A fronte dell’incensamento che l’amministrazione comunale fa di questo servizio, due conti fanno venire a galla la spesa esagerata per trasportare al mare un numero esiguo di persone.
Bisogna riconoscere che i nostri Amministratori cittadini posseggono una grande capacità: quella di tramutare eclatanti errori in mirabolanti successi che, oltretutto, vengono enfatizzati come tali. Ma proseguiamo.
Nel sito istituzionale del Comune di Rimini, nella pagina riguardante il servizio “shuttlemare”, (qui) si può leggere un articolo dal titolo celebrativo: “Shuttlemare, il servizio continua a crescere”. Leggendolo si narra – tra l’altro – di “… oltre 50mila passeggeri e più di 25 mila viaggi …” oltreché “di un’alternativa sostenibile, comoda e gratuita che non solo ci permette di garantire un collegamento veloce con la marina, ma risponde anche alle esigenze di mobilità anche degli utenti con disabilità, garantendo così una piena accessibilità”.
La fantastica notizia però termina sterilmente senza fornire ulteriori dati e considerazioni, che permetterebbero di valutarne l’effettiva efficacia dell’iniziativa. La genesi del tema ha origine dalla completa eliminazione dei parcheggi della marina conseguente alla realizzazione del cosiddetto “parco del mare”, e dei successivi sgangherati tentativi di rimediare al conseguente problema.
Ci siamo occupati di questo argomento varie volte in passato (qui) e (qui), e già dai dati pervenuti allora appariva chiaramente che l’operazione non solo non era funzionale come invece presentata ma pure inutilmente dispendiosa. Ed oggi, a fronte del nuovo predetto comunicato – ripetiamo – incompleto nei dati e nelle considerazioni, abbiamo ritenuto opportuno per completezza di cronaca integrarlo con alcuni dati mancanti che siamo riusciti a reperire.
E così in data 23 settembre scorso abbiamo inviato un quesito all’Ufficio Stampa del Comune di Rimini, in cui si chiedeva nella sostanza quanto segue:
«…In particolare, se disponibili, i costi mensili e il relativo numero di utilizzatori; ma in caso contrario solo l’ammontare economico dell’intero periodo di esercizio».
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Di seguito la risposta:
«Gentile Salvatore De Vita,
la stagione 2024 del servizio Shuttlemare – l’innovativo servizio di trasporto a chiamata che il comune di Rimini, per il quarto anno consecutivo, ha messo gratuitamente a disposizione di cittadini e turisti per facilitare il raggiungimento della spiaggia – si è conclusa il 15 settembre, confermano un utilizzo sempre più consolidato del servizio: sono 50.031 i passeggeri trasportati e 25.056 i viaggi effettuati, in ulteriore crescita rispetto allo scorso anno, quando gli utenti furono 49.530 e 24.167 i viaggi effettuati.
Quest’anno il servizio è partito il 25 aprile, attivo nel weekend e festivi fino al 2 giugno, per poi diventare giornaliero a partire dall’8 giugno, con orario 9:00 – 21:00.
Anche quest’anno Start Romagna, che gestisce il servizio per conto del Comune, ha sottoposto un questionario di gradimento agli utenti che hanno scaricato l’App My Start Romagna per la prenotazione, i dati del questionario sono in elaborazione e presto verranno pubblicati. Tra i punti di forza riscontrati nelle precedenti stagioni, l’accessibilità per utenti disabili in carrozzina e la semplicità di prenotazione.
Per quanto riguarda i costi, nel 2024 il costo complessivo dello shuttlemare è ammontato a 404.010 Euro finanziati per un importo di 60.835Euro dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dei finanziamenti per la sharing Mobility messi a disposizione dal Ministero delle infrastrutture dei trasporti di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze per incentivare sul territorio regionale servizi di sharing mobility, mentre i restanti sono stati finanziati dal Comune di Rimini a AMR nell’ambito dei contributi consuntivi».
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Tralasciando il contorno di rito, arriviamo al dunque. Come si evince, il servizio per tutto l’intero periodo costa ben € 404.010. Poco importa se in questo importo una piccola parte è messa a disposizione dalla Regione; sempre di soldi pubblici – nostri – si tratta. Ora, sebbene la risposta sia incompleta, mancando spesa ed utenza mensile, facciamo ugualmente qualche conteggio. Considerando la spesa e i passeggeri trasportati, ne consegue che ogni utente costa alla comunità 8,08 Euro circa e, considerando che lo stesso poi dalla meta raggiunta ritorna a casa, ogni passeggero costa alla comunità oltre 16,16 Euro circa; non poco.
Osservando poi altri dati, “24.167 i viaggi effettuati contro i 50.031 i passeggeri trasportati”, risulta che per ogni viaggio appare che sono stati presenti su ogni mezzo in media quasi due passeggeri; 2,07 per l’esattezza. Si tenga conto che vengono utilizzati automezzi con capacità ben maggiore che, praticamente, vagano pressoché vuoti.
Ma proseguendo mancano altri elementi tipologici e numerici degli utenti per potere comporre un’analisi completa ed attendibile. Il primo afferisce alla tipologia di utenza; per esempio quanti siano le madri con figli specie piccoli a seguito, quanti i disabili e, soprattutto, se chi utilizza il servizio sia un residente che ha già un parcheggio dove lasciare l’auto piuttosto presso la propria abitazione, e quanti provenienti da fuori città si servono della prestazione per recarsi al mare locale.
Occorre rammentare che in un precedente articolo, qui sopra citato, risultava che tra il 2021 e lil 2022 si erano già spesi ben oltre 500.000 Euro, ed altri 300.000 se ne prevedevano per l’anno 2023.
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Non era difficile pensare a ciò, ma soprattutto ancor più semplice e facile sarebbe stato guardare ciò che hanno fatto a Riccione; ma sembra proprio che chi, oltre a non aver mai saputo affrontare un progetto organico di mobilità cittadina, non riesce neppure ad eseguire un semplice esercizio di copiatura. Invece si è preferita una inutile toppa conseguente ad un palese errore peraltro continuamente perpetrato, e che pesa sulle spalle dei contribuenti locali sia in termini economici che di disagio e disservizio. Il servizio è gratuito per chi ne usufruisce, ma salato ed oneroso per chi lo finanzia, leggasi i cittadini riminesi. Spiace constatare che i soldi pubblici non abbiano il medesimo peso e valore di quelli personali, perché in questo caso si adoperano per un inutile tentativo di rimediare un errore che si continua a ripetere.
In conclusione nulla da magnificare o di cui vantarsi, ma più opportuno sarebbe stato un dignitoso silenzio; perché sebbene storditi da una politica autoreferenziale ed autoincensante è ancora possibile fare qualche conto.
Inoltre, letto in altro mezzo d’informazione, qualcuno ha eccepito anche il fatto che a fronte del trasporto a servizio della balneazione sia gratuito, gli studenti sono invece soggetti al pagamento dello stesso servizio per recarsi a scuole a viceversa; resta solo ad ognuno di noi il proprio giudizio in merito.
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