Epigrafi importanti per la storia di Rimini ma per nulla valorizzate e che necessitano di restauro.
Nel Chiostro degli Agostiniani in estate vanno in scena spettacoli di vario genere e proiezioni di interessanti produzioni cinematografiche. Proprio in occasione di un evento legato a quest’ultimo aspetto, non ho potuto fare a meno di notare qualcosa di interessante nel muro che separa la corte dal resto del complesso parrocchiale. È qualcosa che forse non attrae, tanto che nessuno si accorge dell’esistenza di alcune epigrafi e di un paio di bei sarcofagi di pietra, sebbene di importanti dimensioni.
E così dopo avere fotografato le epigrafi ho inviato le immagini all’amico Gianni Rimondini per avere lumi; in verità ero convinto di averne fotografate solo due ma l’attento amico me ne ha indicata una terza poco visibile e, come vedremo, riadattata per altri scopi.
Ecco la prima, ampia e di bella fattura:
D(EO): O(PTIMO):M(AXIMO):
SISTE GRADV(M) VIATOR ET P(ER)PETVA(M)
EXIM(IAM) SAC(ERDOTI) SOPH(O) DOC(TORI) SEBASTIANO
DE BARBERI(N)IS ARIM(INENSI):AVGVSTIN(IANO):VIRO ET
VITA. ET MORIB(VS):O(MN)IB(VS) CONSPICVO PRE
CARE SAL(VTEM):QVI CVM P(RE)CLARISS(IMVS):HANC
DOMV(M) PRI(DIE) OBSCVRA(M).ET NIMIA VN
DIQ(VE). VETVST(ATE).CO(SV(M)PTAM EI PRVDENT(IA):
FIDEIQ(VE). CO(M)MISSA(M) SI(NGVLARE):DEXTERITATE.
AC I(N)CRED(IBILI).SOLERTIA PLVRIB(VS) A(N)NIS
SAEPE REXISSET.EI ORNAM[ENTO].CO(M)MODOQ(VE)
ITA FVIT VT EA(M) AD HA(N)C NOBILIORE(M)
ELEGA(N)TIORE(M)Q(VE).FORMA(M) EI OPERA RE
DACTA(M) E(SS)E CO(N)SPICIAS:QVI TA(N)DE(M) DV(M)
IN EA(M) MAGIS A(M)PLIFICA(NDAM).EXORNA(N)DA(M)Q(VE)
TOT[VS]* INCVMBVERET.CVI(VS)*REI GRA(TIA) SVA
SORTE. CO(N)TE(N)TVS ALTIORA SPONTE.
SIBI OBLATA DEXPENSERAT.INGEN(N)TIB(VS)
BONOR(VM): LACHR(RIMIS):NEC PARVA ISTIVS
DOMVS IACTVRA DEO FOEL(ICITER):AIAM:
RED(IT).A(NNO):D(OMINI): M.D.L.XII:XVI:KAL(ENDAS):
NOV(EMBRIS):AET(ATIS):VERO SVAE:LXXIX
—
HOC.A(VGVS)T(INIANVM).MON(VMETVM).R(EVERENDO).P(ATRI).M(AGISTRO).THADEO
PERVS(IENSI)GAL(LIAE).HISP(ANIAE),LUSITANIA(E)Q(VE) LVSTRA(TORI). D(EDERE).M(ERITO).THO(MAS).ET.IO(ANNES).AV(GUSTINIANI).FR(ATES).A(DORANTES).G(RATIAS).S(ANCTAE),C(RV)C(IS)
A(NNO).D M.D.LXXII
A DIO OTTIMO MASSIMO
FERMATI PASSEGGERO E PREGA PER UNA PERPETUA E FELICE SALVEZZA DEL SACERDOTE FILOSOFO DOTTORE SEBASTIANO BARBERINI
RIMINESE AGOSTINIANO A TUTTI NOTO PER LA VITA E I COSTUMI, CHE TANTO PIÙ FAMOSO SPESSO PER MOLTI ANNI RESSE CON SINGOLARE CAPACITÀ E INCREDIBILE SOLERZIA QUESTA CASA PRIMA OSCURA E TROPPO DA OGNI PARTE DALLA VECCHIAIA CONSUNTA A LUI AFFIDATA PER PRUDENZA E FEDE.
COSÌ FU CHE, COME VEDI, A LUI PER ORNAMENTO E COMMODO, GLI FU DATA LA MEDESIMA (CASA: CIOÈ CONVENTO) PER ESERE RIFORMATA IN QUESTA PIÙ NOBILE ED ELEGANTE FORMA.
FINALMENTE MENTRE ERA TUTTO INTENTO AD AMPLIARE E AD ORNARE LA CASA CONTENTO PER QUESTO DELLA SUA SORTE, AVEVA DISPREZZATO SPONTANEAMENTE ONORI PIÙ ELEVATI.
DIRÒ CHE TORNÒ A DIO FELICEMENTE CON INGENTI LACRIME DEI BUONI E NON POCA IATTURA DI QUESTA CASA. NELL’ANNO DEL SIGNORE 1562 16 GIORNI PRIMA DEL I NOVEMBRE. DI ANNI 79.
