Jérôme Lejeune, l’uomo che scoprì la causa della sindrome di Down e lottò contro l’aborto

Jérôme Lejeune, l’uomo che scoprì la causa della sindrome di Down e lottò contro l’aborto

A Viserba l'intervento del prof. Strippoli, docente di Genetica all'Università di Bologna.

Si è svolto venerdì sera presso il Centro Parrocchiale Edimar l’incontro con la proiezione del film/documentario dedicato alla vita del genetista Jérôme Lejeune e alle sue scoperte nel campo genetico che hanno svelato la causa della sindrome di Down, la cosiddetta trisomia 21. L’uomo che ha avuto il merito di essere riuscito a conciliare la scienza con la Fede, senza indietreggiare di un passo.

Rischiereste mai, per testimoniare il proprio credo e salvare vite umane, di mettere a repentaglio e bruciare la vostra brillante carriera dopo esservi resi protagonisti della più importante scoperta genetica del secolo? È questo il bivio a cui si è trovato di fronte nella sua straordinaria vita Jérôme Lejeune (nella foto, tratta dal sito www.fondationlejeune.org), il medico-scienziato passato alla storia per la sua incredibile scoperta: essere riuscito ad identificare l’anomalia genetica che determina la Sindrome di Down, la trisomia 21. Prima di questa rivoluzionaria scoperta, ai genitori di questi bambini venivano rivolte accuse riprovevoli di ogni tipo. Si credeva che fossero le madri le responsabili di questa malattia a causa della sifilide. Lejeune dimostrò che si trattava di dicerie e che in questi bambini era avvenuta la triplicazione di un cromosoma. Questa sensazionale rivelazione portò Lejeune a ricevere importanti premi, onorificenze e riconoscimenti internazionali.
Proprio a lui fu indirizzata la prima cattedra di Genetica Fondamentale presso l’Università di Medicina di Parigi. Per Lejeune si trattava solo del primo passo per realizzare la sua vocazione al servizio del prossimo fondato sull’aspetto umano del medico. Per questo continuò a dedicare ai bambini con sindrome di Down la sua esistenza cercando di trovare una cura per migliorare le loro condizioni di vita. Divenne celebre la sua frase: “La troveremo. È impossibile che non riusciamo a trovarla. È una impresa intellettuale meno difficile che spedire un uomo sulla luna.” Ma una minaccia si insinuò pericolosamente nel suo percorso. Quando Lejeune si rese conto che la sua scoperta forniva la possibilità di fare una diagnosi prenatale e che, oltre alla possibilità da lui auspicata di curare, se usata male apriva di fatto anche ad una strada selettiva che avrebbe condotto ad aborti di massa, reagì immediatamente.
Nel 1970 in Francia la proposta di legge “Peyret” introdusse il dibattito sull’aborto dei bambini portatori di handicap e in quel momento storico l’unico handicap riconosciuto prima della nascita era solamente la trisomia 21. Lejeune fu estremamente turbato dal fatto che effettivamente si verificarono sempre più aborti e quindi decise di schierarsi pubblicamente a difesa della vita per dare origine ad un vero e proprio terremoto in grado di far maturare una profonda riflessione sulla verità inespugnabile che costituisce realmente quell’embrione: la vita umana. Da qui in avanti Lejeune incontrerà ogni tipo di ostacolo pronto a sbarrare la sua strada. Non sarà più invitato ai congressi scientifici, gli verrà negato l’avanzamento di carriera per diciassette anni, verranno bloccati finanziamenti, compariranno scritte ingiuriose sul muro della facoltà di medicina come “Lejeune trema, Lejeune assassino. A morte Lejeune e i suoi mostriciattoli.” Provarono ogni possibile metodo per cercare di fermarlo, ma lui non si arrese mai. Nemmeno quando i suoi amici medici più stretti iniziarono ad abbandonarlo. Continuò la sua grande battaglia di testimonianza e ricerca in nome degli insegnamenti di Gesù Cristo: “Ciò che avete fatto ai più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me”.
Dopo la proiezione del film/documentario, la serata si è conclusa con l’intervento del professore Pierluigi Strippoli, genetista presso l’Università di Bologna, che ha parlato di come, ancora oggi nonostante tutto, la ricerca è viva e vegeta e continua sulle orme del pensiero di Jérôme Lejeune. Un pensiero coraggioso, una testimonianza di Fede che non può non suscitare un sussulto morale in chiunque si imbatta in una storia del genere.

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