Il problema dei parcheggi affrontato senza capo né coda

Il problema dei parcheggi affrontato senza capo né coda

«L'ampliamento dello Scarpetti potrebbe non servire più» dice il Comune, ma davvero? Siamo andati a vedere cosa succede quotidianamente nelle aree di sosta a pagamento e in quelle circostanti.

C’è una regola che aleggia a Rimini e narra il fatto che un personaggio che si candida alla guida o al governo della città, se non è di Rimini non ha né storia né possibilità di successo, perché non conosce i suoi problemi. In realtà ciò non è affatto vero perché questo infondato assunto non ha alcuna attendibile base, non premia il merito e l’alternanza ma, probabilmente, è divulgato artificiosamente da chi ne ha interesse affinché ciò appaia vero. Anche perché i personaggi nostrani, non perdono mai l’occasione per dimostrare che delle esigenze cittadine conoscono il nulla; sarebbe già un successo dire il poco.
Tra i tanti assilli che affliggono Rimini è principe quello dei parcheggi, sentito da tutti ma non evidentemente da chi dovrebbe avvertirlo prima dei cittadini stessi; in termine tecnico si chiama pianificazione. Evaporati senza un’alternativa credibile dalla zona della marina, o in certi casi i residui dedicati a dehors, col seguito di un tentativo postumo raffazzonato a seconda dell’idea del momento, il fenomeno è giunto fino al Centro Storico.
E tutto ciò, a tal proposito, si concretizza in un intervento dell’assessora titolare, tra le tante deleghe, a quella alle “politiche per la mobilità” su alcuni organi di stampa locali che, a seguito delle interpellanze dell’opposizione sul caso specifico del mancato completamento del parcheggio detto “Area Scarpetti”, afferma: «L’ampliamento dello Scarpetti potrebbe non servire più». La dichiarazione poi viene supportata dal fatto che, per esempio, in quelli esistenti e segnatamente il Flori, il riempimento sarebbe del 25%.
Occorre premettere che i parcheggi hanno un utilizzo stagionale; ovviamente in estate prevalgono quelli in zona mare, ed in inverno quelli prossimi al Centro. Quindi a cosa si riferisce in concreto quella percentuale?
Ma torniamo agli amministratori di estrazione “nostrana” che dovrebbero conoscere le esigenze cittadine, cosa che non sembra affatto. Probabilmente si affidano a dati asettici, non frequentano il territorio e non verificano i dati sul campo, e non si pongono neppure il problema del perché – a loro dire – tali strutture sono poco utilizzate.
Siamo andati a vedere cosa succede al Flori, trovando una situazione che non incentiva affatto l’utilizzo di quella struttura. È usufruita, e quando l’abbiamo visitata era piuttosto satura al piano terra, al contrario del primo livello; ma è nulla rispetto a quello che accade nel suo intorno.

Complessivamente l’area è un immenso parcheggio a cielo aperto in cui, a parte ciò che è consentito negli stalli liberi, si sosta in ogni dove; in divieto di sosta, negli stalli temporizzati senza disco orario o scaduto, ed in posti improbabili.
Poi, in tempi successivi, siamo andati a visitare il parcheggio cosiddetto “ex Scarpetti”, dove si assiste quotidianamente ad una lunga e quasi interminabile fila di auto che cercano uno stallo di sosta, invano peraltro dato che tutta l’area è sempre al completo. Gli automobilisti abbandonano il sito, ma in certi casi si arrangiano come meglio si può; ed ecco anche qui parcheggi selvaggi, in divieto di sosta e – brr ! – addirittura col pericolo di rimozione (!); quando mai.
Ma la stessa situazione la si riscontra nella zona compresa tra le Vie Melozzo da Forlì e Cignani; medesimo copione, con l’aggravante che chi si deve recare a fare compere nelle attività di quel borgo, pratica la sosta deregolata.

Verosimilmente ciò avviene per una scarsità, o assenza (?), di controlli, divenuti ormai un rischio calcolato per gli automobilisti, o – chissà se – organica ad un “vero e proprio piano dei parcheggi “sui generis”; in sostanza perché pagare quando esiste una possibilità gratuita, ovvero perché i privati dovrebbero investire in operazioni del genere stante la situazione?
Il compito di un’amministrazione attenta, efficace ed efficiente sarebbe capire che questo contesto crea degrado e scadimento della qualità della vita, nonché nuoce alla circolazione, prima nei luoghi interessati e poi nella città stessa. Contemporaneamente dovrebbe incentivare la costruzione di parcheggi multipiano capienti tanto per liberare le strade, nelle quali al massimo lasciare gli stalli per i residenti privi di autorimessa, e favorire così un corretto scorrimento veicolare ed una maggiore sicurezza; altra bella attenzione per coloro che abitano in Centro o in aree limitrofe. Non si è “green” solo perché si incoraggiano monopattini e bici elettriche, ma il tema è più ampio e complesso e va trattato nella sua interezza.
Ma queste sono peculiarità che non attengono a questo governo cittadino, che improvvisa a seconda del momento e che, in ripetute occasioni, estrae il solito coniglio dal cilindro, oggi sotto forma del parcheggio ex area Fox, di cui non si dice con chiarezza quanti stalli resteranno disponibili ai cittadini, a fronte degli utenti del supermercato e che, soprattutto, al momento vede un cantiere del tutto bloccato. Ma in passato altri conigli sono sortiti da quel copricapo magico, tutti puntualmente spariti nel nulla; buon per loro. È la solita conta del niente, al pari di quella che avviene annualmente nella Marina. Sempre lo stesso copione che periodicamente va in scena, con il medesimo consumato e inutile rito e lo stesso vano epilogo.
Non si capisce quindi se il negare il bisogno di attuare un serio piano parcheggi, (ce ne sono troppi), sia un voler convincere i cittadini che ciò è vero, a scapito del contrario, o non si vede il problema. In ogni caso ciò è grave anche perché promana dall’operato di un’amministrazione distratta sui temi cittadini, che vive in una città virtuale, e che specie in questi ultimi tempi sembra essere solo un centro di organizzazione di eventi, forse per distoglierci dai veri problemi.
Le criticità non si affrontano e si risolvono negandole o con fantastiche teorie, e neppure distraendo; ma con preparazione specifica nei vari argomenti, merce ormai rara in una Rimini in cui la tuttologia, ma anche la presunzione di praticarla, ne ha preso il posto.
Infine un auspicio; dobbiamo sopportare quei disagi anche se si preferirebbe il contrario, ma per favore almeno ci si risparmino simili improbabili tentativi di convincerci di una realtà inesistente. Dopo tutto non si chiede tanto.
Però consoliamoci; nonostante tutte queste difficoltà che ci toccano, anche quest’anno avremo la ritrita notte rosa, annunciata in pompa magna quasi fosse una novità. E questo deve bastare.

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