Non possumus!

Non possumus!

Volevo parlare di politica ma...

Volevo parlare di politica visto che fra due settimane si vota e grande è la confusione sotto l’azzurro cielo, ma mi è stato consigliato di lasciar perdere. Corro il rischio di essere bloccato a vita su Facebook e ritrovarmi coinvolto in una rissa sanguinosa fra bande rivali sotto la stessa bandiera, dove il fuoco amico è molto più pericoloso dei missili iraniani.
Mi accontenterò di Nando Piccari e di andare a vedere Pierfrancesco Favino a vent’anni dalla morte di Bettino
Craxi esule o latitante secondo Gianni Amelio, ad Hammamet. Ma è inutile, mi piace troppo sfurgugliare con domande indiscrete, indesiderate, non politicamente corrette, per cercare di capire quello che avviene o non avviene nella città di Sigismondo e nelle amene colline particolarmente vocate alla vite e all’olivo. Perché “non enim possumus quae vidimus et audivimus non loqui”. Per chi non conosce il dialetto, la nostra lingua madre: “non possiamo infatti non parlare di ciò che abbiamo visto e udito.” Atti degli Apostoli 4, 20.
Rurali sempre.

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