L'invito: ragazze e ragazzi che andate male a scuola scrivete al vecchio professore. Pubblicheremo le vostre mail con le risposte
Studiare è un’arte. Non ci si può mettere davanti a un libro senza avere preparato una strategia e un metodo di studio e senza conoscere la qualità della cultura alla quale si è predisposti, diciamo all’ingrosso bisogna sapere se si è portati per il settore umanistico o per quello matematico e scientifico o per altri settori razionali e non. E’ necessario conoscere la propria memoria per sfruttarne la qualità, per conoscerne anche i limiti.
Ragazze e ragazzi che andate male a scuola scrivete al vecchio professore. Pubblicheremo le vostre mail con le risposte.
METODI MNEMONICI DI MEZZO SECOLO FA
Ricordo che mezzo secolo fa vedevo nei corridoi della Biblioteca Gambalunga le ragazze e ragazzi universitari alle prese degli esami basilari de secondo anno, se ricordo bene, di anatomia, gli studenti di medicina, e dei codici di diritto gli studenti di giurisprudenza. Avevano un metodo antico che si trasmettevano da una generazione all’altra. La scrittura dei libroni di anatomia e di diritto era colorata con diversi colori di pastelli, sottolineata e circondata con cerchietti; li sentivi brontolare ossia ripetere e ripetere a voce i frammenti del testo, relativi a organi anatomici o a leggi e interpretazioni; e poi nei lunghi corridoi seicenteschi della Biblioteca, allora vuoti, oggi riempiti di scaffali e di tavoli di studio, li si vedeva caminare avanti e indietro con in mano i grossi libroni che guardavano e borbottare per ore.
LA MEMORIA VISIVA
Non subito, ma capii che stavano usando le tre memorie più comuni della nostra tradizione culturale: la MEMORIA VISIVA che assimila le immagini della scrittura e dei disegni e porta alla mente per chi la sa usare al meglio l’immagine della pagina.
Era il tipo di memoria utilizzato dal nomenclator ossia dallo schiavo dei politici romani che mandava a memoria i nomi dei cittadini romani elettori e che si poneva alle spalle del padrone candidato per suggerirgli i nomi dei cittadini elettori che incontrava in Campo Marzio in modo che il padrone potesse salutare col nome proprio i suoi potenziali elettori. Quale metodo usava? Forse quello suggerito da altri moderni specialisti di riconoscimenti basati sulla registrazione visiva del volto. Uno di questi diceva: io immagino il volto da ricordare con scritto sulla fronte il nome che mi hanno dato. Erano attenti, al contrario di molti di noi, quando veniva fatto un nome. Straordinario potere della nostra mente, intervenire sulle immagini mentali, e poi al momento di ricordare, vengono in mente le immagini delle facce con scritti i nomi sulla fronte.
LA MEMORIA VISIVA E IL POTERE DELLO SPAZIO
Ma tra i miracoli della memoria visiva come non ricordare quelli di Pico della Mirandola (1463-1494) che conosceva la Divina Commedia non solo a memoria, ma ricordandola e ripetendola anche dalla fine del Paradiso. Come faceva?
Praticava il metodo antico di chi aveva scoperto nella nostra mente e nella memoria il potere dello spazio, ossia delle immagini di edifici e città, ai quali aveva dedicato anni per fissarli nella memoria come modelli. Prendeva a modello un castello o una cattedrale esistenti o si inventava un enorme edificio con un numero infinito di corridoi e stanze Quando era sicur della pesistnza dell’edifici mnemonico, lo utilizzava per ricordare secondo no dei tanti modi di memnotecniche antichi e rceenti. In ogni stanza metteva un verso del poema che voleva ricordare legato a quella stanza da un particolare. Mi viene un esempio non proprio perfetto: prendete il primo verso nel mezzo del cammin di nostra vita il termine “cammin” poteva essere ricordato dal “camino” figurato nella prima stanza. Poiché l’edificio inventato e fissato nella memoria lui lo conosceva bene, poteva percorrerlo da qualsiasi parte volesse.
