Il Ptcp della Provincia lo contempla. Il Psc no. L'azienda leader nella produzione di macchine per la lavorazione del legno si è vista respingere il progetto che prevede di accorpare in una location nei pressi del casello autostradale di Rimini nord un centro logistico per tutti i marchi del gruppo. Importante per lo sviluppo di Scm e prezioso per alleggerire l'impatto ambientale sulla città. Mentre il posto dell'attuale sede delle Celle potrà essere preso da tanto residenziale.
Qual è uno dei principali problemi nei quali si dibatte la città di Rimini? Quello del traffico. E in particolare da tempo si discute di come liberare il centro dai mezzi leggeri e pesanti. Eppure se una grande azienda del territorio vuole fare la propria parte per decongestionare di veicoli l’area urbana, l’amministrazione comunale risponde picche. E’ il clamoroso controsenso col quale deve fare i conti Scm Group.
La storia merita di essere raccontata con qualche dettaglio. La questione parte da lontano. Quando la Provincia di Rimini adotta il Ptcp, Scm presenta una osservazione al piano nella quale chiede che l’area di circa 23 ettari, di cui dispone, nelle vicinanze del casello autostradale di Rimini nord, possa ospitare “attività per la logistica”. L’ente di corso d’Augusto accoglie parzialmente la richiesta perché il Ptcp individua in prossimità del casello “un punto di concentrazione polifunzionale costituito dall’ambito produttivo”, demandando ad un futuro accordo territoriale tra Provincia ed enti locali interessati la definizione dei contenuti di carattere ambientale, funzionale, urbanistico e operativo. E’ per quest’ultima ragione che l’osservazione di Scm viene parzialmente accolta, perché occorrerà un ulteriore accordo. Ma i desiderata sono ritenuti compatibili ed inserita nel “polo funzionale 11”, dove si identifica una delle “porte” di accesso, interconnessione, scambio, collegamento infrastrutturale e logistico. Tutto questo accadeva nel 2008. Nel 2011 Scm chiede un parere alla Provincia sulla compatibilità del polo della logistica col Ptcp e la risposta è positiva, ma viene ribadito che il percorso può essere concretizzato solo con un accordo territoriale fra Comune e Provincia.
Quando il Comune di Rimini ha in ballo il Psc, la stessa azienda leader nella produzione di macchine per la lavorazione del legno, presenta un’altra osservazione e una dettagliata relazione per chiedere sostanzialmente la stessa cosa, ma Palazzo Garampi respinge in toto. Nonostante la sostanziale apertura contenuta nel Ptcp.
Il progetto riguarda 70 mila mq di superficie utile coperta. Prevede di farne un punto di snodo per la distribuzione delle macchine finite in tutta Europa e per tutti i marchi del gruppo (Minimax, Gabbiani, Dmc, Stefani, ecc.), ma anche per concentrare l’assistenza post-vendita. Lo contempla anche il piano industriale che il gruppo ha sottoposto al ministero nel 2009, tanto da considerare quel polo “indispensabile per il processo di sviluppo aziendale e di riorganizzazione per aumentare la propria competitività”. Per Scm rimanere in questo territorio non è obbligatorio, anzi più volte è stata ventilata l’ipotesi di un trasferimento. E se davanti ad un obiettivo strategico per il gruppo la risposta è negativa, qualche pensiero sulla opportunità di migrare potrebbe tornare ad affacciarsi.
L’area vicina al casello di Rimini nord permetterebbe di concentrare il centro per la logistica in un’unica location molto accessibile, contribuendo a decongestionare anche la Marecchiese dai Tir, con ricadute ambientali e viabilistiche positive sulla rete stradale locale e provinciale. In buona sostanza nello stabilimento di Rimini nord avverrebbe l’assemblamento dei vari componenti e da qui il prodotto finito partirebbe per le varie destinazioni.
In linea teorica il polo della logistica non confligge nemmeno coi principi e con lo spirito del Psc approvato il 4 novembre scorso. Inoltre Scm garantisce un progetto di qualità architettonica e paesaggistica all’avanguardia. Eppure l’osservazione presentata da Scm è stata respinta dal Comune di Rimini “in quanto il Psc si propone l’obiettivo di non incrementare i nuovi insediamenti produttivi manifatturieri previsti in adozione” (ad eccezione di due casi specifici fra cui l’ampliamento di Italia in Miniatura) e “di concentrarli prevalentemente nell’area produttiva ecologicamente attrezzata Valmarecchia, evitando il più possibile previsioni insediative frammentate e sparse”.
Scartata quella che potrebbe essere la soluzione per decongestionare una parte rilevante di traffico, oltre che per favorire lo sviluppo di un grande gruppo industriale che ha ripercussioni significative anche in termini di occupazione, il Comune di Rimini apre invece le porte al business immobiliare. Sull’attuale area nella quale insiste lo stabilimento Scm delle Celle, il Psc approvato prevede una sorta di porta d’ingresso alla città, con residenziale, commerciale e servizi. E’ il perimetro di riqualificazione Ar1, che oltre ad Scm ingloba Cbr, altri due ambiti sono compresi tra via Emilia e S.S. 9, su uno di questi insiste l’area dell’ex mercato ortofrutticolo all’ingrosso e depositi Marr, l’ultimo lambisce in gran parte l’alveo del Marecchia e lo stadio del baseball. Il Psc immaginato dalla giunta Ravaioli non andava oltre la previsione di mille alloggi in più, per circa 110 mila mq di superficie coperta. Scm ha chiesto alla giunta Gnassi una quota maggiore di residenziale, “giudicando la quota oggi prevista dal Psc troppo limitata”. Il Comune stavolta ha detto sì: “Si accoglie la richiesta di eliminare il limite di un quarto per la funzione residenziale in ambito AR1 e il limite di 1000 alloggi…, al fine di garantire maggior margine di operatività e flessibilità al Poc”.
Oltre al limite dei mille alloggi è stato inserito lo “spacchettamento”. Si potrà intervenire per sub-comparti, favorendo così i proprietari di grandi aree.
C’è un altro aspetto non da poco. Le opportunità fin qui richiamate, diventeranno operative solo col piano operativo comunale che sarà giocato dal sindaco che si insedierà dopo le elezioni amministrative di giugno. Potrà dare attuazione o meno alle potenzialità disegnate dal Psc. Le tavole della legge del Poc saranno scritte a “discrezione” della prossima giunta.
Ora, va detto che Scm al momento non intende lasciare le Celle e dismettere l’attività che li si svolge, anche perché i costi del trasferimento (eventualmente nel “Triangolone”) sarebbero proibitivi, ma intanto la strada si è aperta. E se davvero il Comune vorrà riqualificare quella fetta di città (facendone un quartiere per il terziario, servizi, produttivo d’innovazione – che si sposano anche con la presenza della Fiera – e il residenziale), dovrà porsi il problema di allontanare “presenze” incompatibili con la vision del Psc. (c.m.)
COMMENTI