Palazzo Garampi vampirizza gli automobilisti: l’andamento delle multe e il confronto con altre città

Palazzo Garampi vampirizza gli automobilisti: l’andamento delle multe e il confronto con altre città

A Rimini paghiamo il 40% in più di Ravenna, più del doppio di Pesaro, 5 volte più di Viareggio, 39 volte più di Forlì

Clamorosa mistificazione dell’assessore alla polizia municipale, che venerdì ha parlato di “netto decremento” del numero di multe staccate, dimenticando di fornire i dati più rilevanti. Mentre a Forlì i cittadini pagano 3 euro a testa e spiccioli, palazzo Garampi ne preleva in media quasi 97 da ciascun residente. Sadegholvlaad... O, se non vi piace il sangue, peggio dello sceriffo di Nottingham.

Sulle multe non la racconta giusta Jamil Sadegholvaad. L’assessore alla polizia municipale ha inviato venerdì una nota alla stampa infarcita di punti esclamativi, nel tentativo di avvalorare l’idea che il Comune di Rimini sia diventato più buono: «Il caldo (sic: leggi calo, ndr) sensibile delle sanzioni da autovelox… un netto decremento – quasi il 60%! – nel 2017 … Un trend che si conferma anche col cosiddetto Vigile elettronico la cui attività scende» eccetera.

Ma per descrivere oggettivamente la realtà non basta esibire il numero delle contravvenzioni, come ha fatto l’assessore. Bisogna semmai parlare degli incassi, per rendersi conto di quale tipo di slalom stia facendo l’amministrazione comunale fra una tasca e l’altra di automobilisti e turisti, sempre – beninteso – a vantaggio delle casse di palazzo Garampi.

E allora, visto che Sadegholvaad questi numeri non ha voluto cortesemente fornirli, li pubblichiamo noi, pescando naturalmente da quelli ufficiali, in primis l’aggiornamento al DUP (documento unico di programmazione).

Nel 2018 la giunta Gnassi prevede “Entrate da famiglie derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti”, cioè multe, per un totale di 14.078.000 euro: non c’è nessun “decremento”, al contrario sui riminesi verrà operato un salasso del 12% in più rispetto alla previsione 2017 (n.b.: ovviamente in questo momento non disponiamo del dato preciso dell’esercizio 2017, non essendo ancora stato approvato il consuntivo), previsione che si “fermava” – si fa per dire – a quota 12,5 milioni.

Rilevante anche un’altra osservazione: le entrate da sanzioni costituiranno quasi un terzo del totale delle entrate extratributarie. E’ un rapporto molto alto: infatti nei conti di altre amministrazioni locali non si ritrova allo stesso livello. Significativamente, il Comune di Rimini prevede di mantenerlo così com’è anche nel 2019 e 2020. Quasi a non considerare l’eventualità più vantaggiosa per le tasche dei contribuenti, e cioè che cittadini, turisti e automobilisti divengano – come è auspicabile – più disciplinati vedendosi così appioppare meno sanzioni. Fanno il tifo per le multe: che bel socialismo (europeo) quello di Gnassi e compagni…

Domandiamoci ora qual è la dinamica dei numeri rispetto agli ultimi tempi. Risposta: altro che “calo sensibile”, negli anni le cose sono andate peggiorando. Dimostriamolo, conti alla mano.

Nel 2014 il consuntivo ufficiale del Comune di Rimini segna “ammende ed oblazioni vigili urbani” per 6.054.206 euro, “solo” il 13% del totale delle entrate extratributarie.

Nel 2015 la previsione di 7milioni viene clamorosamente smentita dal consuntivo, che schizza a quota 11.490.066 euro, il 21,3% delle entrate extratributarie.

Nel 2016, quando si prevedevano “solo” 9.559.000 euro, il Comune ne ha incassato ben 14.354.852, arrivando con questa cifra a coprire il 36,6% del totale delle extratributarie, secondo i calcoli da noi effettuati sulle carte pubblicate dall’amministrazione.

