Gli immortali

Gli immortali

Al minimo segnale di presunto pericolo, riempiamo i carrelli della spesa...

La vita è breve, morir si deve. Così ripeteva mio zio Angelo dopo aver superato i cent’anni. Indubbiamente era in buona compagnia con suo fratello Pietro e mia mamma Menga tutti centenari. D’altra parte gli Zangheri di Montetauro (Brancon) avevano un’altra concezione della vita,
come penso tutti colori nati agli albori del secolo scorso. Vita vissuta con una certezza granitica che prima, certamente meglio poi, la Signora
con la falce busserà alla porta. E nessuno, ma proprio nessuno, potrà fuggire con il cavallo fino a Samarcanda. (Roberto Vecchioni 1977)
L’altra certezza era la Fede, fede atavica come la fame. Ecco cosa è successo: abbiamo perso tutte le certezze dei nostri Padri, dei nostri
Nonni, mantenendo intatte tutte le paure che per milioni di anni hanno accompagnato l’Homo Sapiens (?). Il buio, la fame, il diverso, la
cattiveria, la malvagità, l’arroganza hanno accompagnato l’homo-homini lupus come scriveva Tommaso Hobbes (1588-1679). La natura umana è
fondamentalmente egoistica e a determinare reazioni dell’uomo e della donna sono soltanto l’istinto di sopravvivenza e sopraffazione. Al
minimo segnale di presunto pericolo, riempiamo i carrelli della spesa con il tonno, il riso, le penne rigate, la nutella, la farina, e
soprattutto l’acqua minerale. Chiudiamo le Chiese già vuote, i Musei, e riempiamo i centri commerciali. Diffondiamo il panico e le notizie più
strampalate affermando tutto il contrario di tutto. E’ il fallimento della Scuola, dell’Università, di un’educazione critica che non c’è,
delle televisioni commerciali, dei social usati come pistole o missili termonucleari. Mi raccomando, lavatevi le mani, e usate se potete,
l’arma socratica della ironia.
Rurali sempre.

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