La Liguria ha messo gli occhi sul Meeting di Rimini

La Liguria ha messo gli occhi sul Meeting di Rimini

L'evento ospitato nella splendida darsena alla cui direzione c'è un riminese, Marco Cornacchia

Il governatore Giovanni Toti, sindaci, l'ex ministro Tremonti e tante personalità di spicco alla tre giorni che si è svolta sulla riviera ligure. E anche tanto pubblico al "pre Meeting" di luglio. C'è chi la kermesse made in Rimini se la coccola anche dal punto di vista turistico.

Dopo l’esperimento dell’anno scorso, quello che possiamo chiamare il “gemellaggio ligure” del Meeting di Rimini ha ricevuto una significativa conferma quest’anno. Dal 6 al 9 luglio infatti, nella splendida struttura della Marina di Loano sulla Riviera di Ponente, s’è svolto il Pre Meeting sullo stesso tema della manifestazione riminese, ripreso da una frase del Faust di Goethe: “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo per riconquistarlo”. La formula ricalca il mix turismo-cultura collaudato e consolidato con successo da 38 anni sulla sponda adriatica dell’Italia col Meeting di Rimini. Ovviamente con numeri diversi: nelle giornate di incontri a Loano sono transitati circa duemila turisti per seguire dibattiti, testimonianze, mostre e concerti. Nell’incontro inaugurale, moderato da Eugenio Andreatta, nuovo capo ufficio stampa del Meeting di Rimini, c’erano Giulio Tremonti e la presidente della kermesse riminese Emilia Guarnieri. In sala, tra gli altri, erano presenti il presidente della Liguria Giovanni Toti (frequentatore per una decina d’anni dell’evento riminese come giornalista Mediaset) e alcuni sindaci. L’ex ministro dell’economia Tremonti (anche lui per qualche anno ospite e relatore a Rimini) ha subito espresso meraviglia per il fatto che per il titolo del Meeting sia stata scelta una frase di Goethe, “il principe degli illuminati e grande massone”, ha detto. E ha concluso dicendo che l’eredità dei nostri padri non c’è più e che il mondo è davvero cambiato ma senza che noi avessimo in mano le leve per essere soggetti attivi di questo cambiamento. In verità, questa s’è rivelata una provocazione che gli organizzatori e la stessa Emilia Guarnieri hanno colto per testimoniare a loro modo una risposta alle tante sfide che la crisi di questo tempo ci propone: i migranti, il rapporto col mondo islamico, la crisi economica e la povertà. Agli incontri delle giornate liguri hanno partecipato anche don Claudio Burgio operatore nel carcere minorile Beccaria di Milano, Bruno Mastroianni, Giuliano Tavaroli, Wael Farouk, il senatore Mario Mauro, il giornalista Domenico Quirico, Beatrice Fazi autrice della fiction televisiva “Un medico in Famiglia”, don Vincent Nagle, Marta Busani. L’ultimo incontro era dedicato alla figura di don Luigi Giussani. Ma c’è un altro elemento che lega Loano a Rimini ed è il direttore della Marina di Loano Yachting Club, Marco Cornacchia, riminese ex velista professionista, uno dei pochi sempre selezionati dallo skipper Paul Cayard per fare parte dei 16 dell’equipaggio “A” (quello titolare delle gare) del Moro di Venezia nella Coppa America a San Diego nel 1992.

Marco Cornacchia, venne segnato nella sua vita professionale da questo evento che lo coinvolse per due anni e mezzo circa, tra i 25 e i 28 anni, con una competenza affinata all’ennesima potenza in questo campo dall’esperienza sul Moro di Venezia. Per lui si aprirono le porte del mondo della vela. Creò una sua società per la gestione delle imbarcazioni: dalla progettazione, alla costruzione fino alla messa in acqua con tutto quello che serviva: finanziamenti, assicurazioni ed equipaggi. Marco Cornacchia, nato nel ’65, ha vissuto a Rimini fino al 2011, facendo comunque consulenze per diverse marinerie in Italia e occupandosi della logistica di grandi yatch. Fu così che, a sei mesi da una sua consulenza per la marina di Loano, nel febbraio 2011 accettò la proposta di fare il direttore di questa Marina, una splendida struttura che può ospitare circa un migliaio di imbarcazioni dagli 8 ai 65 metri, con una palazzina direzionale che riproduce il ponte di comando di una nave.

