“Psbo e criticità nel modello di tutela della salute pubblica legata alle acque di balneazione”

“Psbo e criticità nel modello di tutela della salute pubblica legata alle acque di balneazione”

In questo studio che Rimini 2.0 anticipa, realizzato da Ivan Innocenti, da anni impegnato sui temi ambientali, viene evidenziato che i risultati dei prelievi di monitoraggio mostrano come le aree in cui non è previsto il divieto di balneazione occasionale risultano essere non balneabili al pari delle aree limitrofe in cui sono presenti sfiori fognari. Ne derivano alcune conclusioni (anche per le tre condotte sottomarine che "sparano" a mille metri dalla battigia) e la proposta di una "prassi cautelativa": ampliare la salvaguardia dell’area di balneazione in caso di scarico fognario almeno alle aree direttamente "confinanti".

Il seguente studio si propone di rilevare le criticità nella definizione dei divieti occasionali di balneazione basati sull’attuale zonizzazione delle acqua di balneazione della costa del comune di Rimini.
La costa riminese è suddivisa in 17 aree destinate alla balneazione.
Le aree sono caratterizzate dalla presenza o meno di divieti occasionali alla balneazione. Questi divieti occasionali dipendono dalla presenza o meno di canali di scolo delle acque piovane o fognarie definiti “sfioratori di piena” che in occasione di piogge, causa il sistema misto delle fognature riminesi, scaricano le acque piovane e il contenuto delle fogne in spiaggia e in mare.

Possiamo suddividere pertanto le aree in cui sono divise le acque di balneazione in due categorie principali:
a) Aree in cui non sono presenti divieti occasionali alla balneazione, in totale 7 delle 17 individuate;
b) Aree in cui sono presenti divieti occasionali alla balneazione, in totale 10 delle 17 individuate.

Una ulteriore suddivisione può essere tra aree a nord del porto canale e aree a sud del porto canale. Infatti delle 8 aree individuate a sud del porto ben 6 sono soggette a divieti occasionali, mentre delle 9 aree individuate a nord solo 4 sono soggette a divieti occasionali.

Carta della suddivisione delle aree di balneazione nel comune di Rimini (Fonte sito arpae.it)

In caso di apertura degli sfioratoi viene automaticamente applicato il divieto occasionale di balneazione nell’area di balneazione di riferimento a partire dall’apertura e per le 18 ore successive alla chiusura dello sfioro.
Le ipotesi su cui si basa questa procedura sono essenzialmente 2:
– entro 18 ore la carica batterica si esaurisce e le acque tornano balneabili;
– il limite dell’area di balneazione è sufficiente per preservare dalla balneazione le aree limitrofe.

Consideriamo ora quanto avvenuto nei giorni 28 e 29 luglio 2019.
Il giorno 28 luglio è stato caratterizzato da intense piogge, questo ha causato l’apertura di tutti gli sfiori a mare del Comune di Rimini con conseguente divieto di balneazione occasionale sulle 10 aree balneabili in cui è previsto.
Il giorno 29 luglio tra le ore 9.36 e le ore 11.16 sono stati eseguiti i prelievi periodici di monitoraggio previsti da legge (Normativa D.lgs 116/2008) su tutte le 17 aree di balneazione. Il prelievo è avvenuto in concomitanza del divieto occasionale ancora attivo escluso per le aree “Torre Pedrera-Brancona” e “Viserbella–La Turchia” nelle quali il divieto occasionale era già rientrato da alcune ore.

Questa situazione consente di valutare la validità della ipotesi 2: il limite dell’area di balneazione è sufficiente per preservare la balneazione nelle aree limitrofe?
I risultati dei prelievi di monitoraggio mostrano come le aree in cui il divieto di balneazione occasionale non è previsto risultano essere non balneabili al pari delle aree limitrofe in cui sono presenti sfiori fognari e in cui erano attivi i divieti di balneazione occasionali, divieti occasionali che hanno trovato conferma nei risultati dei prelievi di monitoraggio.

