I miliari che raccontano i legami fra Rimini e San Marino

I miliari che raccontano i legami fra Rimini e San Marino

Seguire le tracce di pietra per risalire ad una parte della antica strada per San Marino che interessava il nostro centro urbano. Meriterebbero un restauro conservativo.

Spesso alcune pietre ci raccontano qualcosa, ma non sempre riusciamo ad ascoltarle. Due di esse ci vogliono narrare la storia di una strada che non c’è più o, meglio, non ha più la sua antica funzione, anche se come tracciato è tuttora esistente. Si tratta di una parte della antica strada per San Marino, che interessava il nostro centro urbano.
Quante volte siamo passati in Via Saffi, vicino alla fontanina pubblica, senza accorgerci che lì appresso inglobato nel marciapiede c’è un anonimo cippo lapideo o, seppure scorgendolo, non comprendiamo di cosa si possa trattare o rappresentare.
La pietra, presumibilmente calcarenite, è assai rovinata e corrosa dal tempo, oltreché essere sbrecciata e malamente rattoppata alla sua base con un vistoso impietoso impasto cementizio di colore grigio. Sembra quasi che se ne stia lì sconsolato, in attesa che qualcuno lo noti o gli rivolga quell’attenzione che anticamente aveva.
Cercando di comprenderne la sua origine, la sua funzione e la scritta quasi illeggibile che reca sulle due facciate, si scopre che le stesse riportano: “CHIL[OMETRO] 3”; una pietra miliare quindi.

Le pietre miliari in anni lontani costituivano un punto di riferimento della posizione per i viaggiatori che si trovavano lungo un certo percorso e, conoscendone la distanza totale fino al punto d’arrivo, via via che le incontravano potevano quindi sapere quanto restava al raggiungimento della meta.
Avevano origine antichissima fin dal tempo delle strade consolari romane; poi, con l’avvento delle mappe stradali, ed in seguito con i sistemi di navigazione GPS, caddero nel completo oblio perdendo completamente la loro importanza. Inoltre le modifiche dei tracciai viari spesso frequenti nel tempo, hanno contribuito al loro abbandono.
Ma la domanda che cattura la curiosità è la seguente: di quale chilometro tre si tratta? Ovvero, quali erano le precedenti indicazioni a scalare dei miliari precedenti, e a quale strada si riferivano?
Partiamo da una semplice considerazione. La Via Saffi, anticamente chiamata Polverara, faceva parte della strada che conduceva a San Marino dopo avere svoltato a sinistra per l’attuale Via Monte Titano. Quindi un miliario ad essa attinente, della quale il precedente si può ancora vedere in condizioni migliori in Via B. Gueritti. Stessa forma, stessa pietra, ma facilmente leggibile nella sua indicazione “CHIL 2”.

Facendo una misurazione con Google Maps, al netto delle normali consuete tolleranze del caso, tra i due miliari intercorre la distanza di un chilometro.

Da chilometro 2 a 3. Misurazione con Google Maps.

In una mappa di Rimini del 1916 edita dal TCI, le Via Gueritti e attuale Circonvallazione Meridionale, consistevano nell’allora Strada Nazionale di San Marino; Nazionale si badi bene, perché la classificazione è importante. In quell’anno incrociava la Via Flaminia, per immettersi in Via Tripoli procedendo verso mare. Nella stessa, si evidenzia la svolta nel Borgo Sant’Andrea per giungere alla destinazione del Monte Titano.

Pianta di Rimini del 1916 – Fonte Touring Club Italiano.

Per comprendere dove potevano essere posizionati i due miliari precedenti, ovvero quale fosse il tracciato di allora della Strada per San Marino, ci viene in aiuto una mappa di Rimini del 1909. In essa è chiaramente indicato il percorso classificato come “Via Nazionale San Marino”, consistente nell’attuale Via Roma e parte finale della Via Tripoli.
Ricostruendo quell’itinerario, i Miliari tuttora presenti sono stati riportati in rosso, mentre in verde quelli (probabili) non più esistenti; sempre con una distanza tra loro di un chilometro, calcolato come al solito con Google Maps e considerate le già predette tolleranze. Pure il nome della strada è chiaro fino all’incrocio con Corso Umberto I, dopodiché il percorso diviene un’ipotesi supportata dall’ampiezza delle strade che lo collegavano al Ponte di Tiberio.

