La piadina romagnola verso l’Igp ma con qualche compromesso

La piadina romagnola verso l’Igp ma con qualche compromesso

“E’ di poche ore fa la notizia della pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, della domanda di registrazione dell’Indicazione Geog

“E’ di poche ore fa la notizia della pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, della domanda di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta “Piadina Romagnola / Piada Romagnola”. Da ora la procedura comunitaria prevede tre mesi di tempo per permettere agli altri Stati Membri di presentare eventuali domande di opposizione. Trascorso questo periodo, la Piadina Romagnola IGP sarà ufficialmente iscritta nel registro europeo delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette’. L’annuncio viene dall’assessore al Turismo e alle Attività economiche della Provincia di Rimini, Fabio Galli.
“Si tratta senza dubbio di una notizia attesa da almeno dieci anni dalle nostre parti. Cioè lo sbarco a Bruxelles della procedura formale per riconoscere la certificazione di qualità e la tutela del marchio contro tutti i tentativi di imitazione (anche maldestri, se non offensivi a girare i banchi di qualche supermercato in Italia e all’estero) a un pezzo della nostra identità non solo alimentare: la piadina romagnola, patrimonio di sapore e di cultura in formato disco. La pubblicazione della Indicazione Geografica Protetta sulla Gazzetta Ufficiale UE viene dopo un decennio abbondante di discussioni e divisioni interne, a volte anche molto calde, tra territori romagnoli che rivendicavano ognuno la sua procedura. Anni di battaglie ‘ideologiche’ tra istituzioni, associazioni e singoli privati, il cui risultato è stato però quello di non riuscire a presentare una proposta unitaria, con i crismi richiesti dall’Unione Europea”.
Spiega Galli che “si è giunti quindi un anno fa a un’obbligatoria mediazione tra le due tipologie, la ‘Piada Romagnola’ e la Piadina romagnola alla Riminese’, presenti entrambi nel capitolato ufficiale, inviato al Ministero delle Politiche agricole e pubblicato adesso dall’UE. Magari farà storcere il naso ai puristi che la pretendono di diametro più largo, meno spessa e più morbida (noi riminesi) o, di converso, a chi la preferisce spessa, friabile e meno larga ma il risultato è che tra pochi mesi potremmo finalmente tutelare per legge e su scala internazionale il nostro prodotto tipico più conosciuto, stoppando gli imbroglioni e la contraffazione che penalizza economicamente anche i nostri produttori (in 60 miliardi di euro all’anno è stimato il giro d’affari mondiale del falso cibo e vino italiano).
So che alcuni non digeriranno del tutto anche la scelta dei territori che oltre alla nostra provincia e a quelle di Forlì Cesena e Ravenna comprende alcuni Comuni dell’Imolese, ma siamo sempre lì: si poteva prolungare ancora la discussione con il rischio di farci scippare marchio, mercato internazionale e immagine?
Io ritengo che oggi si sia fatto un passo importante, per qualche verso storico, anche per la provincia di Rimini. Ricordando anche che il compito del marchio Igp non è solo quello di proteggere il singolo prodotto o produttore, ma sancire – una volta per tutte – il legame che lega la piadina (o piada) al suo territorio d’origine”.
Ma su questo traguardo che interessa il prodotto simbolo della Romagna si registra anche la soddisfazione del Consorzio di Promozione della Piadina Romagnola e di Confartigianato Rimini, entrambi i soggetti in prima linea in questo storico riconoscimento, nato a fine 2011 e che oggi raggruppa 22 produttori da tutta la Romagna, numero destinato a salire con l’adesione di numerosi chioschi del territorio romagnolo.
“Dopo il riconoscimento transitorio su scala nazionale, ora anche la Commissione Europea ha posto un’importante pietra in vista dell’IGP definitivo – afferma Elio Simoni, presidente del Consorzio – I tecnici di Bruxelles dopo mesi di indagini, documentazioni, esami, hanno ritenuto valide le ragioni della nostra proposta. Proposta, mi preme sottolineare, che nasce dalla volontà di tutelare la storia, le tradizioni, i sapori di un prodotto emblema della nostra terra di Romagna. Ora attendiamo fiduciosi che l’iter arrivi a compimento nel più breve tempo possibile”.
Simoni commenta anche il riconoscimento esteso alla Piadina Romagnola alla Riminese: “E’ un risultato raggiunto grazie alla lungimiranza della Confartigianato di Rimini, che per prima intuì la necessità di tutelare la tipologia di Piadina Romagnola che storicamente si è affermata nel territorio di Rimini.
La denominazione registrata a livello comunitario conterrà il termine Riminese, consolidando in modo indissolubile il legame tra Rimini e la sua Piadina Romagnola”.

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