Santarcangelo: l’accordo della discordia e il muro “fantasma” che viene demolito

Santarcangelo: l’accordo della discordia e il muro “fantasma” che viene demolito

Nessuno ha mai saputo niente del muro spuntato nella grotta dei misteri, o cavità ipogea, sotto piazza Balacchi. Davanti alle interrogazioni della minoranza era stato opposto il regime speciale di segretezza. E anche al momento quel muro è «oggetto di verifiche rispetto alle quali le informazioni non sono nella disponibilità dell’Amministrazione comunale». Ma quello stesso muro è finito all'interno di un accordo tra Comune e società Iniziative Romagna. Ricostruiamo quello che sta accadendo nella piazza ... dei Balocchi.

Non è mai stata fatta chiarezza sul muro sorto all’improvviso nella cavità ipogea che si trova sotto piazza Balacchi. La giunta comunale si trincerò dietro al più assoluto riserbo anche davanti alle interrogazioni presentate dai consiglieri della Lega, con la motivazione che il procedimento scattato a seguito di una presunta manomissione rientra in un regime speciale di segretezza e sostanzialmente esula dalle competenze dell’amministrazione comunale. Inizialmente la giunta non confermò né smentì nemmeno se ci fosse stata una eventuale violazione. Ne avevamo parlato anche con il rappresentante leghista Gabriele Stanchini nella intervista a Rimini 2.0. Questo accadeva a fine marzo 2021. Il 21 aprile, invece, la giunta diramava una nota alla stampa nella quale ammetteva «alterazioni del cantiere ravvisate dai tecnici nel corso di alcuni sopralluoghi, in merito alle quali è stata informata la Soprintendenza e sporta denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine». Ma niente di più.
Adesso è possibile compiere un passo avanti in direzione della trasparenza, ma solo grazie ad un documento che indirettamente si occupa della vicenda. Diciamola in estrema sintesi: sul muro fantasma, di cui nessuno sa nulla, è stata raggiunta un’intesa, e prevede che andrà giù. Fatica vana per erigerlo.
Il 26 gennaio scorso la giunta comunale al completo (dalla F di Fussi alla Z di Zangoli, passando per Garattoni, Parma, Rinaldi e Sacchetti), ha approvato uno «schema di accordo transattivo con la società Iniziative Romagna srl», che fa capo alla famiglia Maggioli, e oggettivamente l’atto pubblico, presente sull’albo pretorio online del Comune, riveste notevole importanza.
Si era sempre parlato, non solo nel nostro primo articolo che scoperchiò l’accaduto (ma anche sugli altri giornali locali), di un muretto tirato su all’interno della grotta, circa alla fine del 2020, che fece scattare da parte del Comune la segnalazione alla Soprintendenza e ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna.
Ora l’accordo transattivo rivela che si era aperto, e tale rimane, un contenzioso in merito alla «cavità 8, di complessivi mq 67», tra «il Comune di Santarcangelo e la società Iniziative Romagna, in ordine alla titolarità del possesso della cavità n. 8». Ma c’entra anche il muro, come vedremo, stando a quello che si può leggere nelle carte.
Procediamo con ordine partendo dalla premessa della «scrittura privata» sottoscritta dal dirigente del settore Territorio del Comune e da Manlio Maggioli, legale rappresentante di Iniziative Romagna, l’imprenditore insignito dell’Arcangelo d’oro nel 2022, che il Comune  attribuisce «a personalità di Santarcangelo particolarmente illustri e meritevoli» (qui). Talmente meritevole da guadagnarsi l’onorificenza nonostante il contenzioso aperto con l’Amministrazione comunale. Anzi, tra le motivazioni del “premio”, Alice Parma ci ha inserito anche la Sangiovesa «un tempio del cibo di qualità capace di anticipare e promuovere la diffusione della filiera corta e del chilometro zero» e «il significativo contributo allo sviluppo di arte, cultura e istruzione».