Marco Cornacchia con Emilia Guarnieri alla Marina di Loano

Da riminese, conoscendo il Meeting, non ha avuto alcun dubbio nell’accettare di buon grado la proposta del centro culturale “Cara Beltà” di svolgere il Pre Meeting di Loano nella sua Marina, è così?
“No, anzi per me è stato come riannodarmi al cordone ombelicale di quella che considero la mia città e cioè Rimini. Come tantissimi riminesi sono cresciuto legato al Meeting, in maniera diretta o indiretta. Per dirla con una battuta, anche solo per il fatto che nella zona in cui vivevo e dove si svolgeva il Meeting non trovavo mai parcheggio. In realtà il Meeting è stato qualcosa di straordinario in tutti questi anni per la presenza certo di grandi personaggi ma anche per la marea di giovani ospiti e volontari. E quindi la richiesta del centro culturale di Loano è stata per me in un certo senso rafforzare il mio legame con Rimini”.

Oltre all’interesse culturale c’è stato da parte sua anche un legittimo interesse turistico…
“Si, questo è il secondo anno e gli organizzatori del Pre Meeting dopo l’esperimento dell’estate 2016, quando la manifestazione si svolse nel Giardino del Principe vicino al Comune, volevano una location più vicina al cuore turistico di Loano e così sono stati ospitati nella nostra struttura. E gli organizzatori stessi hanno rilevato maggiore partecipazione e inoltre questa marina è una delle più belle del Mediterraneo. Voglio dire che, per questa riviera, un tipo di turismo legato anche ad aspetti più culturali e congressuali, rappresenta una novità rispetto alla città di Rimini che offre una ricezione alberghiera e di ristorazione molto superiore. Per la riviera ligure questo tipo di manifestazioni sono in un certo senso inedite e io ritengo che il Pre Meeting abbia fatto scoprire un aspetto bello e interessante anche da questo punto di vista”.

Non la voglio fare litigare né con gli uni né con gli altri, ma dal punto di vista turistico, cosa Rimini e Loano possono invidiare e insegnare l’una all’altra?
“Ovvio che le due località hanno caratteristiche completamente diverse: finora effettivamente il classico relax balneare ha prevalso a Loano. Voglio dire che anche qua in Liguria l’aspetto culturale del turismo c’è sempre stato anche se Rimini, perlomeno nei numeri, può insegnare qualcosa. Dalla loro i liguri hanno una positiva forma di curiosità nel provare nuove sfide e portarle avanti, come questa del Pre Meeting. Quando dico che sono di Rimini spesso mi fanno questa battuta: “Per fare andare bene le cose qua, ci vorrebbero imprenditori romagnoli”. In realtà non è proprio così: la Liguria è una terra fortunata, imprenditorialmente e turisticamente. I turisti sono prevalentemente piemontesi e lombardi ma l’offerta è minore rispetto a Rimini anche perché c’è meno spazio (la montagna arriva praticamente in riva al mare). A Rimini ci sono parchi divertimenti, alberghi grandi e piccoli e altre strutture ricettive con numeri decisamente superiori. I romagnoli sono imprenditori del turismo estremamente attivi per non dire ‘aggressivi’ visto che i turisti in qualche modo devono anche andare a cercarseli, mentre in Liguria arrivano”.

Ora la sua famiglia vive a Milano e lei fai il pendolare tra Milano e Loano, ma quando le capita di tornare a Rimini come la trova?
“Quello che mi piace molto (e che si vede soprattutto nei momenti di crisi) degli albergatori e dei ristoratori di Rimini, ne conosco e sono anche amico con tanti, è la voglia di darsi da fare e di mettersi continuamente in discussione, in particolare nei momenti difficili. Per esempio, molti dicono: l’albergo com’è andato finora non tira più e devo fare qualcosa di nuovo, vado a cercare nuovi mercati. Insomma si trova gente che vive e che ha voglia di fare. Anche se Rimini ha anche dei difetti che si riscontrano un po’ dappertutto nel mondo, questa vivacità e voglia imprenditoriale è fantastica”.

E la darsena di Rimini?
“La trovo una darsena bellissima anche se ha subito, come tutte le marine italiane e in particolare della costa adriatica, un momento di crisi quando il fisco italiano s’è accanito (una cosa quasi pensata a tavolino e non so se sia più grave questa volontà di “bastonare” un comparto o l’incapacità) sul settore nautico, arrivando ad assestargli un durissimo colpo. Non so dire se sia leggenda o verità, ma a quei tempi sulle darsene delle coste croate e su quelle della Corsica all’ingresso comparvero cartelli in inglese e francese con scritte di ringraziamento indirizzate al Presidente del Consiglio italiano (Monti, ndr.), mentre è certo che nel settore vennero a mancare decine di migliaia di posti di lavoro per l’impressionante fuga dei diportisti. La darsena di Rimini ha gente caparbia e che sa il fatto suo e che se l’è cavata bene in questi anni”.

Fotografie: dalla pagina Facebook della Marina di Loano

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