55 camere, dotato di parcheggio e giardino. E' ancora in piedi, ma risulta chiuso da una decina di anni. Notare la "distanza" dal confinante.
Il Perseo era un albergo con 55 camere (interessante, la quota abitativa) dotato di parcheggio e giardino. E’ ancora in piedi, ma risulta chiuso da una decina di anni. La sua posizione per certi versi è apprezzabile. L’ingresso rimane in prima linea, ma il corpo dell’edificio, rientrato di 20/30 metri rispetto al marciapiede, gli conferisce una maggiore protezione dai rumori della passeggiata. Se vogliamo, meno visibilità per catturare turisti di passaggio, ma più riservatezza per la clientela.
Scopriamo che l’edificio denuncia i caratteristici segni delle strutture non più in funzione quando percorriamo Via Manzoni, la strada su cui affaccia la parte posteriore dell’hotel. Come già accennato, in questo vialetto ci sono solo tre alberghi chiusi. Il quarto attore virtuale dell’infelice compagnia è confinante con il Perseo. Pare che dopo due o tre anni di inattività ora sia in fase di riassetto. Meno male, uno di meno da conteggiare tra quelli in via di rottamazione.
Mentre ne fotografiamo le pareti logore, ci accorgiamo che il fianco del Perseo con quello del confinante sono assurdamente vicini. In alcune parti sono persino attaccati. Due persone, difronte sui rispettivi balconi, potrebbero sporgersi quel tanto che basta per stringersi la mano. Esageriamo? Può darsi, ma a suffragio dell’ipotesi esibiamo anche una foto scattata grazie alla premiata “Google Air Line”. A ben guardare, l’iperbole non è poi così peregrina.
A questo punto, per dirla alla Lubrano, lo storico conduttore di Mi Manda Rai Tre, “la domanda sorge spontanea”: posto che i due alberghi non sono stati costruiti in contemporanea, l’ingegnere che ha progettato il secondo albergo a distanza di uno sputo dall’altro, con quale criterio ha proceduto? E chi ha consentito il parto “siamese”, perché lo ha fatto? D’accordo che a Rimini in certi anni si è potuto combinare di tutto, in materia di edilizia, ma in questa circostanza hanno esagerato oltre il concepibile. L’intima vicinanza dei due fabbricati ha del paradossale.
Non vogliamo neppure pensare alla faccia dei malcapitati turisti che negli anni si sono visti assegnare non una camera con vista-mare, bensì una camera con vista-tapparella difronte. Assurdo.
Questa rubrica nasce per porre l’attenzione sulle piccole e grandi brutture, gli sfregi al patrimonio ambientale, i molti edifici trascurati (talvolta totalmente abbandonati) della nostra città. Spesso si trovano in pieno centro o nella “vetrina” turistica di Rimini. Non è disfattismo, è amore per la città bella, perché solo accendendo i riflettori sulle brutture c’è la speranza che si possano sanare le “ferite” inferte sia per mano pubblica che privata. Allinearsi al ribasso, giustificare il brutto e arrendersi all’incuria e al degrado urbano, equivarrebbe ad una sconfitta. E se ha perso la città, per dirla con Niccolò Fabi, abbiamo perso un po’ tutti noi. Ci occuperemo anche del bello, di tutto quello che merita di essere segnalato. Coinvolgeremo molto volentieri quanti vorranno inviarci materiale fotografico interessante sull’argomento: redazione@riminiduepuntozero.it
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