La lettera della “prof” ai suoi studenti: «un anno faticoso ma avete coniugato impegno e responsabilità»

La lettera della “prof” ai suoi studenti: «un anno faticoso ma avete coniugato impegno e responsabilità»

Antonietta Pellegrini ha scritto un messaggio di saluto alle classi 2c e 3c della scuola secondaria di primo grado “Gabellini” di Coriano. Un bilancio, ma anche un invito: «Giorno per giorno, vi ho visti crescere e per me è stato un onore affiancarvi nel farlo. Mettete l’empatia sempre al primo posto».

Care ragazze e cari ragazzi,
siamo giunti, anche per quest’anno, alla fine del nostro percorso. È stato faticoso ripartire in un contesto eccezionale, connotato da tanti pericoli e tante regole da rispettare.
Abbiamo resistito; siete stati bravi a seguirle tutte, per cercare di preservare quella tanto scontata e preziosa normalità, che ci è stata tolta l’anno scorso.

I più bravi siete stati proprio voi: avete coniugato l’impegno dello studio alla responsabilità che vi è stata data, per evitare di tornare a chiuderci in casa. Abbiamo potuto vivere la scuola guardandoci negli occhi, che sono diventati ancora più espressivi e vivi. Abbiamo interagito insieme, davvero, facendo ognuno la propria parte.
Non è il momento delle prediche, adesso possiamo risparmiarcele. È il momento di raccogliere i frutti di ciò che avete seminato e avete curato durante quest’anno.
Giorno per giorno, vi ho visti crescere e per me è stato un onore affiancarvi nel farlo.

Dal prossimo anno vivrete un nuovo passaggio, più bello e complicato, ma avete tutte le carte in regola per affrontarlo; vi saranno richiesti impegno e responsabilità, e posso dire con certezza che sono due caratteristiche che non vi mancano. Siete cresciuti più in fretta degli altri, più in fretta di me, che alla vostra età non mi sono trovata a fronteggiare una pandemia con tutte le sue conseguenze.
Sono tanti i rimproveri che si fanno ai giovani di oggi, ma non ci si rende conto che le condizioni di vita non sono più quelle del passato. Vi trovate ad affrontare un’adolescenza costellata da problemi grandi e complicati, come ad esempio la crisi climatica, l’isolamento, il lato oscuro dei social, una parità di genere non ancora ottenuta, la discriminazione a più livelli che macchia la cronaca ogni giorno.
Ricordate che la scuola è il luogo in cui poter affrontare queste problematiche, in cui costruire soluzioni per quel futuro tanto fragile, ma così pieno di opportunità che vi attende.

Ciò che mi rende orgogliosa di voi è sapere che siete sensibili a tutte queste criticità, e che saprete gestirle molto meglio di altre generazioni che vi hanno preceduto; non esiste una ricetta per farlo e i risultati non sono garantiti al 100%, ma quello che posso dirvi è: provateci. Fatelo sempre, non lasciatevi trascinare dagli eventi, non lasciate che siano gli altri a scegliere per voi. Proteggetevi da chi vi vorrebbe diversi, preservatevi dalle imposizioni.

Seguite i consigli di chi vi vuole bene, non pensate che trasgredire una regola vi renda più interessanti. Oggi essere se stessi significa, prima di tutto, essere qualcuno con una personalità definita, senza lasciarsi inghiottire da gruppi in cui regnano prepotenze e conformismi. Il miglior consiglio che io possa darvi è uno: siate empatici. Mettetevi nei panni degli altri, non siate egoisti. Esserlo non ha mai aiutato nessuna coscienza, anzi. I nodi prima o poi arrivano al pettine, si fanno sempre i conti con le proprie azioni, quindi siate quelli che pensano a proteggere chi è più fragile, non il contrario.
Attaccare i più fragili non vi renderà più forti, ma i più deboli.
La forza interiore è altro, è un sentimento nobile, che ci mette davanti noi stessi e alle nostre responsabilità. Non abbiate paura di fare errori: tutti ne facciamo continuamente. Una persona non si misura da quello, ma dalla sua voglia di rimediare.
Mettete, quindi, l’empatia sempre al primo posto. A volte farà male, subirete delusioni, ma posso assicurarvi che sarete coscienti della vostra integrità, e potrete essere soddisfatti di voi stessi. Per me è stato un onore affiancarvi in questo percorso, e perdonate la mia sconfinata esigenza: so che ho chiesto molto, ma l’ho fatto perché, davanti a me, ho persone intelligenti e capaci. Rendervi le cose semplici sarebbe stata un’offesa, e io rispetto troppo i miei studenti per offenderli.
Siete stati il centro dei miei pensieri e posso assicurarvi che continuerete ad esserlo, perché un’insegnante non dimentica mai i suoi alunni, e continua ad affiancarli sempre, anche fuori dalle mura scolastiche. Nel vostro caso, sapete dove trovarmi, la mia porta sarà sempre aperta.

Prof.ssa Antonietta Pellegrini

COMMENTI

DISQUS: 0