Rivazzurra: diario dalla periferia della periferia

Rivazzurra: diario dalla periferia della periferia

"La parola d’ordine dell’Amministrazione sembra essere una: rifacciamo, abbelliamo, modifichiamo il centro, la periferia può aspettare, figuriamoci il ghetto! Sul ghetto e i suoi residenti si scaricano e si amplificano tutte le inefficienze amministrative, aggravate da un sistema toponomastico che ci schiaccia tra l’aeroporto e la statale, senza nessuno scampo. Eppure contribuiamo, con le nostre tasse, come tutti i cittadini, ma l’Amministrazione sembra non tenerne conto".

di Enzo Rotini

Vivo a Rimini dal 1985 e, precisamente, zona Rivazzurra, lato monte della Statale. Ho assistito, in questi anni, all’immobilismo di questa cis-periferia, unito ad un certo peggioramento, via, via che il tempo andava. Cercherò di spiegarne i motivi.

Attualmente, tangente alla statale, l’area dell’ex supermarket “In Grande” è in smantellamento per far posto alla nuova sede del Lidl, zona sud di Rimini, che aprirà i battenti a settembre prossimo. Fin qui, tutto bene! Se non fosse che la viabilità, dal nostro slum, per immettersi sulla statale, era già precaria, prima dei lavori, di “pregio”, che hanno portato alla realizzazione del rotondone, a pannelli solari tra la Statale e Fiabilandia. Perché dico questo? Perché, una volta, l’immissione era regolata da un semaforo, a tempo, per cui l’automobilista poteva immettersi in direzione Rimini, o in direzione Riccione e i pedoni potevano attraversare, in sicurezza. Dal 2006, dopo i lavori per la realizzazione del rotondone, per andare in direzione nord, bisogna svoltare, obbligatoriamente, in direzione sud, ovvero, ci s’immette sulla Statale, solamente in direzione di Riccione, dopodiché si decide dove andare. Per i pedoni, gli studenti, le mamme con carrozzina, gli anziani, è rimasto un semaforo pedonale, a chiamata, unico mezzo per uscire dal ghetto e attraversare la Statale. Al tempo, si parlò della realizzazione di un sottopasso ciclopedonale per mettere in sicurezza gli attraversamenti, ma l’idea sfumò perché gli “interessi” esigevano lo spostamento del sottopasso più in avanti, alla fine del Villaggio, di fronte all’ex Marr2. Lì è sorto e oggi è in uso esclusivo di cani e gatti, gioiosi!

Appare lapalissiano, che in aggiunta alla situazione e al disagio descritto, da settembre, si andrà, inevitabilmente incontro, non solo nelle ore di punta, ad un traffico, ogn’ora, di clienti Lidl, che sovraffolleranno l’immissione alla Statale, regolata, solamente, dalla capacità e scaltrezza degli automobilisti. Questa esperienza, negativa, l’abbiamo già vissuta, quando era in funzione il supermarket “In Grande”.
Evidente, invece, che era qui, in via Marvelli, verso piazzetta Villari, che bisognava fare il sottopasso, era qui che bisognava fare una corsia di sicurezza per l’immissione sulla statale. A questo punto, lo esige la sicurezza, lo esige il traffico, lo esigono i cittadini del ghetto: vogliamo un sottopasso ciclopedonale e una corsia per l’immissione in sicurezza sulla statale. Che si facesse, almeno una volta, qualcosa di utile per il Villaggio e i suoi residenti!

Si diceva, la periferia della periferia! Perché, come se non bastasse, noi del ghetto viviamo altri disagi: il sistema di raccolta dei rifiuti è inefficiente, il meccanismo che serra i cassonetti, apribili con una scheda, si blocca spessissimo, soprattutto quello dell’indifferenziata e i rifiuti vengono, inevitabilmente, abbandonati fuori dai cassonetti, nell’attesa del ripristino. La pulizia delle strade avviene molto di rado, con un sistema che non prevede il divieto di parcheggio, nel lato dove si svolge e il risultato è pessimo. Il rifacimento del manto stradale appare un sogno irrealizzabile, da anni. Le pensiline per chi aspetta l’autobus sono appannaggio delle zone più centrali, figuriamoci qui, nel ghetto supra-monte, un altro sogno irrealizzabile. In via Ghinelli ci sono residence a cui è stato imposto, a suo tempo, la trasformazione dei giardini antistante alla via, da privati ad aperti al pubblico. I residenti hanno pagato il terreno, pagano le spese per la cura dei giardini (va bene!), ma avevano chiesto, come compensazione, l’installazione di qualche gioco per i bambini, senza esito.
Ictu oculi, parrebbe che l’incuria generale la faccia da padrona!

La parola d’ordine dell’Amministrazione sembra essere una: rifacciamo, abbelliamo, modifichiamo il centro, la periferia può aspettare, figuriamoci il ghetto! Sul ghetto e i suoi residenti si scaricano e si amplificano tutte le inefficienze amministrative, aggravate da un sistema toponomastico che ci schiaccia tra l’aeroporto e la statale, senza nessuno scampo.
Non si fa nulla per alleviare questi disagi, anzi si accrescono, eppure contribuiamo, con le nostre tasse, come tutti i cittadini, ma l’Amministrazione sembra non tenerne conto.

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