Gli stregoni del turismo… E ciò che invece si potrebbe fare

Gli stregoni del turismo… E ciò che invece si potrebbe fare

Ogni volta che si leggono proposte “salvifiche” da parte di certi presunti esperti di turismo degli alberghi marginali, viene spontaneo un parallelo con coloro che, invece di ricorrere alla medicina scientifica, si affidano a scorciatoie improbabili che intervengono sugli effetti e mai sulle cause

Ogni volta che si leggono proposte “salvifiche” da parte di certi presunti esperti di turismo degli alberghi marginali, viene spontaneo un parallelo con coloro che, invece di ricorrere alla medicina scientifica, si affidano a scorciatoie improbabili che intervengono sugli effetti e mai sulle cause.
PRIMA DI TUTTO: DEFINIRE COSA SI INTENDE PER “ALBERGO MARGINALE”
Se davvero si intende affrontare il tema con un minimo di serietà, il primo passo dovrebbe essere quello di adottare una definizione metodologica e condivisa di “albergo marginale”. Più facile a dirsi che a farsi: l’unico criterio oggettivo sarebbe la sostenibilità economica, ma una tale impostazione – se applicata correttamente, considerando anche gli ammortamenti – rischierebbe di far rientrare la quasi totalità del comparto alberghiero riminese in quella definizione. Se non si chiarisce questo presupposto è perfettamente inutile parlare di tutto il resto.
LA VERA QUESTIONE È ECONOMICA
Il secondo elemento cruciale è, banalmente, di natura economica. L’unica vera operazione che avrebbe un senso economico compiuto sarebbe la trasformazione di questi alberghi in unità residenziali, ossia condomini. Il resto – parcheggi improvvisati, piscine “stagionali” e giardini “creativi” – è pura retorica da convegno.
Chi conosce minimamente le regole di mercato, sa perfettamente che gli investitori (specialmente quelli dotati di grandi capitali) vanno dove c’è prospettiva di crescita e di guadagno e, attualmente, il brand Rimini e la città stessa per come è strutturata e infrastrutturata non sono minimamente attrattivi in questo senso, tanto è vero che le poche catene internazionali presenti sul territorio se ne sono già andate da tempo.
E se la “soluzione” prevede l’intervento massiccio delle casse pubbliche, ci si aspetta ragionevolmente che si indichi anche dove reperire i fondi: perché per operazioni realmente efficaci servono centinaia di milioni di euro.
Ciò che desta maggiore preoccupazione è che simili “soluzioni” non fanno altro che distrarre l’opinione pubblica, spostando l’attenzione dai veri temi strategici che un’amministrazione avrebbe dovuto affrontare da tempo.
LE QUATTRO VERE PRIORITÀ DI UNA STRATEGIA TURISTICA
Il vero principio fondante di un’autentica strategia turistica è che non sono le singole eccellenze che fanno il sistema, ma è il sistema nel suo complesso che crea e favorisce le eccellenze, ecco perché diventa fondamentale ripensare e rimodulare tutti gli aspetti principali che costituiscono il sistema stesso:
LA SPIAGGIA deve essere ripensata nelle sue funzioni e strutture, secondo la logica del villaggio turistico integrato, oggi largamente preferita dalla clientela internazionale. È necessario mettere a sistema aree adiacenti agli ex lungomari e stabilimenti balneari dimensionati adeguatamente (almeno 150 mq ciascuno), al fine di generare superfici da 10.000 mq da destinare a piscine, ristorazione, servizi, intrattenimento e attività destagionalizzanti.
I PARCHEGGI
Occorre una dotazione strutturale di almeno 15.000 stalli per liberare le strade da un’invasione di lamiere che compromette vivibilità e decoro urbano.
A Rimini nord, dove l’abitato termina in prossimità della ferrovia, l’intervento è semplice. A Rivabella, ad esempio, si potrebbe realizzare un grande parcheggio sopraelevato in continuità con le aree sportive.
A Rimini sud, le aree già individuabili includono: ex deposito ferroviario, ex Ferrovie Padane, raddoppio parcheggio Chiabrera, area ex lavaggio Marebello, raddoppio del parcheggio 007 in via Mantova, raddoppio del parcheggio Poste a Miramare, nuovo parcheggio lato Riccione oltre la ferrovia.
VIABILITÀ
È indispensabile rivedere radicalmente la circolazione, creando “stanze” di traffico locale e spostando il traffico di attraversamento su via Roma e sulla SS16, intervenendo con incroci a piani sfalsati al posto delle ormai assurde rotatorie.
LUOGHI DI ECCELLENZA
Serve una rete di aree strategiche identitarie, che elevi la percezione della città:
Una cittadella dei giovani nella zona sud, dal mare alla ferrovia, con negozi, locali, aree culturali e sportive, regolata e sicura, non abbandonata al degrado.
L’area porto, che includa Triangolone, molo di Levante, giardini Fellini, spiaggia e collegamenti pedonali con San Giuliano, come cuore rappresentativo della città turistica, con una piazza centrale per eventi.
L’area sportiva di Bellariva, da destinare esclusivamente allo sport e alle attività collegate, inclusi padel, piscine, palestre, ecc.
Una “città del benessere” al confine nord, valorizzando il patrimonio naturale delle acque di falda e i parchi esistenti, coerente con la vocazione familiare del territorio.
Una Fiabilandia ripensata in chiave integrata col territorio, con giochi d’acqua, eventi e attività permanenti.
QUALITÀ DELL’OFFERTA E SISTEMA DI PRENOTAZIONE UNICO
È necessario introdurre un sistema di qualità certificata per l’offerta turistica, sul modello del settore agroalimentare: marchio condiviso tra albergatori, ristoratori e operatori balneari, con controlli e standard definiti.
Questo marchio dovrebbe essere condizione necessaria per entrare in un centro unico di prenotazione, promosso a livello nazionale e internazionale da enti pubblici. Il messaggio: “Vieni a Rimini, affidati alla qualità garantita del suo sistema turistico”.
Un simile impianto, se ben strutturato, potrebbe diventare modello per l’intera costa romagnola.
UNA STRATEGIA OLTRE GLI INTERESSI DI BOTTEGA
L’obiettivo di questo intervento non è proporre l’ennesima ricetta improvvisata, ma una visione strutturata e fondata sulle richieste reali dei turisti, capace di uscire dalla paralisi imposta da interessi particolari, corporazioni e politiche che – da destra a sinistra – preferiscono assecondare lobby locali piuttosto che difendere l’interesse collettivo.
Una comunità coesa dovrebbe pretendere un piano formale e integrato, che rilanci la competitività della città. In quel contesto, anche gli alberghi marginali, in presenza di produttività e redditività, verrebbero naturalmente riqualificati, senza bisogno di interventi tampone o svendite.
In questo quadro si inserisce pure la questione sicurezza poiché in fin dei conti, come ricordava un vecchio questore, il problema non è la repressione, ma evitare che una città diventi attrattiva per il degrado. E se si continuano a offrire letti a 10 euro al giorno, non ci si può sorprendere se si raccolgono, inevitabilmente, i frutti amari di una politica miope.

Stefano Casadei
Segretario provinciale Azione Rimini

 

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