I nuovi bandi sono un’occasione d’oro per dotarsi di arenili moderni

I nuovi bandi sono un’occasione d’oro per dotarsi di arenili moderni

Sbagliato impostare i nuovi lotti di gara con la cosiddetta "mappatura", che significa più o meno riproporre quello che c'è e non quello che serve. L'offerta di spiaggia va svecchiata. Nell'ottica dei servizi e di convenzioni con gli hotel.

Per fare un discorso semplice va preliminarmente ricordato che gli accordi con l’Europa legati al Pnrr obbligano l’Italia ad espletare, quanto prima, pubbliche gare per l’assegnazione delle concessioni balneari.
Applicare questa norma per l’intero Paese non è certo semplice, quindi prorogare le concessioni di due-tre anni è cosa più che plausibile.
Quello che personalmente ritengo sbagliato è impostare i nuovi lotti di gara con la cosiddetta “mappatura”, che significa più o meno riproporre quello che c’è e non quello che serve.
Per fare un esempio riferito alle nostre spiagge, già negli anni ’80 si era iniziato a parlare di “verticalizzazione”, ossia dell’idea di superare la divisione di spiaggia tra bagnino, barista e mosconaio, il tutto da inglobare in un’unica concessione.
Col passare degli anni venne a modificarsi anche l’esigenza della clientela, tesa sempre più a chiedere servizi, ragion per cui, per fare cose serie serve mettere insieme più bagni e quindi si iniziò a parlare di stabilimenti balneari.
Tale schema venne a concretizzarsi nell’attuale Piano Spiaggia di Rimini, che non trovò mai applicazione perché, grazie ad una variante, quello che era obbligatorio divenne facoltativo, motivo sostanziale per non fare nulla, avallando la solita logica del “basso consenso”.
Con i nuovi bandi tutto tecnicamente diventa più semplice, in quanto l’amministratore può agire come se si trattasse di riempire un foglio bianco, che è un’occasione unica per poter realizzare un impianto di spiaggia che risponda ai requisiti di una moderna industria balneare. Ovvero tanti servizi inseriti in un contesto di qualità ambientale, il tutto funzionalmente legato al sistema ricettivo dai pasti, alle piscine, centri benessere eccetera.
Va poi considerato che impianti del genere richiedono aspetti strutturali importanti, che per essere realizzati sul piano concessorio necessitano di contratti di assegnazione in base ai quali il privato sia in possesso di contratti decennali per ammortizzare gli investimenti. Alla scadenza le opere realizzate vengono incamerate tra le pertinenze pubbliche e riassegnate attraverso un nuovo bando, così come previsto dal Codice della Navigazione dai cosiddetti Atti Concessori Formali.
Se questa è la sintesi su cui indirizzare il dibattito, sarebbe auspicabile che gli attuali concessionari invece di rincorrere soluzioni impossibili, si facessero parte proponente, comprese apposite convenzioni con gli albergatori, che potrebbero costituire motivo per essere dichiarati vincitori dei futuri bandi, avendo consolidato una valenza di interesse pubblico attraverso un collegamento sostanziale con gli albergatori.
Scontato che Regione e Comuni dovranno creare tutti i presupposti necessari garantendo anche altri interessi pubblici a partire dalle spiagge libere, ma anche, come nel caso Rimini, mettere in relazione diretta il Piano Spiaggia con la spiaggia alla stregua di quanto mi sembra si stia facendo con gli esercizi posti a monte di questo verde.

Sandro Baschetti

Immagine: fotografia di jiriposival0 da Pixabay

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