Nasce Dreamini: una spallata culturale agli amministratori da default

Nasce Dreamini: una spallata culturale agli amministratori da default

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Si definiscono “un nuovo soggetto culturale che ama la città e crede nella possibilità di rimettere in moto dinamiche di sviluppo per conseguire un benessere generale oggi largamente compromesso o perduto”. Credono in un nuovo sogno per Rimini e pur muovendosi su un terreno prepolitico non nascondono di voler dare una spallata all’immobilismo, per non dire al nullismo, che regna a Palazzo Garampi.
“Dreamini” è il nome del soggetto culturale, che si presenta alla città venerdì 14 marzo alle ore 11 “nei locali d’un negozio storico ora non più attivo che ha subito la stessa sorte di tante altre attività commerciali del centro. Una location simbolo di una crisi prodotta da una gestione fallimentare della città. L’ingresso si trova in via Tempio Malatestiano 13, nell’angolo che incrocia via Quintino Sella”.
L’uscita publica, la prima, raccoglie il frutto di un lavoro iniziato da tempo, come spiegano gli organizzatori: “Sono già alcuni mesi che una serie di persone con identità culturale, professionale nonché politica diversa, quando non addirittura contrapposta, incapaci di rassegnarsi alla retorica d’una crisi diventata ritornello d’obbligo, s’incontrano non solo per analizzare i problemi di Rimini, ma per ipotizzare delle soluzioni”. Problemi aggravati da una classe di amministratori pubblici sui quali Dreamini non ha dubbi: “Gli attuali amministratori appaiono del tutto inadeguati a “cambiare verso” a una città pericolosamente avviata da una parte al nulla culturale, dall’altra al default economico-finanziario. Vicende come quella dell’aeroporto, dell’identità turistica, degli sversamenti in mare o del polo congressuale e fieristico sono temi con cui si sono cimentate intere generazioni di amministratori. Col risultato d’un Comune che oggi, attribuendosi un ruolo da imprenditore che non gli compete, sembra incapace di dare risposte adeguate ai problemi drammatici della città e dei suoi abitanti”.
Analisi dura, anti tagliente, ma senza sfiducia e allarmismo a buon mercato: “Non vogliamo ingrossare la schiera dei disfattisti, vorremmo piuttosto cercare di offrire soluzioni a partire dalla preoccupazione largamente condivisa per una città che non sa più da dove viene, chi è, dove va. Per questo il gruppo di persone che si presenterà venerdì 14 marzo ha costituito una Associazione Culturale dall’evocativo nome di ‘DREAMINI’: come dire, anglesizzando, Rimini come dream, come sogno, quindi cosa pensare e fare perché Rimini torni a essere sogno, proiezione immaginaria, oggetto del desiderio sia dei turisti che dei riminesi stessi piuttosto che incubo o “città fantasma” sulla via Emilia, come finirà per diventare andando avanti così”.
Dell’Associazione fanno parte soggetti di varie aree culturali e politiche, giovani, imprenditori, professionisti, uomini e donne aperti a un confronto di tipo innanzitutto culturale con chiunque abbia a cuore il destino della città. Nomi? Di certo del gruppo fanno parte Bruno Sacchini e Mario Ferri, che venerdì illustrano in conferenza stampa il sogno che anima il nuovo soggetto.

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