Nuovo Cinema Valloni: se è tornato il Fulgor ecco chi bisogna ringraziare

Nuovo Cinema Valloni: se è tornato il Fulgor ecco chi bisogna ringraziare

"Quando sono terminati i lavori ho pensato: fortunatamente abbiamo finito", dice il presidente della Asp Valloni Marecchia, Giancarlo Ferri. Una azienda pubblica di servizi alla persona ha dovuto reinventarsi stazione appaltante e superare mille ostacoli sorti nel cantiere. Ma qualcuno ha ringraziato pubblicamente i vertici della Asp? Abbiamo incontrato il presidente e il vice, Alberto Pietrelli, per ricostruire la lunga e complicata fase che ha portato al taglio del nastro dello storico cinema, ma anche per parlare dei bilanci della Asp e dei progetti che sta perseguendo. Compresa la nuova destinazione di palazzo Palloni.

Qualcuno ha ringraziato il Valloni al taglio del nastro del Fulgor? Noi non c’eravamo e non possiamo rispondere, ma nei comunicati ufficiali inviati alla stampa quel “grazie” è mancato. Eppure se il Fulgor ha riaperto i battenti è soprattutto grazie a chi si è sobbarcato un onerosissimo impegno, anche finanziario, ma soprattutto seguendo passo a passo la ristrutturazione, con i tanti imprevisti che si sono verificati. Stiamo parlando di una ex Ipab, un’azienda di servizi alla persona, che nel caso del Fulgor si è vista costretta a misurarsi con un compito assai impegnativo e al di fuori delle mansioni riservate ad una azienda pubblica con queste caratteristiche.

L’ultimo miglio dell’impresa che il 20 gennaio ha portato all’inaugurazione del cinema l’ha percorso l’attuale presidente, architetto Giancarlo Ferri, in carica dal 2014, mentre il vicepresidente Alberto Pietrelli è al Valloni da molto più tempo, a fianco anche del precedente presidente Massimiliano Angelini.
Di certo l’Asp Valloni i ringraziamenti li fece quando spuntò all’esterno del Fulgor l’insegna del cinema sulla facciata del palazzo, lo scorso aprile, alle maestranze impegnate nei lavori e a se stessa, “alla forte volontà di progettazione ed esecuzione gestita dall’Asp”. Meritati.
“E’ stata una operazione molto impegnativa per un ente come il nostro”, ammette il presidente Ferri. Che sta facendo da parafulmine anche per scelte che il Valloni ha dovuto gestire ma che sono state assunte dalla politica, ovvero la fusione deliberata dalla giunta della Regione Emilia Romagna, che dal 1° aprile 2016 ha dato vita alla nuova Asp Valloni Marecchia, che vede in qualità di soci i Comuni di Rimini, Bellaria Igea Marina e l’Unione dei Comuni Valmarecchia.

“E’ inaudito che ad oggi non siano stati depositati ed approvati i bilanci dell’Ente e non si sappia come verranno ripianate le perdite”, tuonò il capogruppo della Lega Nord Marzio Pecci poco meno di due mesi fa nella commissione chiamata a discutere la mozione da lui presentata in consiglio comunale nel dicembre del 2016 proprio sulla Asp.
La scelta di partire ad aprile ha comportato conseguenze macchinosissime, come vedremo, e il ritardo nella chiusura dei bilanci è figlia di questa scelta. Ma partiamo dal Fulgor.

“Perché una Asp è diventata la stazione appaltante di palazzo Valloni?”. La domanda la pose in consiglio comunale nel 2015 la consigliera del movimento 5 stelle Carla Franchini. L’opera ultimata avrebbe dovuto essere consegnata a fine 2016, è arrivata oltre un anno dopo. Ma in questa storia i ritardi sono un film abbastanza noto. I primi incarichi per il progetto del nuovo Fulgor risalgono al 1997, ci sono voluti 21 anni. Da ultimo a remare contro furono la stratificazione archeologica venuta alla luce, che bloccò il cantiere per circa un anno e costrinse ad una perizia di variante di 600 mila euro, e due fallimenti che hanno coinvolto altrettante ditte impegnate nei lavori. Fortunatamente non si dovette provvedere ad un altro appalto, altrimenti i ritardi sarebbero lievitati. Fra le imprese ci fu chi presentò riserve per oltre mezzo milione di euro, “che sono riuscito ad azzerare”, spiega Ferri.

