Lettera aperta alla presidente dell’Associazione albergatori di Rimini

Lettera aperta alla presidente dell’Associazione albergatori di Rimini

La sua analisi sui "prezzi stracciati" e sulle pecche del nostro sistema ricettivo non regge l'urto della realtà. Ripete ormai da anni che il problema è quello di alcune mele marce in un cesto di appetitose Stark Delicious. Il problema è un altro e ben più serio.

Penso di aver letto ormai una decina di articoli sugli organi di stampa, per limitarmi ad un periodo recente, nei quali lei accusa i suoi colleghi, rei di praticare prezzi stracciati. Il messaggio che passa è quello di una “devianza” all’interno di un corpo sano. Le famose mele marce in un cesto di appetitose Stark Delicious. A me sembra un punto di vista assai lontano dalla realtà, e credo non solo a me. Fra le tante prove si potrebbe ricordare quella drastica di un mercato immobiliare del ricettivo che attesta percentuali al ribasso sempre più impietose. Non solo le stanze per un weekend ma a Rimini a prezzi stracciati si possono acquistare gli alberghi, mentre cresce il numero di quelli chiusi e cadenti che non vuole nessuno.
Per questi motivi una analisi seria e senza infingimenti dovrebbe piuttosto farla parlare di catastrofe. E’ del tutto evidente che il problema di fondo, confermato da statistiche e ricerche, risiede sostanzialmente nel fatto che essendo diminuita drasticamente la richiesta – anche se incidono naturalmente fattori non solo locali – causa un “prodotto Rimini” non più attraente come lo fu in passato, l’offerta della ricettività turistica risulta eccessiva. Molto eccessiva.
Cercare di riportare in pareggio domanda ed offerta attraverso la chiusura di alberghi, senza mettere in discussione il “sistema” in generale e le falle che l’hanno portato al punto in cui è giunto oggi, mi sembra una strategia perfino bizzarra. Anche perché chi ha fatto i dovuti approfondimenti, vedi ad esempio Primo Silvestri, ci racconta che la marginalità, frutto di un inadeguato tornaconto d’impresa, non riguarda sparute pensioncine ma una fetta enorme del nostro apparato ricettivo. Eliminare questo consistente bacino di imprese “zombi” significherebbe dare un colpo mortale all’intera economia riminese, compreso lo stesso sistema turistico rimanente, costretto a fare i conti con la inevitabile decadenza generale. La cura, insomma, deve essere immaginata in maniera meno semplicistica e soprattutto con l’onestà intellettuale e la visione d’insieme che purtroppo difettano da qualche decennio fra coloro che guidano le sorti del turismo.
Fatto questo quadro, cara presidente Rinaldis, seppure molto sintetico, potrebbe risultare più chiara anche la sua tattica: lei non esce mai dal suo schema e continua anzi a riproporlo come un mantra, anche, mi consenta, di fronte all’evidenza più oggettiva. Perché lo fa? Forse perché l’A.I.A. da molto tempo appare complementare alle improvvisazioni amministrative che da ormai trent’anni si consumano in ambito turistico.
Per fare un esempio che ha a che fare con l’attualità, mi chiedo come sia possibile che siate d’accordo con l’Amministrazione Comunale nel creare un sistema vantaggioso solo per gli alberghi in prima linea, per i quali vengono previsti parcheggi interrati nelle aree in fregio, anche di due piani, con in più plateatici dove ovviamente si apriranno bar e ristoranti, mentre per tutti gli altri alberghi, ma anche attività commerciali, si usa la scure della mobilità sostenibile, quindi se osano chiedere un solo stallo diventano i nemici dell’ambiente.

Giulio Grillo

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