—
I CONFRATELLI AGOSTINIANI TOMMASO E GIOVANNI, DEVOTI DELLA SANTA CROCE, PER I SUOI MERITI, FECERO SCRIVERE QUESTA EPIGRAFE IN ONORE DEL PADRE MAESTRO TADDEO DA PERUGIA VISITATORE DELLA FRANCIA, DELLA SPAGNA E DEL PORTOGALLO.
ANNO DEL SIGNORE 1572
.
Si tratta di un’epigrafe particolare perché narra di due personaggi ben distinti e, soprattutto, le date delle incisioni sono diverse e ben distanti tra loro. La prima iscrizione del 1562 si riferisce al Sacerdote Sebastiano Barberini (?) che, da come si legge, fu un importante personaggio del monastero per quello che fece per esso. Ho svolto alcune ricerche in proposito presso gli archivi locali e fino a quello centrale degli Agostiniani, ma – ahimè – non ho trovato memoria alcuna.
La seconda iscrizione invece appare più chiara; si riferisce a Padre Taddeo Guidelli da Perugia. Fu un teologo Agostiniano, nato a Perugia nel 1511 e morto nel 1606. Priore generale dell’Ordine, tra il 1570 e il 1581, e rettore nei Ginnasi di Padova, Bologna, Napoli e Roma; nel 1587 ricevette da papa Sisto V la nomina a vicario apostolico.
Inoltre era un Visitatore, ossia viaggiava anche in altri Stati per visitare Monasteri importanti e minori, assicurandosi che tutto si svolgesse secondo la regola. La figura del Priore Generale nell’ordine agostiniano riveste un ruolo di primaria importanza in quanto determina la linea d’azione pastorale dei monaci.
Taddeo Guidelli da Perugia (da Nicola Crusenio: Monastico), 1570 – 1581 (qui).
.
Comitiis coactis Perusii, omnium calculo absque ulla deliberatione, Ordini praeficitur in Generalem P. Thadaeus Perusinus, Romano Pontifici ac Cardinalium Collegio gratissimus, Ordinique ut tunc sperabatur proficuus, cujus jam fere certam fecerat in anteactis officiis spem, prout revera officio suo nullo unquam tempore defuit annis duodecim quibus praefuit; vix enim promotus, statim Italiam visitavit, et in ea non tantum Generalia Monasteria, sed et minores Conventus, quorum amplificationi, restaurationi, et restitutioni se, suaque saepius impendit. Gymnasia praecipue erexit, separataque aliquot studia Philosophicis disciplinis, multaque saluberrima praecepta studiis excitandis apta ita sancivit, ut notum sit omnibus, quo progressu.
.
E Gianni mi rende la traduzione:
“Riuniti gli elettori a Perugia, per unanime decisione senza alcuna votazione, viene eletto in Generale dell’ordine il padre Taddeo da Perugia, graditissimo al Romano Pontefice e al Collegio dei Cardinali; e perché si spera precisamente giovare all’Ordine. Aveva data una certa speranza in precedenti incarichi; e in realtà in ogni momento nei dodici anni nei quali governò, non trascurò alcun dovere. Infatti appena eletto subito visitò l’Italia, e in quella non solo i maggiori Monasteri ma anche i minori Conventi, all’ingrandimento, restauro, ripristino dei quali si impegnò di persona e con sue risorse. Eresse principalmente Ginnasi, e alcune facoltà di discipline filosofiche; e divulgò molti salutatissimi precetti per stimolare gli studi tanto utili, come sanno tutti e con quali progressi.”
Di questi illustri personaggi, rettori o di passaggio, che hanno attraversato Rimini e di cui a ricordo si legge sull’epigrafe si è persa memoria. Al contrario, e per fortuna, rimangono invece l’importante monastero di cui oggi restano gli imponenti corpi di fabbrica, e ancor più la preziosissima chiesa.
In fondo all’epigrafe si nota una bella arma nobiliare in cui compaiono tre gigli intermezzati da una banda obliqua dentata, e sovrastata da un angioletto. Ho anche cercato nella “Descrizione storico-topografica della città di Rimini e sua diocesi” a cura di Onofrio Gramignani del ‘700 che ha riportato gli stemmi della nobiltà riminese, conservato nella nostra Biblioteca Gambalunga ma, anche qui, non è emerso nulla; ma pure nei volumi di stemmi e storie di famiglie dello Spreti, sempre custoditi nel citato prezioso Istituto cittadino.
Ma Gianni non molla, e dopo alcune linee indicative risolvo l’arcano. Sul sito Internet Culturale, del
Ministero della Cultura, a cura dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le Informazioni Bibliografiche (qui), è consultabile un Blasonario delle famiglie nobili perugine, custodito nella Biblioteca comunale Augusta di Perugia. Si tratta di un manoscritto, ms. 215, Vitiani [provenienza], Mariotti, Annibale <1738-1801> [possessore] la cui data di pubblicazione risale al 1701–1800. E a carte XX in penultima posizione ecco che lo stemma della famiglia Guidarelli corrisponde perfettamente a quello dell’epigrafe; barra obliqua dentata che separa tre gigli. Nella sostanza quindi, attiene al citato Taddeo Guidarelli da Perugia e per questo sormontato da un cherubino data la sua veste ecclesiastica.
Ma la curiosità riguardante questo e agli ordini monastici in genere, mi consigliano ancora una volta, di ricorrere alla sapienza dell’amico Gianni Rimondini, che intervisterò nella prossima puntata.
COMMENTI