Masini (Ariminum): “Sbagliato mandare in pensione il Ponte di Tiberio”

Masini (Ariminum): “Sbagliato mandare in pensione il Ponte di Tiberio”

"Su quest’opera bimillenaria, iniziata da Augusto e terminata da Tiberio, è trascorsa la storia: le bighe, i carri, le auto, i cingolati ... Chiuderlo

“Su quest’opera bimillenaria, iniziata da Augusto e terminata da Tiberio, è trascorsa la storia: le bighe, i carri, le auto, i cingolati … Chiuderlo in maniera permanente ai veicoli, con la pur nobile pretesa di preservarlo, sarebbe come togliergli la vita; diventerebbe un elemento museale, una bella immagine, da fotografare e incorniciare”. Lo scrive il direttore di Ariminum, rivista del Rotary, nel numero di aprile. Non ne fa una questione di viabilità e di penalizzazione delle attività commerciali, problemi che pure, secondo tanti riminesi, si faranno sentire. Ma, dice, musealizzarlo significa spegnerlo. D’altra parte ha 2000 anni ma li porta molto bene. E’ sopravvissuto ai Goti, a Pandolfaccio, ai terremoti e alla ritirata dei tedeschi, che nel 1944 l’avevano già minato per farlo saltare in aria, allo scopo di rallentare l’avanzata degli alleati, ma fortunatamente il piano non andò in porto. Però il sindaco Andrea Gnassi ha ormai deciso, sarà pedonalizzato.
Manlio Masini spiega la sua “contrarietà al progetto dell’Amministrazione Comunale, che prevede la definitiva chiusura al traffico del maestoso cimelio imperiale”. Un no, il suo, “puramente sentimentale” e dettato “dall’orgoglio che mi procura vederlo ancora attivo, utile, addirittura necessario alla Città e al suo Borgo. È l’unico Ponte al mondo, così datato, ad essere ancora percorribile da auto e moto. Un vero e proprio primato. Che, a parer mio – e di alcuni amici di Ariminum – , andrebbe salvaguardato”.
“Il traffico su gomma – lo dicono tecnici ed esperti – non danneggia questo simbolo eclatante di una romanità che affascina. A danneggiarlo sono state alcune opere malfatte di chirurgia estetica che hanno inciso sul suo habitat. Certo, il Ponte di Augusto e Tiberio va tutelato e la realizzazione di una strada che lo alleggerisca di parte del viavai che abitualmente sopporta, è sacrosanta – tanto più che andrebbe a beneficio di tutta la viabilità cittadina –, ma chiuderlo è un errore. Non è tempo di mandarlo in pensione, è ancora perfettamente in grado di svolgere il suo lavoro e con esso di mettere in risalto l’efficienza e la grandiosità di una struttura che non smette di sorprendere”, dice Masini.

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