Nel 2017 la previsione – unico dato disponibile, come detto sopra – è stato fissato a quota 12.559.000 euro (33% delle extratributarie). Se questo dato venisse confermato in sede di consuntivo, la diminuzione delle entrate da multe rispetto al 2016 si ridurrebbe quindi ad un poco rilevante 12%, ed è comunque solo un’ipotesi. Comunque sia, niente a che vedere con “quasi il 60%!” strombazzato dall’assessore Sadegholvaad riferendosi unicamente al calo del numero di verbali da autovelox.

Ne verrebbe poi un’altra beffa, se fosse confermata in sede di consuntivo la previsione 2018 di 14 milioni e 78mila euro, perché il Comune tornerebbe a riallinearsi con il dato record del 2016.

Il succo è il seguente: palazzo Garampi punta ad un incasso stratosferico, fuori standard.
Non è una nostra opinione, sono fatti, numeri a consuntivo. Lo si comprende da alcuni semplici ma ficcanti confronti con altre città, non meno grandi e complesse di Rimini.

Ravenna: previsione 2018, euro 9.902.238 (27,7% del totale delle entrate extratributarie). Consuntivo 2016: il “totale accertamenti 2016” dei “proventi da attività di controllo e repressione irregolarità e illeciti” è stato di di 10 milioni 215 mila euro (31% delle entrate extratributarie), di cui 5 milioni 919mila incassati per violazioni al Codice della Strada, e 3 milioni 327mila di altri accertamenti (atti di ingiunzione per sanzioni non pagate di anni precedenti).

Pesaro: consuntivo 2016, “proventi derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti” 5.789.121 euro, il 26,2% del totale delle entrate extratributarie. In discesa – 4.062.500 euro – la previsione 2017.

Forlì: consuntivo 2016, entrate per “sanzioni amministrative, ammende, oblazioni” 367.193 euro, cioè il 2,5% rispetto a Rimini. Vale a dire: Gnassi multa i cittadini 39 volte di più del suo collega “cugino” forlivese. Previsione 2018 in decrescita, solo 302.500 euro di “proventi derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti”, che costituiscono appena l’1,2% dei 24,4 milioni di euro di entrate extratributarie.

Tanto per non farci mancare niente, diamo un’occhiata alla situazione in un’altra città balneare, Viareggio, seguendo i dati ufficiali del DUP 2017/2019: i “proventi derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti” incassati nel 2015 sono 2,4 milioni di euro, saliti nel 2016 a quota 2,9 milioni. La “programmazione annua 2017” scende a 2.821.000 euro, cifra che costituisce il 15,6% del totale delle entrate extratributarie. Stando al dato consuntivo 2015, il rapporto è di 39 euro di multe a cranio (contando tutti i 62.467 residenti).

Gli altri dati analoghi del rapporto multe/residenti, contati sull’esercizio di bilancio 2016: Pesaro 61 euro a testa, Ravenna 64,2 euro a testa, Forlì solo 3,1 euro.

E a Rimini? Nel 2016 i 148.293 residenti, beninteso sempre comprendendo anche i neonati, hanno pagato multe per 96,8 euro a testa.
Un bagno di sangue, un mare di bigliettoni, reso ancora più plastico dal rapporto fra l’una e le altre amministrazioni (dati 2016): Gnassi e Sadegholvaad incassano dai verbali il 40% in più degli amministratori di Ravenna, più del doppio di quelli di Pesaro, 5 volte più di Viareggio, 39 volte più di Forlì. Gli amministratori lo chiamano “decremento”: ma mentre imbarbagliano i riminesi con le controfigure della tabaccaiona e dello zio pataca, fanno peggio dello sceriffo di Nottingham.

Immagine (Lussi Pagammo): l’assessore alla sicurezza Jamil Sadegholvaad nei panni del principe Vlad, il temibile Dracula che si nutre del sangue degli automobilisti. Ecco a voi Jamil Sadegholvlaad.

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