Il Commissario Curcio in Provincia spiega le modifiche del Governo, Croatti (M5S) attacca: "Chi ha perso tutto vive ancora nell'incertezza"
La ricostruzione post alluvione continua a far discutere la politica, ma le persone colpite dai disastri degli ultimi anni non vogliono polemiche e annunci, ma interventi, ristori e rapidità. Tre cose che, ad oggi, nessuno dei due Governi che se ne sono occupati (limitatamente alla Romagna, ovviamente) ha dato chiaramente.
IL COMMISSARIO CURCIO INCONTRA GLI AMMINISTRATORI LOCALI RIMINESI
Nei giorni scorsi, come previsto, il commissario straordinario per la ricostruzione post alluvione Fabrizio Curcio ha incontrato in Provincia gli amministratori locali per illustrare le disposizioni urgenti contenute nel decreto legge n. 65 dello scorso 7 maggio per le Regioni colpite da eventi alluvionali, di imminente conversione in legge. All’incontro, convocato e coordinato dal presidente della Provincia di Rimini Jamil Sadegholvaad, che ha ringraziato il commissario a nome di tutto il territorio per questa importante occasione di confronto, erano presenti sindaci assessori e tecnici dei 27 Comuni e l’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile. È intervenuta anche il prefetto di Rimini Giuseppina Cassone, che ha garantito massima attenzione alla tutela massima della legalità nelle procedure di appalto per i lavori di mitigazione del rischio nei territori collaborazione, così come sottolineato dal commissario Curcio, in quanto la responsabilità sarà in capo proprio alle Prefetture.
Il commissario Curcio ha spiegato come il lavoro di questi ultimi mesi abbia comportato lo studio e l’analisi della normativa pregressa emanata al fine di una sua semplificazione e maggiore efficacia nel rispondere alle esigenze delle comunità colpite. Ha poi illustrato le prossime tappe del percorso della ricostruzione post alluvione:
– assegnazione delle risorse rimanenti per interventi urgenti, al netto delle rimodulazioni: parliamo di circa 50-60 milioni di euro (“residui” della gestione precedente), cui vanno sommate 100 milioni di euro sul 2024;
– monitoraggio puntuale dello stato d’attuazione dei lavori già finanziati, anche ai fini delle eventuali richieste di rimodulazione;
– semplificazione delle procedure di rimborso per i privati, a partire da chi ha avuto danni per importi più bassi;
– PNRR: è un meccanismo a rendicontazione, pertanto si tratta di risorse recuperabili soltanto a consuntivo. Il commissario si sta adoperando con la Commissione UE per rendere la misura attuabile, anche in considerazione degli eventi alluvionali dello scorso autunno che hanno “riscritto” la realtà delle cose;
– avvio del percorso tecnico per la messa in sicurezza del territorio in senso stretto, a seguito del miliardo di euro annunciati dal Governo per gli interventi di mitigazione del rischio, da ripartire fra le tre Regioni colpite dalle alluvioni, previsti con la programmazione pluriennale a partire dal 2027 e per i quali sarà fondamentale l’analisi dei rischi idraulico e idrogeologico.
Tutte questioni che, a parte i tecnicismi, sembrerebbero dilatare i tempi, a parte le procedure di rimborso ai privati che – come annunciato dal Governo Meloni – dovrebbero invece avere finalmente un’accelerazione.
Al termine dell’illustrazione, numerose le domande da parte degli amministratori locali e dei tecnici, cui il commissario ha risposto, quanto più possibile puntualmente, rinnovando il proprio impegno e la propria disponibilità a proseguire il lavoro insieme in uno spirito di massima fiducia e collaborazione. Chissà se al commissario Curcio era arrivata anche la sollecitazione dei Comuni di San Clemente e San Giovanni in Marignano riferita alla Regione Emilia-Romagna (vedi qui il nostro articolo) perché si intervenga sul Percorso naturalistico del Conca, danneggiato in maniera consistente dall’ultima alluvione?
CROATTI (M5S) ATTACCA: “CHI HA PERSO TUTTO VIVE ANCORA NELL’INCERTEZZA E VUOLE RISPOSTE CHIARE”
A rovinare l’idillio tra Curcio e i rappresentanti istituzionali ci ha pensato subito Marco Croatti, il Senatore riminese del M5S che svela alcuni retroscena del decreto legge n. 65. “Dopo il passaggio al Senato”, spiega, “sono stati bocciati anche gli emendamenti presentati alla Camera al Disegno di Legge AS 1479, il decreto sulla gestione delle emergenze alluvionali. Una decisione grave che tradisce i tanti cittadini che riponevano speranza in un intervento più concreto ed efficace da parte dello Stato”.
Gli emendamenti bocciati non erano richieste ideologiche”, puntualizza Croatti, “ma proposte concrete, frutto di ascolto e confronto con i territori colpiti e portavano in aula la voce di chi ha perso tutto, di chi vive ancora nell’incertezza, di chi aspetta risposte rapide e adeguate. Abbiamo chiesto con forza, ma invano, un incremento delle risorse economiche destinate alla ricostruzione, perché è evidente a tutti che le cifre attuali non bastino a coprire l’entità dei danni. Non possiamo permetterci una ricostruzione parziale o rallentata dalla mancanza di fondi. Nello specifico”, ricorda Croatti insieme alla deputata del M5S Stefania Ascari, “avevamo proposto ristori anche per i beni mobili esclusi dagli attuali indennizzi, un aspetto che tocca tantissime famiglie che hanno perso arredi, elettrodomestici e beni personali. Un altro emendamento chiedeva ulteriori indennizzi per le produzioni agricole devastate, un settore chiave per l’economia di molte delle aree colpite, e un sostegno concreto alle amministrazioni locali. Altro emendamento, sempre bocciato, proponeva misure per snellire la macchina burocratica, quella stessa burocrazia che oggi è un macigno sulle spalle di famiglie e imprese, rallentando ogni tentativo di ripartenza. Dobbiamo mettere i cittadini e i sindaci nelle condizioni di agire, non di impantanarsi in carte e autorizzazioni. Purtroppo, la maggioranza ha scelto di voltare le spalle a queste istanze. La bocciatura di questi emendamenti è una grave occasione persa per dimostrare vicinanza e sostegno verso chi ha subito perdite inestimabili. È paradossale e inaccettabile che si trovino miliardi per il Ponte sullo Stretto di Messina, che si destinino ingenti fondi al riarmo o all’aumento degli stipendi dei ministri, e poi si dichiari che non ci sono le risorse per risarcire chi ha perso la casa, i beni di una vita o il frutto del proprio lavoro a causa di eventi catastrofici. Crediamo fermamente che il ruolo della politica sia quello di servire i cittadini, non di lasciarli soli di fronte alle emergenze. Per questo, nonostante la delusione, non smetteremo di lottare. Continueremo a incalzare il Governo, a proporre soluzioni e a dare voce a chi ancora aspetta una vera ripartenza. Non è giusto che dopo mesi o anni, l’unica risposta sia il silenzio o l’inefficienza”.
COMMENTI