Questa non ci voleva: Melucci scivola sulla Notte Rosa

Questa non ci voleva: Melucci scivola sulla Notte Rosa

La detronizzazione di Gnassi da «ideatore» dell'evento simbolo della Riviera è stata un colpo. Basso, come insinua qualcuno? Ci ripromettiamo di spiegarlo. Ecco alcuni errori, piccoli e non, contenuti nella ricostruzione dell'ex vicesindaco di Rimini.

Qui gladio ferit gladio perit. Maurizio Melucci ha riscritto la storia della genesi della Notte Rosa. Ne abbiamo trattato nella puntata precedente. Il sacro vangelo pink che si tramandava fino al 2021 pandemico, recitava più o meno così: «In principio Gnassi creò la Notte Rosa. La Riviera era informe e deserta, le tenebre la ricoprivano e lo spirito di Gnassi aleggiava sulle acque. E Gnassi disse: “Sia la Notte Rosa”. E la Notte Rosa fu».
Ma Melucci ha mandato in frantumi le tavole della legge. Nel corso della pubblicazione (su Chiamamicittà) del suo bignami politico-amministrativo ai tempi di Chicchi e Ravaioli, che furono anche i suoi tempi, ha messo in fila tutta una serie di eventi, progetti, realizzazioni e relativi artefici. Perché l’ha fatto? Sostanzialmente per documentare che (ci perdoni la sintesi) anche a.G., cioè avanti Gnassi, a Rimini c’era una classe politica civilizzata e operosa, che sapeva leggere e fare di conto, la caverna era stata soppiantata dagli alberghi, la ruota era già stata inventata (seppure non quella panoramica) e l’anello al naso a palazzo Garampi praticamente non ce l’aveva nessuno. Fuor di metafora, gli asset strategici, Fiera, Palas, darsena, il piano delle fogne, il teatro Galli avviato sulla strada della rinascita, eccetera eccetera, erano già stati realizzati o cantieriati o finanziati o progettati o qualcosa del genere. Della serie: stai schiacciatino Gnassino.

Bene, rimaneva l’ultimo Moloch da demolire per gli adoratori di Gnassi: la paternità della Notte Rosa! Perché è pur vero che anche questa è nata nell’anno 2006 (1 luglio), quindi a.G., ma si era sempre detto e scritto che l’ideatore, il padre, la madre, il Galileo Galilei delle moderne notti color rosa confetto della Riviera fosse lui, Andrea Gnassi.
Le dichiarazioni di Melucci hanno avuto l’impatto che il De revolutionibus orbium coelestium di Niccolò Copernico ha sprigionato per i secoli successivi, mandando gambe all’aria il modello geocentrico.
I testimoni (tanti ne abbiamo sentiti in questi giorni) che parteciparono alle vacanze molto gettonate in paradisi turistici, sono concordi nell’affermare che a proposito della Notte Rosa Melucci ne ha raccontato il parto germinale in modo sostanzialmente fedele. Con delle sbavature, però. Nemmeno piccole.
Anzitutto merita di essere ricostruito il format. E qui c’è il primo errorino di Melucci. Non fu l’Associazione albergatori ad organizzare le Convention, come inizialmente aveva scritto Melucci salvo poi correggere l’articolo dopo averlo pubblicato, ma Promozione alberghiera (in collaborazione con Ascomfidi). L’iniziativa fu senza dubbio di Pa. E non è nemmeno vero che i «viaggi di piacere e di approfondimento sulla realtà riminese» partirono negli anni 2000, perché nacquero negli anni 90.
Nel mondo degli albergatori ci fu anche chi criticò la cosa. Chi a denti stretti e chi sui giornali. Uno di questi fu Sergio Pioggia, Confcommercio Riccione, che dichiarava alla stampa nel 2008: «Cosa avranno da dirsi così lontano dalla riviera proprio non lo so. Personalmente quando devo parlare con il sindaco della mia città mi accontento di un appuntamento in municipio. Forse quesi soldi faremmo meglio a risparmiarli: l’Ascom ne ha bisogno. Per principio mi sono sempre rifiutato di partecipare a queste iniziative».
Poi c’è un errore da matita rossa: «Ricordo in particolare il 2006. Il viaggio è organizzato a Santo Domingo. Quella fu l’occasione per discutere, decidere e far decollare due importanti eventi», ovvero Notte Rosa e Festival del Fitness. Impossibile che la discussione fosse avvenuta nel 2006 perché in quell’anno si tenne la prima edizione della Notte Rosa.
Melucci confonde il 2006 col 2005. Fu infatti dal 5 al 13 novembre del 2005 che si tenne la Convention a Santo Domingo, nel 4 stelle Barcelò Bavaro Caribe di Punta Cana. Siamo in grado anche di dirvi quanto pagarono i partecipanti: 1.190 euro (compreso volo, hotel eccetera) per i soci Pa, 1.240 euro i non soci, oltre ad extra per supplementi vari. «Nessuna spesa a carico degli enti pubblici» puntualizza Melucci. E ci mancherebbe che fosse andata diversamente. Ma per i politici invitati pagavano gli organizzatori. Una bella vacanzetta (in genere una settimana), seppure con qualche momento di approfondimento, gratis.