Pianta di Rimini del 1909 – Fonte Rimini Città come Storia – Giorgio Conti, Pier Giorgio Pasini. Anno 2000 Vol. 2, pag. 194.

Da chilometro 0 a 1. Misurazione con Google Maps. Dalla fine del Ponte Tiberio, ai pressi dell’Anfiteatro.

Da chilometro 1 a 2. Misurazione con Google Maps. Dai pressi dell’Anfiteatro a Via Gueritti.

Si può quindi ragionevolmente pensare che la strada per San Marino partisse alla fine del Ponte di Tiberio; del resto è in quel punto che arrivava la Via Emilia.
Vi è comunque da dire che precedentemente in una mappa di Rimini del 1860, tale percorso viario era indicato come “Circonvallazione”; un lungimirante esempio di urbanistica di quel tempo, lontano dalle correnti creative improvvisazioni in materia specie figlie di quest’ultimo ventennio.

Poi nel 1959 iniziarono i lavori per la costruzione della nuova Strada Statale SS72, che fu inaugurata nel novembre del 1965; ma questa è un’altra storia. (fonte: di Techograf Palermo – Scansione di cartolina personale, pubblico dominio).

Ma torniamo ai nostri cippi miliari. Nel 1865 il Comune di Rimini decise di collocare quei manufatti segnaletici nelle strade Comunali. Segnatamente alla via Polverara, oggi Saffi e Covignano, essa era compresa nel progetto N° 541 del 02/12/1865 a cura dell’Ufficio IV Lavori Pubblici ed Ornato a firma dell’ingegnere Luigi Cervellati, che aveva per oggetto: “Progetto per collocare cippi migliari alle strade Comunali, e paracarri di pietra alla Polverara”. In quel caso nel numero di 5 al costo unitario di Lire 9,50, e per un totale di spesa di Lire 47,50.
I manufatti, in pietra di San Marino, erano completamente differenti da quelli attribuiti alla strada Nazionale che recava sul Titano, peraltro postumi a quella data. Mentre i primi erano a pianta rettangolare con gli angoli smussati, e forma solida a larghezza variabile, come peraltro si evince dai disegni allegati al progetto, quelli in questione sono tuttora a sagoma di un solido con base triangolare; due diverse fogge quindi, per due differenti categorie di strade, Nazionale e Comunale. Inoltre se per i primi si conosce la data di posa, non la si conosce invece per quanto riguarda i secondi; ma, in base alla predetta mappa del 1909, si può ragionevolmente ipotizzare che essi furono apposti nei primi anni del ‘900, posteriori quindi ai cippi comunali.

Cippo Miliario per strade Comunali, del progetto del 1865.

I due Miliari trovati rappresentano una parte, anche se minima, della nostra storia locale, e in questo caso del rapporto che da sempre ha legato Rimini con la Repubblica di San Marino.
Sarebbe pertanto opportuno farli oggetto di un restauro conservativo, magari apponendo nei loro pressi una piccola targa che ne ricordi la funzione. Nel complesso sarebbe una spesa da poco, ma di interessante valore sociale del nostro passato e per la conservazione di testimonianze che si perdono via via mancando la memoria di chi ha vissuto quei periodi.
Perché la storia è anche fatta di piccole cose, della quotidianità, e del rispetto di quegli oggetti una volta di grande utilità ma oggi desueti e dimenticati. Adottiamo quei Miliari quindi!
Non sono uno storico ma incuriosito da quelle “pietre”, ho elaborato questa piccola indagine anche con l’ausilio di antiche mappe della città.
Ben vengano quindi ulteriori notizie, correzioni ed eventuali segnalazioni di altri miliari simili esistenti, ma semmai anche quelli dell’antica Polverara, che potrete far pervenire a redazione@riminiduepuntozero.it.
Ringrazio l’ottimo professore Giovanni Rimondini che mi ha offerto alcuni spunti interessanti, con i quali ho potuto realizzare questa piccola ricerca.

COMMENTI

DISQUS: 0