Museo Fellini: spuntano anche 300mila euro di royalties a carico del Comune

Museo Fellini: spuntano anche 300mila euro di royalties a carico del Comune

Ai titolari dei diritti di sfruttamento economico di film e immagini che saranno utilizzati nell'allestimento multimediale del Museo Fellini andrà fino all'11% degli incassi sui biglietti venduti. E quelli presunti da palazzo Garampi non rendono ragione della prosopopea sul gran numero di visitatori attesi, che accompagna da sempre il progetto.

«Variante in corso d’opera» per il primo stralcio dell’affidamento misto dei servizi di ideazione, progettazione, produzione e fornitura dei contenuti e prodotti multimediali e dei servizi di progettazione degli allestimenti e delle tecnologie interattive del Museo Fellini. Cosa è successo?
Il progetto esecutivo era stato approvato dalla giunta il 31 ottobre 2019 e il 18 gennaio è avvenuto l’affidamento al raggruppamento temporaneo di operatori economici (fra cui la capogruppo Lumiere & Co. e una sfilza di mandanti: Studio Azzurro di Milano, il riminese Marco Bertozzi e tanti altri) per un valore complessivo di aggiudicazione pari a quasi 1 milione 900mila euro.
Nel settembre del 2019 amministrazione comunale e raggruppamento temporaneo avevano sottoscritto il relativo contratto, ma adesso due articoli dello stesso sono stati modificati. Nell’andare a definire il tema dell’utilizzo dei contenuti audiovisivi che faranno parte degli allestimenti multimediali del Museo Fellini, i soggetti titolari dei diritti di sfruttamento economico di film e immagini di Fellini (dalla Rai all’Istituto Luce, dalla Cineteca di Bologna a Cristaldi, da Mediaset alla elvetica Rts, in tutto 14 realtà) hanno comunicato a palazzo Garampi le loro condizioni. E sono due: «l’impossibilità e/o l’indisponibilità e/o l’inaccettabilità di una cessione in perpetuo da parte dei medesimi soggetti delle licenze d’uso di film e dei loro estratti nonché di immagini e foto; l’imprescindibilità, nella composizione del corrispettivo richiesto per la cessione delle licenze, della previsione di una fee iniziale ‘una tantum’ e di royalties annuali da applicare sui proventi derivanti dalla bigliettazione».
Il pagamento delle royalties sarà, vita natural durante, sul groppone delle casse comunali, in quanto «a carico del soggetto che gestisce il Museo e ne incassa i proventi». Mentre l’una tantum iniziale la pagherà il raggruppamento temporaneo ai titolari dei diritti di sfruttamento economico di film e immagini che saranno utilizzati nell’allestimento multimediale del Museo Fellini.
Queste royalties non potranno superare la percentuale massima dell’11% sull’incasso dei biglietti, comunque una somma significativa.
«L’incasso annuale presunto derivante dalla vendita dei biglietti del Museo Fellini è stimato in euro 130.000 nel 2021 ed in euro 275.000 negli anni seguenti», spiega il dirigente comunale nell’atto in questione.
Siccome «il periodo massimo per la cessione della licenza è, nella maggioranza dei casi, di 10 anni», sono stati calcolati anche i costi presunti a carico del Comune di Rimini, connessi alla modifica contrattuale: «da aprile 2021, presumibilmente mese di inaugurazione del Museo, a marzo 2031, è stimato in euro 294.112,50 oltre Iva». Ma l’assessore alla cultura Giampiero Piscaglia ha detto in commissione che l’inaugurazione è attesa in estate.
Il dato relativo alla vendita dei biglietti pari a 275 mila euro, seppure presunto, non lascia immaginare le folle oceaniche di cui parla da tempo il sindaco di Rimini a proposito di visitatori nazionali e internazionali che non vedrebbero l’ora di infilarsi nel Museo Fellini.
Giusto per fornire qualche misura di grandezza, limitandoci all’Emilia Romagna, nel 2019 la fortezza si S. Leo ha introitato (lordi) 488.016 euro, la Basilica di Sant’Apollinare in Classe 533.648 euro, il Complesso Monumentale della Pilotta a Parma 675.926 euro.

COMMENTI

DISQUS: 0