L’Asp valloni, proprietaria dell’edificio, per portare a termine il Fulgor ha acceso un mutuo con Carim di 7 milioni di euro, il costo finale sfiora gli 8 milioni e mezzo perché ai circa 7 milioni e mezzo finiti nell’intervento edilizio e ai 700 mila risucchiati dagli allestimenti, bisogna aggiungere circa 150 mila euro di interessi del preammortamento.
Una convenzione fra Asp e Comune di Rimini regola tutta questa delicata operazione, ed è stata modificata due volte: nella prima stesura era infatti previsto che il Comune cominciasse a pagare un anno dopo il termine dei lavori. Geniale. Ragion per cui è stata cambiata in corsa. Il 29 aprile 2016 è stato firmato l’atto di costituzione del diritto di superficie per un importo di 11 milioni 388 e 728 euro. L’Asp ha chiesto un anticipo al Comune, che è arrivato: 700 mila euro.
Ora l’Asp Valloni incassa ogni tre mesi dal Comune di Rimini rate di circa 140 mila euro che finiscono su un conto corrente dedicato. E’ una partita che andrà seguita con attenzione ma il più ormai è passato. “Quando sono terminati i lavori ho pensato: fortunatamente abbiamo finito. Basta!” Il presidente tira un sospiro di sollievo. Incubo finito. Ma davanti al sindaco, al ministro e al presidente della Regione sarebbe stato giusto, nel giorno della inaugurazione, fare sfilare lo stato maggiore dell’Asp. Applausi.

Passiamo ai bilanci. “L’Asp Valloni Marecchia è stata costituita il primo aprile 2016 e la carica di legale rappresentante nella iniziale fase di passaggio è andata al sindaco del Comune di Rimini. A maggio è stato nominato il consiglio di amministrazione. Di fatto è nata a tutti gli effetti una nuova azienda, frutto della fusione della Asp “Casa Valloni” e “Valle del Marecchia”, con tutte le problematiche relative ad una unificazione di questa portata”, sottolinea Ferri. La partenza ad aprile ha significato redigere ed approvare una quantità di bilanci: tre per ognuna delle due Asp, il bilancio dei nove mesi nella nuova entità… La redazione dello stato patrimoniale ha visto altri imprevisti perché se per il Valloni il patrimonio era determinato su stime, per la parte Marecchia c’erano solo i valori catastali. Altro lavoro. Ma le complicazioni burocratiche sono state anche altre: i bilanci prima di approdare alla approvazione della assemblea dei soci della Asp devono passare dagli organismi di Distretto e dalla conferenza socio-sanitaria. Macchinoso è dire poco.
“ll bilancio 2016 sarà licenziato fra la fine di gennaio e la prima metà di febbraio, quando avremo anche il previsionale 2018, mentre il preventivo 2017 e il triennale 2017-19 sono già stati approvati”, assicura Ferri, “a breve ci metteremo in pari, ma non siamo stati con le mani in mano”.

Cosa dicono i bilanci? Quello del 2016 della nuova Asp chiuderà con un disavanzo di circa 50 mila euro, e la previsione del 2017 e 2018 conteggia altre due perdite, rispettivamente -88 mila euro circa e -234 mila. Incidono soprattutto il venir meno dell’affitto di palazzo Palloni dopo il trasferimento del liceo pedagogico Valgimigli (contratto terminato lo scorso settembre e che portava alle casse del Valloni circa 150 mila euro l’anno) e la scomparsa (da giugno 2016) di un’altra entrata, quelle del “Residence dei babbi”.
Se per l’Asp Marecchia dovranno essere i Comuni soci a ripianare la perdita di circa 150 mila euro, per il Valloni il piano di rientro prevede di fronteggiare la perdita con alienazioni di beni. Ci sono ad esempio due terreni edificabili a Lagomaggio, un podere a Coriano (beni sui quali l’Asp paga anche un’Imu salata per cui prima se ne libera e meglio è), così come si sta lavorando alla nuova vita del palazzo Palloni. A breve l’enorme edificio sarà interessato dai rilievi di vulnerabilità sismica per avere lo stato dell’arte e decidere il da farsi: “Conosceremo i risultati entro metà febbraio”, precisa Ferri. Sfumata l’ipotesi di farne la sede della questura, ora l’Asp sta ragionando con partner di livello nella ipotesi di trasformarlo in location di una scuola internazionale.
“Gestiamo una molteplicità di funzioni: anziani, asili, scuole nei Comuni di Rimini e Bellaria, appartamenti con servizio a Santarcangelo, la struttura dei Servi, l’asilo interaziendale dell’Ausl, che nel 2018 si trasformerà diventando a ciclo intero, 0-6 anni, un’esperienza all’avanguardia. Oltre a tutto questo abbiamo un importante patrimonio da gestire e ottimizzare”, sintetizza il vice presidente Pietrelli. Più quasi 100 dipendenti.
E sapete quanto guadagna il presidente dell’Asp che mette ogni giorno le mani in una impresa come questa, alla quale si sono aggiunte anche le grane legate al Fulgor? Zero. Gratis. “Faccio il volontario” dice lui. E Pietrelli? Un gettone per il cda di 100 euro, così come per il consigliere Maurizio Pasolini.

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