Pazzaglia solleva il vero vulnus politico del sindaco: il conflitto d’interessi nella vicenda Aeradria

Pazzaglia solleva il vero vulnus politico del sindaco: il conflitto d’interessi nella vicenda Aeradria

L'occasione per mettere a fuoco il grosso tema politico che coinvolge il sindaco Gnassi, e che già prefigura il vero punto debole del primo cittadino

L’occasione per mettere a fuoco il grosso tema politico che coinvolge il sindaco Gnassi, e che già prefigura il vero punto debole del primo cittadino anche in vista della ricandidatura, è offerta dal contenuto della lettera raccomandata partita da Palazzo Garampi che ieri Fabio Pazzaglia (nella foto), consigliere di Fare Comune, attraverso una interrogazione, ha reso di pubblico dominio in consiglio comunale. Prima i fatti.
“Nei giorni scorsi il Comune ha inviato una lettera ad alcuni liberi professionisti che hanno avuto rapporti di lavoro con la società che gestiva l’aeroporto. Parliamo di soggetti che, a differenza delle 19 persone sotto inchiesta, non sono coinvolti in nessun procedimento penale”, ha spiegato Pazzaglia. La lettera è firmata, “per il sindaco Andrea Gnassi”, dalla vice Gloria Lisi.
“Analizzando il contenuto della lettera salta agli occhi il secondo capoverso dove si scrive che il Comune è coinvolto in procedimenti penali e civili. La verità è un’altra: è il Sindaco e non il Comune ad essere coinvolto. Per quale motivo si fanno coincidere la posizione giudiziaria del primo cittadino con quella dell’Ente comunale? Questi due profili andrebbero mantenuti rigorosamente distinti”, ha proseguito il consigliere di Fare Comune. Il seguito tocca l’aspetto cruciale della vicenda: “E’ doveroso che il Comune di Rimini agisca per difendere i propri interessi. Proprio per questo, nel febbraio scorso, sostenemmo l’ordine del giorno del Consigliere Gioenzo Renzi, il quale proponeva di far costituire il Comune come parte civile nei confronti di chi fosse stato rinviato a giudizio nell’ambito del procedimento per il fallimento di Aeradria. Ordine del giorno che fu bocciato dai Consiglieri del Pd e dallo stesso Sindaco, il quale non ebbe imbarazzo a votare contro ad una richiesta che lo vedeva direttamente coinvolto. In quell’occasione facemmo notare il cortocircuito che si era creato tra Comune e primo cittadino. Ora questa lettera. Vogliamo sapere se è stata inviata anche al Sindaco e alle altre 18 persone sotto inchiesta. Se la lettera non fosse stata inoltrata anche al primo cittadino si configurerebbe una grave commistione tra il ruolo del Comune e la situazione giudiziaria del Sindaco. Il Comune deve o no poter agire liberamente nei confronti di chiunque, primo cittadino compreso? Il Sindaco è uguale o no a qualsiasi altro cittadino? Le azioni che il Comune compie quotidianamente, fino a che punto sono condizionate dalla situazione giudiziaria del Sindaco? Per quale motivo la lettera sarebbe stata inviata a persone non indagate e non a chi è sotto inchiesta? Se non è stato fatto, chiediamo che la lettera venga inoltrata anche al Sindaco e alle altre 18 persone attualmente sotto richiesta di rinvio a giudizio”.
A fornire una prima risposta interlocutoria (seguirà quella scritta) è stato l’assessore Brasini, che però sostanzialmente non ha risposto: “Le vicende che riguardano gli aspetti patrimoniali, quindi civilistici, del fallimento di Aeradria sono una cosa, i procedimenti di natura penale sono un’altra. Da quello che ho inteso nell’interrogazione c’è un mix delle due vicende che sono invece separate”, è stata la sua argomentazione. “Questa è la lettera inviata da un ex socio di Aeradria, cioè il Comune di Rimini, agli amministratori e revisori legali della società, quindi riguarda la tutela degli aspetti patrimoniali e quindi l’eventuale depauperamento della partecipazione del socio Comune di Rimini alla società, perciò non c’entra niente la questione penale, che ha tutt’altro corso e non riguarda il rapporto soci-amministratore, che è l’oggetto di questa lettera, ma riguarda altro. La lettera è un atto dovuto che tutela gli interessi dell’ex socio Comune di Rimini che deteneva circa il 17% del capitale sociale di Aeradria”.
Nella replica Fabio Pazzaglia ha fatto notare con poco sforzo che è la lettera stessa che richiama i procedimenti penali e civili e che quindi opera la commistione stigmatizzata da Brasini.
“Secondo me qualcuno è rimasto scottato dal caso Funelli – che vede già una condanna in primo grado alla Corte dei Conti – che ricade sul Comune per scelte politiche. Ritengo che questa sia la strada sbagliata per cercare di difendersi da eventuali ulteriori condanne della Corte dei Conti”. La missiva, ha concluso Pazzaglia, “viene inviata da una persona che non si firma, però si fa firmare dal vicesindaco, ed è rivolta a persone non indagate. All’epoca di Berlusconi si sarebbe detto che siamo in presenza di un conflitto d’interessi e se a firmare la lettera di cui stiamo parlando fosse stato un sindaco di centrodestra il Pd lo avrebbe massacrato. Bisogna scindere il profilo dell’ente pubblico da quello dei singoli, mentre la lettera adombra una zona grigia che non va bene, e come abbiamo fatto l’altra volta quando abbiamo chiesto che il Comune si costituisse parte civile, anche stavolta registriamo che la situazione del sindaco condiziona le azioni dell’ente pubblico”.
E’ la prima pericolosa mina vagante sganciata, quella di Pazzaglia, con buone probabilità destinata a deflagrare. C’è chi, come Gennaro Mauro – capogruppo del Pdl – nei giorni scorsi ha evocato il rispetto del codice etico del Pd (che “impegna i partiti e movimenti politici affinchè non vengano candidati soggetti coinvolti in reati di criminalità organizzata, contro la pubblica amministrazione, di estorsione ed usura, di traffico di stupefacenti, di traffico illecito di rifiuti e di altre gravi condotte. Siamo del parere che il PD riminese debba chiedere a Gnassi il ritiro della sua candidatura a sindaco nell’ipotesi di rinvio a giudizio”). Ma l’iceberg appuntito che, se colpito, farebbe cadere a picco la nave ammiraglia sulla quale siede il sindaco, è tutta interna all’amministrazione comunale. Se a seguito della richiesta di rinvio a giudizio il sindaco dovesse andare a processo (lo si saprà a breve), lo squarcio farebbe entrare tanta acqua da affogare comandante e ciurma. A quel punto, infatti, il Comune come potrebbe non costituirsi parte civile? E dunque la permanenza di un sindaco a processo sulla poltrona di primo cittadino diventerebbe incompatibile. Lo sanno bene anche nel Pd dove, al di là delle dichiarazioni di prammatica, attendono di capire che ne sarà della richiesta di rinvio a giudizio.