Quando ancora si frequentavano. Andrea Gnassi e Maurizio Melucci (all’epoca assessore regionale al Turismo), in occasione della conferenza stampa per la Notte Rosa 2014 che si tenne nella Sala della Passione della Pinacoteca di Brera a Milano. Insieme a loro ci sono Alberto Cassani, Liviana Zanetti, Anna Maria Sanchi, Piero Cecchini, Enzo Ceccarelli.

La Notte Rosa non rientra nel programma ufficiale degli argomenti tematizzati nella Convention del 2005, che chiamarono «1° Convention del turismo e del commercio» e che vide anche due mini convegni di avvicinamento. Il 30 settembre nella sede della Confcommercio la cornice generale dell’appuntamento recita: «Dall’aggregazione alberghiera all’integrazione fra imprese turistiche e sistemi territoriali, un possibile… dopo legge 7?». Intervengono vari relatori e fra questi c’è l’allora assessore provinciale al turismo, Andrea Gnassi, che discetta su «Ritorno al futuro: l’agenzia di Marketing territoriale». E poi Gabriele Bucci, direttore Aia Rimini, Enzo Ceccarelli presidente di Verdeblù, Ennio Sanese. Il 26 ottobre si parla invece di «territorio una straordinaria ricchezza per il turismo e il commercio: quali nuove risorse per lo sviluppo». E qui pontificano Andrea Babbi, Maurizio Ermeti ed altri, compreso il direttore di Banca Carim, Alberto Martini. Finiti i compiti si parte per la Repubblica Dominicana. E’ qui che nelle serate in relax trascorse a ragionare sorseggiando un rhum, sboccia la scintilla della Notte Rosa.
Non è un fulmine a ciel sereno. La Riviera ha la necessità di fare pace con la notte dopo le esperienze bollate come eccessivamente trasgressive, i problemi di ordine pubblico, l’impatto mediatico delle mamme “anti sballo” e tanto altro. Il ciclo partito dopo la crisi del 1989 (mucillagini) e che si ripromette di riposizionare Rimini come capitale del divertimento su scala non solo nazionale ma europea, aveva infatti mostrato ben presto non poche derive. Per molti anni la soluzione non arriva, e forse non è mai arrivata, ma la Notte Rosa intende rilanciare la Riviera terra degli incontri e dei sentimenti, facendo leva sulla notte dolce, relazionale e rosa, appunto. Sono questi i concetti che vengono formalizzati dagli esperti che focalizzano il brand. Una variazione sul tema notti bianche. C’è anche una certa connotazione al femminile dell’evento, che è andata del tutto perduta nel calderone generale e che invece avrebbe potuto avere un senso. Probabilmente l’unico.

E’ l’Unione Prodotto Costa con l’allora presidente Vittorio Ciocca (anche uno dei partecipanti alla Convention di Punta Cana) ad occuparsi di coordinare la Notte Rosa da Ravenna a Cattolica e della comunicazione insieme ad Apt.
Ma qual è stato il ruolo di Andrea Gnassi? Ha ragione Melucci oppure no? Alla prossima puntata.

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