Valutiamo le aree di balneazione che mostrano incongruenza tra la balneabilità in assenza di prelievo programmato e il dato del prelievo programmato riscontrato.
I risultati sono visibili nella tabella, dove nelle colonne “Dati acque” sono esplicitate le informazioni riguardanti:
– la presenza o meno di sfioro di troppo pieno e pertanto se previsto per quell’area il divieto occasionale alla balneazione, denominata “Episodi occasionali”;
– la presenza di divieto di balneazione occasionale nei giorni 28 e 29 luglio e in concomitanza al prelievo di monitoraggio, denominata “Divieto occasionale”;
– l’esito del prelievo programmato del giorno 29 luglio, denominata “Divieto prelievo”.

Soffermiamoci sulle aree in cui non è mai previsto il divieto temporaneo di balneazione.
Le aree che prendiamo ad esempio sono:
– Marebello istituto Marco Polo;
– Rimini porto canale 100m S;
– Rivabella Turchetta.

L’area di balneazione denominata Marebello istituto Marco Polo, al momento del prelievo programmato risulta avere entrambe le aree confinati a sud e a nord con attivo divieto di balneazione occasionale. Il prelievo di monitoraggio in questa area risulta non balneabile come le due aree confinati.
L’area di balneazione denominata Rimini porto canale 100m S risulta confinare a nord con un’area vietata permanentemente alla balneazione e a sud con un’area vietata occasionalmente. Il prelievo in questa area risulta non balneabile come quello dell’area confinate a sud.
L’area di balneazione denominata Rivabella-Turchetta risulta confinare a sud con un’area vietata occasionalmente alla balneazione e a nord con un’area sempre balneabile. Il prelievo di quest’area è in linea con il risultato del prelievo dell’area a sud, non balneabile, mentre l’area confinate a nord risulta balneabile.

Questa situazione pertanto ci permette di affermare che l’ipotesi 2 non è una ipotesi sicura al fine della tutela della salute pubblica. Infatti il divieto temporaneo di un’area influenza anche la balneabilità di quella vicina. E’ necessario rivedere questa procedura per salvaguardare la salute dei bagnanti che vengono esposti a rischi in modo inconsapevole alle stesse istituzioni.
Pertanto come prassi cautelativa sarebbe necessario ampliare la salvaguardia dell’area di balneazione in caso di scarico fognario almeno alle aree direttamente limitrofe fino a quando non venga aggiornato con dati empirici il modello utilizzato per valutare l’area di influenza del punto di scarico presente nelle diverse aree.

Dal sito di Arpae si trovano dati di monitoraggio e di divieti occasionali disponibili per molti anni consecutivi che potrebbero essere utili per analisi più approfondite.

Criticità nel PSBO?
Una ulteriore domanda che sorge dalla analisi di questa situazione riguarda il modello utilizzato per il PSBO e nello specifico quanto si verrà a verificare in corrispondenza dei tre punti di scarico previsti nelle aree di Rimini Sud che vedranno la posa in mare di tubi lunghi 1000 metri.
Questa scelta è frutto di una recente modifica del progetto. Infatti in precedenza era prevista una unica area di scarico a 1000 metri, Rimini Ausa. Una variante ha portato a tre gli scarichi prolungati a 1000 metri in mare.
Lo scarico fognario intubato verrà portato a una distanza di 700 metri dalle acque di balneazione (i primi 300 metri dalla riva) in modo che un eventuale ritorno verso la costa sia diluito. Probabilmente anche questa è la ragione per cui si è deciso di portare a 3 gli scarichi a 1000 metri, per meglio diluirli.
I dati che i tecnici hanno mostrato a supporto dello scarico a 1000 metri si avvalgono di modelli che stimano i valori di inquinanti a distanza di 700 metri dal punto di scarico.
Se il modello per la salvaguardia della balneazione utilizzato allo scarico a 1000 metri usa un modello teorico influenzato da quello usato per determinare l’ampiezza delle aree di balneazione per gli scarichi a riva, il rischio è che sia sottostimato e che le scelte tecniche che si vanno a realizzare utilizzino ipotesi deboli. O viceversa.

Dott. Ivan Innocenti

Fotografia: Regione Emilia-Romagna A.I.U.S.G. (Liviana Banzi)

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