L'ampliamento all'esterno dei locali può essere al massimo la soluzione per i mesi estivi. E poi? Vengono al pettine i nodi di scelte che mostrano il fiato corto. E che le regole del distanziamento hanno solo aggravato.
Raccolgo favorevolmente il vostro invito rivolto a come affrontare la crisi, che colpisce il settore della ristorazione e mescita di bevande nel centro di Rimini. Va detto che queste categorie di operatori sono state da sempre incentivate e coccolate da un’Amministrazione che credeva che il Centro dovesse essere vivacizzato giorno e notte senza limiti, soprattutto di notte, con queste attività a discapito di altre merceologicamente diverse ma tradizionali e organiche ad un vero tessuto sociale. Un totale ribaltamento socio-culturale della funzione che quella parte di Rimini ha sempre avuto.
E con ciò abbiamo assistito nel poco tempo al fiorire di bar, cantinette e punti di ristoro in ogni dove, spesso con limitatissimo spazio all’interno per la clientela, insufficiente anche prima del Covid 19 per potersi sostenere economicamente, ma con la speranza di potere aggirare l’ostacolo ottenendo uno spazio pubblico esterno per sopperire a ciò; peraltro mai negato ad alcuno. Oppure, come in certi casi, constatare vie o piazzette praticamente intercluse al passaggio pedonale, a causa della ressa di avventori che assume la consumazione in piedi per strada.
Questa era, ed è, la normalità riminese, considerata tale da questa Amministrazione e che ora, alla luce dell’emergenza sanitaria, mostra tutte le sue criticità pratiche se non di decoro, di cui non importa quasi a nessuno. Oggi è quindi possibile piazzare tavolini e sedie in ogni dove senza alcuna regola, e con l’occasione produrre pure musica (?) ad alto volume.
Mi domando cosa succederà con l’arrivo della stagione invernale quando ciò non sarà possibile per le ovvie sue conseguenze. Assisteremo alla chiusura forzata di quelle attività che non possono reggersi dato l’esiguo spazio interno a disposizione, o all’installazione di box prefabbricati sparsi per la città al posto dei tavoli odierni, magari vicino ai pochi monumenti rimasti? Sarà questo l’ulteriore prezzo da pagare per certe scelte attuate nel recente passato?
Credo che al di là del parere dei lettori, gli artefici di questa visione cittadina dovrebbero seriamente riflettere su quanto accade, e ripensare alla politica del Centro sia per i suoi spazi limitati, per il suo decoro, e per certe scelte fatte che poi si pagano in termini di degrado.
È vero, siamo a fronteggiare una situazione imprevedibile ma, dato quanto attuato, prima o poi i problemi dei predetti settori sarebbero comunque emersi.
E mentre ci si interroga sulla questione, assistiamo in silenzio alla chiusura di attività commerciali di altro genere e nessuno pensa a cosa accadrà a quelle rimaste in un prossimo futuro, e alla qualità di certi negozi o altro che certo non qualificano il Centro storico di Rimini.
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