A giugno superato il valore di soglia d’informazione dell’ozono nell’aria (180 mg/metro cubo) in tre centraline. Scende invece l'allarme pm10 (ma solo grazie all’estate).
A Rimini l’ozono comincia a diventare un problema. Se l’estate, infatti, non è stagione da “allarme pm10”, le alte temperature fanno lievitare i valori dell’inquinante ozono nell’aria. Arpae ha mandato una lettera ai sindaci del Riminese avvisandoli del superamento del valore di soglia d’informazione dell’ozono nell’aria (180 mg/metro cubo) in tre centraline, con il picco di 201 microgrammi su metro cubo alle 17 alla postazione di Rimini.
Vale quindi la pena dare un’occhiata a come sta andando questo primo anno sul fronte dell’inquinamento prendendo in analisi le centraline nel riminese. Partiamo dalle polveri sottili. Le pm10 hanno superato la soglia del limite di legge 33 volte nella stazione di rilevamento Flaminia a Rimini e 23 volte in quella Marecchia, sempre a Rimini. La legge fissa questa soglia a 50 microgrammi su metro cubo, e prevede un massimo di 35 sforamenti consentiti. Come si vede nel grafico sottostante, che prende in considerazione i rilevamenti giornalieri da gennaio ad oggi, i giorni più critici sono stati i primi di febbraio con un picco massimo di 153 a Verucchio dove gli sformanti sono stati 12 nel 2017. L’aria migliore a San Leo, finora sempre sotto il limite di legge.
Mentre la rilevazione delle pm10 è giornaliera, quella dell’ozono è oraria. In questo caso abbiamo preso in considerazione solo il mese di giugno, perché l’ozono è il cosiddetto “smog estivo” ed è un problema che diventa importante d’estate con l’aumentare della temperatura. Sono previste tre soglie: il valore obiettivo (120 microgrammi su metro cubo) è il valore fissato per evitare effetti sulla salute umana. C’è poi una soglia di informazione – quella superata a Rimini nei giorni scorsi – in cui c’è l’obbligo di informare i cittadini del problema (180). Infine la soglia di allarme, pari a 240. L´ozono troposferico si crea quando i gas inquinanti emessi dalle automobili, dalle industrie, dalle raffinerie, reagiscono in presenza della luce solare (smog fotochimico). Le più alte concentrazioni si rilevano infatti nei mesi più caldi e nelle ore di massimo irraggiamento solare (fra le ore 12 e 17). Nel grafico sottostante si vede che dal primo giugno ad oggi molto spesso il valore è stato ben sopra la soglia obiettivo e dal 18 giugno è iniziato il picco verso il superamento della soglia di informazione.
I dati si riferiscono a: gennaio-giugno 2017
Fonte: Arpae
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