Decine e decine di milioni di euro dei contribuenti spesi nei potenziamenti del depuratore e della rete fognaria non sono bastati a scacciare l’incubo. Interdetti ai bagnanti 3,6 chilometri di spiaggia riminese.
Ieri, martedì 13 luglio, cinque tratti di mare del Comune di Rimini sono stati interdetti alla balneazione per scaricamento fognario. A voler essere pignoli e usando il linguaggio della burocrazia comunale, le parole scaricamento fognario vanno sostituite e mascherate con la frase «Episodio occasionale dovuto a misura di gestione preventiva»: la sostanza sappiamo qual è.
I tratti interessati sono lunghi in totale 3,6 chilometri: 156 metri a Miramare – Rio Asse nord; altri 977 metri a Miramare – Roncasso; 727 metri a nord e 974 metri a sud della foce del deviatore Marecchia; 817 metri a Viserbella – la Turchia.
E così ci risiamo: ancora divieti di balneazione, benché «temporanei». Alla foce del Marecchia, dalle ore 17:49 del 13 luglio alle ore 12:21 di oggi 14 luglio; a Viserbella dalle 17:40 di ieri alle 11:50 di oggi; a Miramare – Roncasso dalle 19:09 di ieri alle 16:19 di oggi; al Rio Asse dalle 19:46 di ieri alle 19:29 di oggi.
Attenzione al motivo dell’interdizione delle acque, come specificato nell’ordinanza del sindaco Gnassi: «in caso di pioggia persistente e/o di notevole intensità che causi l’apertura dei seguenti sfioratori di piena». Per rinfrescarci la memoria, riepiloghiamo l’elenco dei dieci punti potenzialmente critici, in cui gli sfioratori di piena potrebbero aprirsi in caso di «pioggia persistente e/o di notevole intensità: Torre Pedrera – Brancona; Viserbella – la Turchia; deviatore Marecchia bypass depuratore Santa Giustina; deviatore Marecchia scaricatore Rimini Isola; Rimini Ausa – sollevamento Kennedy 45V per zona di mare “Kennedy battigia”; Bellariva – Colonnella 1; Bellariva – Colonnella 2; Rivazzurra – Rodella; Miramare – Roncasso; Miramare – Rio dell’Asse.
Domanda: ieri, 13 luglio, si può dire che sia caduta sul Comune di Rimini una «pioggia persistente e/o di notevole intensità»?
Stando ai dati ufficiali Arpae, non si direbbe: il punto di osservazione Rimini Ausa ha segnato 11,2 millimetri di precipitazione cumulata giornaliera; il punto Rimini Urbana ancora meno, 8,2 millimetri; il punto Riccione (ma siamo appunto a Riccione) 26,3 millimetri; il punto Vergiano 11,4 millimetri.
Ma togliamoci lo sfizio di essere ancora più puntuali, sfruttando i dati resi disponibili da Arpae per la stazione Rimini Urbana: ieri 3,2 millimetri di pioggia sono caduti fra le ore 15:15 e le 15:30, i restanti 5 millimetri fra le 15:30 e le 15:45.
Una pioggia del genere, caduta nell’arco di trenta minuti, può definirsi «persistente» o «di notevole intensità», tanto da mettere in crisi tre sfioratori di piena più il deviatore Marecchia?
Del resto i divieti di ieri e oggi non sono i soli della stagione balneare in corso (che ha conosciuto finora ben poca pioggia).
A Viserbella – la Turchia fu messo il divieto anche il 7 giugno, sempre come «misura di gestione preventiva», ma anche in quel caso la pioggia non fu quella di un monsone: un totale di 13 millimetri fra le 23:45 del 6 giugno e l’una e trenta di notte del 7, con la punta di intensità (si fa per dire) di 4,4 millimetri fra mezzanotte e mezzanotte e un quarto.
A Miramare – Roncasso ci fu chiusura il 19 maggio, non come «misura preventiva» ma «per inquinamento», dicono le carte senza specificare quale inquinamento né la quantità. Si legge nel profilo delle acque Miramare – Roncasso, redatto dall’Arpae, che «l’unica potenziale fonte di inquinamento di breve durata è rappresentata dallo sfioratore di emergenza – centralina di sollevamento acque miste – n. 49 che, in caso di eventi meteorici di una certa consistenza, scarica la portata eccedente in corpo idrico superficiale.»
Ci fu evento meteorico consistente il 19 maggio?
Vediamo i dati ufficiali, sempre da Arpae – stazione Rimini Urbana: totale precipitazione cumulata giornaliera 8 millimetri. Con punta (teniamoci forti) di ben 2,2 millimetri fra le ore 4.15 e le ore 4.30 del 19 maggio. Senza trascurare il colpo di coda che si ebbe con gli 0,2 millimetri di pioggia caduta fra le 9:30 e le 9:45 di quel giorno.
Consoliamoci con la constatazione che finora le acque di Rimini hanno superato senza ostacoli la prova dei tre campionamenti «programmati da calendario» il 17-18 e 31 maggio e il 28 giugno.
Tornando ai punti critici che ieri sono entrati in crisi, le loro acque sono definite «eccellenti» quanto a «qualità delle acque 2017-2020» per quanto riguarda Miramare e Viserbella. Mentre a nord della foce Marecchia la pagella segna «sufficiente». Mistero sulle acque a sud della foce Marecchia, «non classificate», più precisamente, secondo la pagina dedicata del sito Arpae [fonte]: «Qualità: In attesa di classificazione (Anno di riferimento: 2020)».
Il fatto che non si possa stare molto tranquilli sulle acque a nord e a sud della foce del deviatore Marecchia, lo conferma la stessa agenzia regioinale Arpae identificando in questo modo le «cause di inquinamento»: le acque di balneazione sono vicine alla «foce del fiume Marecchia che riceve nel tratto terminale lo scarico dell’impianto di depurazione di Rimini Santa Giustina, al servizio dell’agglomerato di Rimini – Val Marecchia -San Marino, conforme alla Direttiva 91/271/CEE, come recepita dal D. Lgs. 152/2006. In occasione di eventi meteorici recapitano nel Fiume Marecchia anche alcuni scaricatori di piena e alcuni scarichi di acque meteoriche, tra i quali il principale è lo scarico denominato “Rimini Isola”. E’ in corso, da parte del Gestore del Servizio Idrico Integrato, una campagna di riordino degli allacciamenti fognari in zona Via Tonale (Sinistra Marecchia) che una volta completata ridurrà gli impatti di alcuni scolmatori che gravano sull’asta fluviale (SFAM 26, SFAM 27, AP 84).» [fonte]
Conclusione: bastano pochi millimetri di pioggia perché alcuni sfioratori di piena scarichino in mare, causando il divieto di balneazione nel cuore dell’estate turistica riminese. Ma il problema non sono solo gli sfioratori, bensì anche il by-pass del depuratore di Santa Giustina e lo scarico di Rimini Isola. Impianti, questi, costati decine e decine di milioni di euro dei contribuenti per il loro potenziamento (nel caso di Santa Giustina lo hanno chiamato “raddoppio”).
COMMENTI