Ma sarà proprio vero? Per saperlo bisognerebbe farne esperienza.
Fare esperienza della propria mente anche ai livelli minimi è una delle attività più soddisfacenti e sorprendenti che si possano avere perché o prima o poi se ne conoscono i piccoli e i grandi poteri. Nel mio piccolo, una piccola esperienza. Sono vecchio e mi capita molto spesso ahimè di dimenticare un nome. Ho immaginato un metodo per superare questi blocchi del discorso.
Allora, sfrutto il potere dello spazio nella nostra mente. Immagino che il mio discorso carente di un nome che non ricordo sia contenuto nello spazio del blocco, per qualche motivo che non voglio sapere, e che io debba uscire da quella stanza del blocco per andare in una stanza libera dove i ricordi mi arrivino spontaneamente. Entro in una stanza dei ricordi libera recitando anche mentalmente, ma meglio se a voce udibile, una poesia che avevo studiato da giovane e che ho ristudiato da vecchio: Oh Valentino vestito di nuovo . Non dico sempre, ma spesso il nome mi torna in mente mentre recito la poesia.
E’ il metodo di Cicerone: memoria minuitur nisi eam exerceas la memoria, è come i muscoli, diminuisce se non la eserciti. Terribile decisione cretina in certe scuole di smettere di studiare a memoria le poesie!
IL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE
Legata alla memoria visiva l’immaginazione o la FANTASIA è stata a lungo in epoca antica e medievale, e rinascimentale uno strumento mentale di tutto rispetto, tanto che si arrivò persino a credere che potesse supplire nel coito alla presenza del maschio nel fenomeno della autofecondazione per vi imaginationis. Nel ‘500 e nel ‘600 ci furono delle feroci dispute tra immaginisti e contrari a tutto questo potere plastico dell’immaginazione o fantasia. A Rimini gli eruditi al potere dell’immaginazione ci credevano, seguaci com’erano degli ‘scienziati’ dell’Alma Mater Girolamo Mercuriale e Ulisse Aldrovandi.
L’AUTOFECONDAZIONE DI MADELEINE
Nel 1637 a Parigi venne pubblicato un libro che sulle prime sembrava veritiero intitolato Arrest notable de la Court du Parlement de Grenoble. Il fatto straordinario era questo: Magdeleine, una nobildonna con tanto di nome, cognome e titoli, aveva partorito un bambino, col marito nobile guerriero che non vedeva da quattro anni perché stava combattendo per il re Luigi in Olanda. Era stata denunciata al Parlamento di Grenoble come adultera dai parenti del marito. Magdeleine si era difesa dicendo ai giudici che una notte, nove mesi prima del parto, aveva fatto un sogno di avere un coito col marito, di un’intensità tale che subito il giorno dopo aveva capito di essere incinta. Portava come testimoni un certo numero di nobili signore e vedove che testimoniavano la sua onestà, alcune mammane ossia levatrici e dei medici della scuola di Montpelleier che affermavano la possibilità reale e la virtù plastica della vis imaginationis, della forza dell’immaginazione. Il Parlamaneto di Grenobe aveva mandato libera Madeleine. Si trattava di una burla, come sentenziò il Parlamento di Parigi, escogitata per denigrare sia il Parlamento di Grenoble sia la famosa scuola di medicina di Montpellier.
