Iniziano con il tradizionale concerto di domenica nella Basilica Cattedrale le celebrazioni di San Gaudenzo, patrono della diocesi e della città di Rimini. Giunto alla sua diciottesima edizione, l'evento è promosso dalla Diocesi di Rimini in collaborazione con la Cappella Musicale Malatestiana e vedrà la partecipazione del Vescovo Nicolò Anselmi. L'esecuzione sarà affidata all'Orchestra e Coro della Cappella Musicale Malatestiana di Rimini, sotto la direzione del Maestro Filippo Maria Caramazza.
Le celebrazioni in onore di San Gaudenzo, patrono della diocesi e della città di Rimini (esattamente martedì 14 ottobre) prevedono momenti ecclesiali e civili e s’intrecciano con la festa parrocchiale del borgo Sant’Andrea, la cui chiesa appunto è dedicata a San Gaudenzo. Il 14 alla mattina alle 10,30 sul sagrato della chiesa il vescovo monsignor Nicolò Anselmi celebrerà una messa. Nel pomeriggio la messa solenne sarà celebrata alle 17,30 nella chiesa cattedrale (duomo) e sarà preceduta, alle ore 16 dall’incontro del vescovo con le autorità militari e civili.
Ma già domenica 12 ottobre alle ore 21 verrà eseguito nella chiesa cattedrale il tradizionale concerto arrivato quest’anno alla diciottesima edizione.
Può risultare stridente o fuori luogo un concerto quando intorno a noi il mondo sembra avvicinarsi pericolosamente sull’orlo dell’abisso. S’intravvedono in verità spiragli di speranza, per l’inizio del confronto tra israeliani e palestinesi. Ma proprio perché la pace non è una questione solo da “grandi della terra” ma riguarda ciascuno di noi ed è un dono da implorare a Colui che tutto può, gli organizzatori hanno pensato ancora una volta a Mozart per questo evento, che cade nelle battute finali dell’anno giubilare dedicato alla speranza. Nasce così il repertorio di quest’anno: verranno eseguiti “Exultate, Jubilate”, il “Sub tuum presidium” e la “Missa brevis in do maggiore” che Mozart compose quando aveva 16 anni. Proprio dal brano conclusivo di questa messa, l’Agnus Dei, partiamo per sottolineare l’attualità e il motivo della scelta, come spiega il direttore della Cappella musicale malatestiana Filippo Maria Caramazza:
<L’Agnus dei, che nella messa viene recitato poco prima della comunione, è una richiesta di pietà e misericordia a Dio ma anche di pace. Tutti, credenti o meno, sappiamo quanto in questo momento storico sia pressante e urgente questo desiderio di pace>.

Può risultare stridente o fuori luogo un concerto quando intorno a noi il mondo sembra avvicinarsi pericolosamente sull’orlo dell’abisso. S’intravvedono in verità spiragli di speranza, per l’inizio del confronto tra israeliani e palestinesi. Ma proprio perché la pace non è una questione solo da “grandi della terra” ma riguarda ciascuno di noi ed è un dono da implorare a Colui che tutto può, gli organizzatori hanno pensato ancora una volta a Mozart per questo evento, che cade nelle battute finali dell’anno giubilare dedicato alla speranza. Nasce così il repertorio di quest’anno: verranno eseguiti “Exultate, Jubilate”, il “Sub tuum presidium” e la “Missa brevis in do maggiore” che Mozart compose quando aveva 16 anni. Proprio dal brano conclusivo di questa messa, l’Agnus Dei, partiamo per sottolineare l’attualità e il motivo della scelta, come spiega il direttore della Cappella musicale malatestiana Filippo Maria Caramazza:
<L’Agnus dei, che nella messa viene recitato poco prima della comunione, è una richiesta di pietà e misericordia a Dio ma anche di pace. Tutti, credenti o meno, sappiamo quanto in questo momento storico sia pressante e urgente questo desiderio di pace>.A proposito di pace, vorrei partire proprio dal pezzo finale perché questo Agnus Dei ha un inizio andante per il “miserere” ma si trasforma in allegro nella richiesta del “dona nobis pacem”, che viene ripetuto una quarantina di volte e che trascina solisti e coro in una melodia umile e pressante e nello stesso tempo certa di essere accolta. È tuttavia nel Gloria e soprattutto nel Credo che Mozart sprigiona la sua genialità e la sua fede nel “creatore di tutte le cose visibili ed invisibili”, facendo accadere la “conoscenza affettiva ed effettiva della realtà sperimentata pur nella sua invisibilità”, come fa notare il maestro Caramazza nel libretto di sala. I brani prima della “Messa brevis” sono “Exultate, jubilate” per solista (Federica Livi) ed orchestra, che trasforma il mottetto in un concerto vero e proprio. Poi sarà eseguito il “Sub tuum presidium”, la più antica antifona mariana, già presente nella liturgia copta del tempo di Natale del III secolo. Mozart la musicò presumibilmente tra il 1772 e il 1774. Il concerto, proposto dalla Diocesi, vede protagonisti il coro e l’orchestra della Cappella musicale Malatestiana diretti dal maestro Filippo Maria Caramazza. Solisti Isabella Orazietti, Daniela Bertozzi, Marco Mustaro, Li Shuxin. L’ingresso è libero.
Non si può infine non ricordare che quest’anno ricorre il centesimo anniversario della nascita dell’imprenditore Giuseppe Gemmani, a cui i figli hanno voluto intitolare la Fondazione, che fin dalla prima edizione ha generosamente aiutato e sostenuto il concerto di San Gaudenzo.


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