Palazzo Garampi fa l’equilibrista con 40mila euro di soldi pubblici

Palazzo Garampi fa l’equilibrista con 40mila euro di soldi pubblici

Vi siete chiesti a cosa serve il disabitato perimetro in truciolare che fa a pugni col Galli?

Destano perplessità le sedute in legno di piazza Cavour, costate ai contribuenti una cifra notevole ma sempre vuote. E appaiono surreali le “motivazioni artistiche” che hanno spinto la giunta Gnassi a mettere su questo teatrino, in accordo con l’Unione Europea e la Regione.

Sabato 22 dicembre, le nove e un quarto di sera in pieno centro a Rimini. Tanta gente per le vie. E’ vuoto invece lo spazio, pavimentato in truciolare, allestito quest’anno a impedire una parte di piazza Cavour. Nella staccionata che lo delimita una grande scritta sognante: “un foyer a cielo aperto dove tutto si immagina”. Ma non sembra che ci sia niente di particolarmente suggestivo da immaginare, perché entrati nello spazio ci accolgono – per modo di dire – certi sedioni larghi e bassi, fatti dello stesso truciolare del pavimento, attorno a pochi tavolini piccoli e tondi. Cinque funghi a gas dovrebbero servire da riscaldamento, ma sono spenti. Si contano sulle dita di una mano le persone che vanno e vengono: alcune si siedono un paio di minuti, altre si guardano attorno e poi ciao. Nessuno, o quasi, ha l’intenzione di intrattenersi sulle scomodissime e rigide sedute.

Ma qual è il deserto in cui siamo capitati? Si chiama “Piano di promozione del Laboratorio Aperto Rimini Tiberio – Asse 6, Azione 6.7.2 – POR-FESR Emilia-Romagna 2014/2020”, come recita il cartello che non possiamo proprio definire un capolavoro di chiarezza comunicativa. Leggiamo ancora. Sentite qua: «Le attività di promozione del Laboratorio Aperto, dei relativi contenitori e degli e degli degli interventi di riqualificazione sul patrimonio storico culturale delle culturali punteranno alla valorizzazione di Rimini» (tre “degli” e chiuso il periodo senza punto). In fondo le firme: la bandiera dell’UE, lo “stellone” della Repubblica Italiana e il marchio della Regione Emilia-Romagna.
Caspita che istituzioni! Non sanno fare nemmeno il copia-e-incolla per stampare un cartello in modo che risulti comprensibile. E dire che siamo nel campo – citiamo ancora – della «diffusione della conoscenza del Laboratorio Aperto e dei relativi contenitori culturali, nonché dei servizi digitali innovativi volti a favorire la fruizione del patrimonio culturale della città»: ahò, parla come magggni!

Incuriositi, ci mettiamo a fare due conti. Lo spazio comprende 72 sedie e 20 tavolini di mezzo metro di diametro. Agli angoli quattro abeti alti un metro e ottanta. Stampato in vari punti il nome dello sponsor, una nota ditta di distribuzione del gas.
Ci informiamo meglio: il Comune di Rimini ha pagato un fornitore quasi 40mila euro (per la precisione 39.040,00 IVA inclusa) per allestire questo ambiente straniante da film dell’incomunicabilità. Quarantamila euro dei contribuenti, s’intende.
Approfondiamo: chi si è beccato i soldi è una srls, cioè una società a responsabilità limitata semplificata, fondata con 100 euro di capitale sociale, che si chiama “Equilibrista” ed è l’organizzatrice di “Matrioska” che quest’anno ha i suoi padiglioni espositivi proprio là davanti, nell’ex Sala degli Archi. L’azienda ha come attività prevalente “l’organizzazione di convegni e fiere per conto proprio”, però stavolta la fiera la organizza per conto dell’amministrazione comunale, facendo le sue veci nell’ambito di un progetto comunitario.

Il “Laboratorio aperto” evocato dall’ermetico (e sconclusionato) cartello “sarà uno spazio attrezzato con soluzioni Ict avanzate – spiega il Comune – in cui si sviluppano forme di confronto, cooperazione e collaborazione tra imprese, cittadinanza, terzo settore, università e mondo della ricerca e la pubblica amministrazione e, in generale, di tutti gli attori che hanno un ruolo significativo nella trasformazione della società dell’informazione nell’ambito urbano. Si concentrerà su due tematismi: cultura/turismo e wellness/qualità della vita. Sarà realizzato negli spazi riqualificati dell’ala moderna del Museo della Città e dell’invaso del Ponte di Tiberio”.
Dunque il disabitato perimetro in truciolare serve a fare propaganda alla futura struttura.
Spontanea sorge la domanda: sono soldi (pubblici) ben spesi?
Lasciamo la risposta ai lettori, non prima di aver dato loro altri elementi per farsi un’idea.

I quasi 40mila euro sono stati erogati con “procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara”, cioè direttamente al soggetto proponente, senza dire ba. Il provvedimento dirigenziale spiega di aver ricevuto “il progetto artistico «Il Laboratorio Aperto diventa un Foyer a cielo aperto»” il 22 novembre 2018 dalla srls Equilibrista con le premesse della “realizzazione di un allestimento scenografico, che, durante il mese di dicembre e per tutte le festività natalizie, trasformerà Piazza Cavour in una grande stanza di 400 mq, delineata solo nel perimetro, nella pavimentazione e nei portali d’ingresso, che replicheranno le arcate del Teatro; la «stanza» sarà dotata di filodiffusione e consentirà la connessione in streaming grazie alla copertura Wi-Fi”. Nota bene: sabato sera la filodiffusione non c’era, o perlomeno non faceva arrivare ai nostri orecchi neanche un filo di musica.

Una volta ricevuto il progetto, il Comune non ci ha nemmeno pensato su: compriamo. Lo ha stabilito il giorno stesso, 22 novembre: quando si dice un amore a prima vista. Questa la motivazione ufficiale scritta: “la summenzionata proposta artistica risponde pienamente alle finalità del progetto POR FESR 2014-2020, Asse 6, Azione 6.7.2. «Piano di promozione del Laboratorio Aperto Rimini Tiberio», in quanto la scenografia realizzata, trasformando la piazza nel foyer outdoor del Teatro, rappresenterà il luogo naturale in cui promuovere e trasferire il Laboratorio Aperto, in un periodo dell’anno nel quale il centro storico della città fa da palcoscenico a numerosi eventi”.

Ma il lato surreale viene più avanti, quando il Comune, nell’ansia di fare i complimenti al suo interlocutore Equilibrista, si spinge ad affermare “che le prestazioni artistiche, oggetto del progetto «Il Laboratorio Aperto diventa un Foyer a cielo aperto», presentano caratteristiche infungibili e non surrogabili da prestazioni alternative e che sussistono valide ragioni artistiche per l’individuazione diretta dell’affidatario da parte del Comune di Rimini”.
Infungibili, secondo il vocabolario cui deve ricorrere il cittadino medio, è un bene «non sostituibile con nessun altro bene».
Cioè a dire, la giunta presieduta dal sindaco Gnassi non vedeva altre possibilità, altri tipi di sedie o tavolini, magari un po’ meno costosi per i contribuenti, magari un po’ più comodi, che quelli dell’Equilibrista: “infungibili e non surrogabili da prestazioni alternative”.
“Ragioni artistiche” hanno voluto che costasse 39mila euro far sedere in piazza 72 persone: ecco come l’amministrazione comunale fa l’equilibrista con i denari dei contribuenti.

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