Il testo dell’accordo transattivo
«Il Comune di Santarcangelo di Romagna avviava, dal 2019, sotto l’egida della Sovrintendenza Archeologica di Ravenna, delle attività finalizzate al restauro ed alla messa in sicurezza di alcune cavità ipogee (n. 2), rinvenute al di sotto della piazza Beato Simone Balacchi, e della via Aurelio Saffi, catastalmente localizzate al Foglio 19 in vicinanza del mappale 319, in parte riconducibili a fase quattrocentesca ed in parte, ad una fase collocabile tra il 1700 ed il 1800. Nell’ambito delle attività propedeutiche alla redazione del progetto esecutivo di riqualificazione, le due cavità venivano individuate con i n. 8 e n.128».
«Le attività di sorveglianza archeologica e di prospezione fisica (carotaggi), affidate dal Comune a ditte specializzate, interessavano dapprima la cavità 128, posta al di sotto della Via Saffi, identificata come “nevaia”, invero, originariamente torre poligonale di epoca medievale;
a tale cavità risulta collegata, quale prosieguo dell’originale muro difensivo medievale, la cavità 8 di complessivi mq 67; rispetto a tale ultima cavità, attualmente, censita a catasto al mappale n. 3151 del foglio 19, tra il Comune di Santarcangelo di Romagna e la società Iniziative Romagna S.r.l. sorgeva una controversia in ordine alla titolarità del possesso della cavità n. 8, che rendeva infatti, impossibile ogni tipo di attività di sorveglianza archeologica».
A partire da questa situazione, le parti si sono incontrate ufficialmente il 10 novembre 2022, ed «hanno convenuto quanto segue al mero fine di consentire al Comune di Santarcangelo di Romagna di completare le opere di recupero che interessano la piazza Beato Simone Balacchi;
le parti hanno precedentemente fatto esaminare il presente negozio transattivo alla Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna Forlì – Cesena e Rimini che ha espresso il proprio parere favorevole;
le parti intendono stipulare un accordo transattivo che consenta ad entrambe la disponibilità della cavità ipogea demandando a separati atti la risoluzione stragiudiziale, di tutte le controverse questioni giuridiche in ordine alla classificazione ed effettiva titolarità del diritto di proprietà sul bene in oggetto».

La grotta contesa
Quindi resta aperto il problema di chi sia la proprietà della cavita ipogea, ma nonostante questo, e con la finalità di completare i lavori, Comune e Iniziative Romagna hanno deciso di arrivare ad un accordo e già stabilito che anche il privato potrà disporre della cavità ipogea. Andiamo avanti.
«Le Parti rivendicano i rispettivi diritti e le rispettive pretese sulla grotta n. 8, censita in Catasto al Foglio 19 con la Particella Edilizia 3151, sita nel Comune di Santarcangelo di Romagna così come identificata in premessa, diritti e pretese che come tali restano impregiudicati in capo alle rispettive Parti che pertanto si riservano il diritto di fare valere le proprie pretese nelle sedi di rito. Le Parti danno atto che con la sottoscrizione del presente accordo, nessuna riconosce all’altra l’altrui diritto ritenendosi ognuna titolare del diritto di proprietà della grotta n. 8 come identificata in premessa».

Giù il muro!
Il seguito mette in luce un aspetto non secondario:
«Le Parti tuttavia, al solo fine di consentire la prosecuzione delle opere di intervento che interessano piazza Beato Simone Balacchi convengono quanto segue:
– La società Iniziative Romagna S.r.l. darà corso alla demolizione del muro come richiesto dalla Soprintendenza Archeologica sotto controllo archeologico sopportandone i relativi oneri. Detta demolizione verrà eseguita dalla ditta che indicherà il Comune di Santarcangelo di Romagna e che ad oggi è incaricato dell’esecuzione dei lavori di ripristino e valorizzazione di Piazza Balacchi.
– Detta demolizione avverrà a fronte di presentazione di idoneo titolo edilizio ed ottenimento dei necessari nulla osta (CILA con assenso scritto del Comune di Santarcangelo di Romagna);
– La società Iniziative Romagna S.r.l. darà corso alla rimozione del materiale di risulta presente all’interno della grotta n. 8 sotto controllo archeologico come richiesto dalla Soprintendenza Archeologica».
Quindi il muro spuntato non si sa bene quando, ma a questo punto risulta abbastanza chiaro perché, andrà giù.

Abbracciati a quel cancello sul mio labbro di corallo ogni bacio profumava come un fior (Nilla Pizzi)
«La società Iniziative Romagna S.r.l., posizionerà a proprie spese n. 3 cancelli, e precisamente:
a) N° 2 cancelli in ferro a suddivisione della grotta n. 8, nella posizione indicata nella planimetria allegata con le lett. a) e b);
b) N° 1 cancello in ferro e legno in sostituzione della porzione di muro da demolire, nella posizione indicata nella planimetria allegata con la lett. c).
Detti cancelli dovranno essere autorizzati nella forma, nel materiale e nel colore, dalla competente Soprintendenza».