UN BAMBINO NERO NASCE DA UNA MADRE BIANCA
I burloni ottennero di far cadere la pretesa degli immaginisti che la forza dell’immaginazione avesse il potere di fecondare le donne, ma rimase ferma la convinzione che questa forza agisse nel caso delle partorienti per ottenere effetti solitamente infelici nei feti e nei bambini che stavano nascendo. Giorgio Vasari a Rimini nel monastero degli Olivetani di Covignano, ospite dell’abate Faetani, per dipingere il magnifico quadro dell’Adorazione dei Re Magi e anche per far copiare a un monaco diligente il suo manoscritto delle Vite, descrive tra l’altro gli affreschi nel chiostro del Convento di San Francesco con le storie della vita della Beata Michelina che lui attribuisce a Giotto: “[Giotto] Fece ancora nel chiostro del detto luogo all’incontro della facciata della chiesa in fresco l’istoria della beata Michelina, che fu una delle più belle ed eccellenti cose che Giotto facesse già mai, per le molte e belle considerazioni che egli ebbe nel lavorarla; perché oltr’alla bellezza de’ panni e la grazia e vivezza delle teste che sono miracolose, vi è,quanto può donna esser bella, una giovane la quale per liberarsi dalla calunnia dell’adulterio giura sopra un libro in atto stupendissimo, tenendo fisi gli occhi suoi quelli del marito, che giurare la facea per diffidenza d’un figliuolo nero, il quale in nessun modo potea acconciarsi a credere che fosse suo.”
Non sono poche negli scrittori antichi e medivali le nascite di bambini neri da genitori bianchi, che venivano attribuite al potere dell’immaginazione delle donne incinte che avrebbero trasmesso al feto il colore visto con intensità e apprensione in un nero reale accidentalmente incontrato. La vis imagnationis poi ritrova credito nell’epoca a noi vicina nell’ambito delle mitologie del nostro tempo, anche se Lacan non la ritiene veritiera e la contrappone al simbolico.
LA MEMORIA UDITIVA
Si basa sulla ripetizione delle parole che poi al momento del ricordo riappariranno nella mente a disposizione del discorso.
LA MEMORIA CINETICA
Abbiamo tutti visto, credo, filmati di giovani semiti che si preparano a diventare rabbini o imam seduti a gambe incrociate con davanti i libri sacri delle loro religioni che leggono i testi salmodiando e movendo avanti e indietro la testa. Vengono in mente le mamme romagnole, col “saper di me”che sanno tutto di tutto, che rimproverano i loro figli mentre studiano e si muovono scompostamente: “E stai un pò fermo, come fai a studiare se ti muovi”.
Ebbene proprio muovendosi studiano. Questa qualità ella memoria è quasi sconosciuta, ma è altrettanto importante delle altre due. Ragazze e ragazzi fatene buon uso.
Studiare è una meravigliosa avventura anche all’interno di se stessi alla scoperta di se stessi, di come siamo fatti e anche, ma questo discorso diventerebbe in questa occasione troppo lungo, delle misteriose qualità del pensiero inconscio che interferiscono in due modi, uno creativo quando ‘ci arrivano’ intuizioni e soluzioni di problemi lungamente pensati, e uno inibitorio quando quasi dispettosamente, scompaiono le parole, e anche il ricordo magari importante degli impegni e delle occasioni.
GENIALITA’ MATEMATICA
Un’ultima cosa per il momento. Anche la memoria è legata alla qualità dell’intelligenza e un’intelligenza matematica e scientifica dà sicuramente le soddisfazioni sue tipiche.
Alcuni anni fa ho conosciuto in via Gambalunga dove allora avevo la mai casa un giovane barbone di Arezzo che aveva scelto la strada e il suo mondo umano poco visibile di destini concordi dopo essere stato abbandonato alla sua morosa. Una volta mi ha fatto conoscere un giovane barbone che aveva lo straordinario potere di fare a mente in pochi secondi operazioni difficilissime.
Forse qualche psichiatra parlerebbe dell’”idiota calcolatore”.
A me veniva in mente solo uno spreco di intelligenza a causa di un destino di abbandono. Il mio amico barbone scomparve dopo che il barbone suo amico del cuore s era eclissato rubandogli il cane. Quando sono andato come membro esterno nelle città italiane per gli esami di maturità ho visto spesso i colleghi di matematica membri interni aiutare sistematicamente gli esaminandi sotto gli occhi di tutti.
E quando sono cominciati i movimenti emigratori, i ragazzi slavi ci sono apparsi come dei geni della matematica, con i nostri ragazzi non c’era confronto. Bisognerebbe chiedergli che ci aiutino a studiare le matematiche.


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