La lettera

Datata 27 novembre 2015, la lettera a firma “Comune di Rimini p. il sindaco Andrea Gnassi – il vicesindaco Gloria Lisi”, è indirizzata a professionisti “in riferimento a tutte le qualità rivestite in Aeradria SpA in regime fallimentare dal 26/11/2013”.
Oggetto: Fallimento Aeradria SpA.

Egr. Sig……..
scrivo la presente in rappresentanza del Comune di Rimini, in relazione al fallimento della società Aeradria SpA, che ha gestito l’aeroporto internazionale di Rimini e San Marino “Federico Fellini” sino al 26.11.2013, data di dichiarazione di fallimento.
Allo stato, come noto, sono in corso procedimenti penali e civili, alcuni dei quali coinvolgono anche il Comune di Rimini, volti ad accertare le responsabilità nel fallimento della predetta società nonché ad ottenere la riparazione di tutti i danni connessi.
Con la presente, quindi, l’Amministrazione scrivente si riserva di intraprendere, avanti le Autorità competenti, le azioni più opportune a tutela dei propri diritti, facendo valere, anche in base agli accertamenti giudiziari in corso, i profili di responsabilità a Lei eventualmente addebitabili.
La presente vale, altresì, ad impedire qualunque decadenza ed interrompere qualsiasi termine di prescrizione in relazione ai diritti tutti ed alle azioni spettanti all’Ente scrivente per violazioni di legge, inadempimenti contrattuali, danni di ogni specie e qualsiasi altra conseguenza a Lei eventualmente addebitabili.

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