Evidenziati in verde i punti dove saranno posizionati i tre cancelli.

«Di conseguenza la porzione di grotta n. 8 con accesso dalla proprietà di Iniziative Romagna censita al catasto fabbricati al foglio 19 – mappale 319 – sub. 20 e sino ai cancelli contraddistinti con le lettere a) e b) resterà nella disponibilità di Iniziative Romagna, mentre la restante porzione con accesso dalla Piazza Balacchi resterà nella disponibilità del Comune di Santarcangelo di Romagna.
A tale proposito le parti convengono altresì che, per finalità di ricerca e/o indagine archeologica, una copia delle chiavi dei cancelli contraddistinti con le lettere a) e b) siano consegnate al Comune di Santarcangelo.
L’esecuzione degli interventi di cui ai punti precedenti è subordinata al parere della Soprintendenza Archeologica ed alla presenza di un incaricato della medesima e del Comune di Santarcangelo».

Al privato anche l’utilizzo della grotta nella disponibilità del Comune
L’ultima parte della «scrittura privata» puntualizza che «dell’esecuzione delle operazioni di ciascuno degli interventi di cui al punto 3 sarà redatto apposito verbale», e che: «5) L’accordo transattivo di cui alla presente scrittura non ha carattere novativo ed è vincolante per ciascuna delle parti, dei rispettivi successori e aventi causa. 6) Resta inteso tra le parti che la Società Iniziative Romagna S.r.l. potrà utilizzare anche la porzione di grotta n. 8 nella disponibilità del Comune, in accordo con quest’ultimo e compatibilmente al parere della Soprintendenza Archeologica. 7) Le parti dichiarano con il presente atto di voler conferire mandato congiunto ad un tecnico peritale e/o professionista, scelto da entrambe, al fine di definire il diritto di proprietà del bene e procedere, qualora venga accertata la comunione del bene, al relativo e concorde frazionamento che salvaguardi il preminente interesse pubblico al completamento del progetto di riqualificazione di Piazza Balacchi. 8) Il mancato raggiungimento di qualsivoglia accordo anche a fronte dell’intervento di un perito come indicato nel suddetto articolo 6, non pregiudica in alcun modo la possibilità per le rispettive parti di fare valere in giudizio i rispettivi diritti».

Stanchini, Lega, «cose matte»
La materia è complessa e controversa, e l’accordo ha già fatto storcere il naso a qualcuno. «Sentire parlare di “accordo condiviso” con la proprietà, nel contesto dell’intervento di valorizzazione della casamatta di piazza Balacchi, a Santarcangelo di Romagna, con lo stanziamento del Comune di altri 68.000 euro integrativi, dà già l’idea di un “affare”! Potremmo fermarci qui, ma dato che facciamo politica, ci corre l’obbligo di evidenziare alla pubblica opinione un cattivo pensiero, per lo meno un dubbio amletico che ci assale», dichiara Gabriele Stanchini, Lega. «Ma “affare” per chi?! Forse non per il Pubblico che continua a buttare soldi e risorse in un intervento stradale e “grottesco” che desta perplessità, contestazioni e pure qualche legittimo fastidio (sospetto)? Occorre allora capire se le indagini secretate degli Enti e degli Apparati competenti dello Stato hanno concluso il proprio percorso, oppure se questo maldestro “accordo comunale preliminare” tenta disperatamente di porre argini e limiti alle auspicabili imminenti emanazioni delle ordinanze nel merito delle contestazioni amministrative che si erano ipotizzate sulla stampa locale. Ecco, qui sta il punto: si tratta dell’ennesima diversificazione degli atteggiamenti della Pubblica Amministrazione comunale nei confronti di chi deborda dai propri legittimi confini immobiliari, oppure ci troviamo di fronte alla consolidata tecnica politica della sinistra che predica bene e razzola male? Cioè che con il megafono urla ai quattro venti di legalità, di onestà e di omogeneità di trattamenti, salvo poi trattare accordi che appaiano davvero “cose matte” piuttosto che “casematte”!».

