accordo. Nando ne attribuisce la colpa al Presidente di Unindustria Rimini, Paolo Maggioli, per “avere giocato la partita in altro modo”. Ma quale altro modo? Invece sono convinto che la colpa sia tutta della Fondazione per non avere accolto la disponibilità delle più rappresentative forze economiche riminesi e per non avere permesso di calmierare la ridondante presenza nella cabina di regia di amici e di amici degli amici, poco importando se qualificati o meno. Ciononostante bene ha fatto Unindustria a riproporre la propria collaborazione, dimostrando un alto senso di responsabilità.

Concludo confermando le perplessità che anch’io ho manifestato nel corso dell’Assemblea della Fondazione del 20 ottobre 2015 (riprese su Rimini 2.0 del giorno dopo) ed auspicando che le future assise siano più serie e costruttive anche per il rispetto dovuto ai soci, finora relegati nel ruolo di inutili comparse. E chissà che prima che sia troppo tardi il buon senso e l’umiltà non prendano il sopravvento.
A Nando, che pare abbia ammainato la bandiera (rossa) per sventolarne una di diverso colore (effetto del “miracolo”?), auguro ovviamente lunga vita.

Alfonso Vasini

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