Parla l’amministrazione comunale.
Dubbi restano, e abbiamo cercato di fugarne alcuni attraverso delle domande poste all’amministrazione comunale quando ancora non eravamo a conoscenza del contenuto della delibera di giunta, ma avevamo solo letto le poche righe pubblicate dalla stampa locale, come il Carlino del 7 febbraio: «In piazza Balacchi si continuerà a scavare. Accordo con i Maggiori per la grotta “contesa”». Di seguito i quesiti e le tempestive risposte ricevute dall’ufficio stampa del Comune di Santarcangelo.

A quale accordo si fa riferimento e si tratta di un atto pubblico, collegato ad una delibera o altro e a quale data risale?
«Lo schema di accordo, approvato dalla Giunta il 26 gennaio 2023, è disponibile pubblicamente all’albo pretorio dell’Ente».

Il muro che sarà demolito quale origine ha e quali dimensioni, e visto che si parla di un’area archeologica, si tratta di un muro soggetto a tutela oppure di recente costruzione e, in questo caso, perché è stato costruito e da chi?
«L’intera area della casamatta è d’interesse storico-archeologico, mentre il muro in questione è al momento oggetto di verifiche rispetto alle quali le informazioni non sono nella disponibilità dell’Amministrazione comunale».

Visto che si parla di una grotta per la quale non è stato stabilito chi è il proprietario, se il Comune o la famiglia Maggioli, come si spiega che negli atti amministrativi del recente passato (ad esempio Atto della Giunta Seduta del 27/09/2019 n. 113) si faceva sempre riferimento a cavità ipogee di proprietà pubblica come un dato di fatto?
«L’incerta attribuzione della proprietà, casistica non infrequente per quanto riguarda le cavità ipogee di Santarcangelo a causa della loro particolare conformazione e ubicazione, è attualmente oggetto di approfondimento in corso tra il privato proprietario della grotta limitrofa a quella in questione e l’Amministrazione comunale, che al pari del privato rivendica la proprietà della cavità ipogea, coerentemente con quanto riportato negli atti citati».

Se, come dichiarò l’amministrazione comunale, nell’aprile del 2021, furono riscontrate “alterazioni del cantiere ravvisate dai tecnici nel corso di alcuni sopralluoghi, in merito alle quali è stata informata la Soprintendenza e sporta denuncia contro ignoti alle forze dell’ordine”, perché ora si è raggiunta un’intesa senza attendere l’esito della denuncia? La stessa amministrazione parlava, sempre ad aprile 2021, di “atti di indagine” “di competenza esclusiva della Procura” in base ai quali esprimeva un differimento difronte alla istanza di accesso agli atti della minoranza.
«Come riportato nel comunicato stampa del 6 febbraio scorso, l’accordo transattivo raggiunto tra Amministrazione comunale e privato è di carattere operativo, per consentire in primo luogo alla Soprintendenza di valutare l’interesse storico-archeologico della grotta in oggetto. L’accordo non si sovrappone in alcun modo alle indagini in corso in merito al muro, che proseguono come già precisato».

Pavimentazione e dehor
C’è poi il doppio enorme gradone spuntato al termine dei lavori di sistemazione della piazza. Cui prodest? L’amministrazione comunale di fronte ai sospetti («strane apparizioni in piazza Balacchi», aveva detto Walter Vicario di Forza Italia) si era affrettata a ribattere che «sotto i gradoni c’è una grotta e per aumentare la sicurezza della grotta e dell’area archeologica, in accordo proprio con la Soprintendenza, si è deciso di delimitare l’area pedonale della piazza con i due gradoni». Dal punto di vista tecnico lanciamo un invito agli esperti che volessero pronunciarsi su questo punto: i gradoni aumentano la sicurezza della grotta? Ma, in attesa di qualche risposta che speriamo di poter leggere e pubblicare, va segnalato che nei progetti ufficiali si precisa ad esempio che i «due dislivelli di cm 15/17» sono stati realizzati sulla piazza «per renderla orizzontale e permettere un più agevole utilizzo per le attività economiche». C’era il pericolo, con quella pendenza pericolosa, di prendere la corsa e ritrovarsi in chiesa? Favorire l’installazione dei dehor o comunque il posizionamento dei tavoli esterni di qualche attività economica, è un dovere da adempiere a spese del Comune? Ai sensi della legge…? Quale. E la stessa cosa accadrà anche in altre zone del centro storico o solo in piazza Balacchi, candidata a diventare piazza dei Balocchi? Quello della fiaba collodiana era però un «fortunato paese» dove si divertivano in tanti.

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