Alcune attività hanno potuto ampliare la propria capacità ricettiva utilizzando gli stalli antistanti. Ma per i fruitori della spiaggia, soprattutto se provenienti da fuori città, le agevolazioni non ci sono. I parcometri sono funzionanti e "salati", i posti auto sono diminuiti. Un lettore ci scrive.
In questo periodo di difficoltà e di tentativi di ripresa di una vita assimilabile il più possibile a quella normale, non è poi così agevole recarsi in spiaggia per coloro che provengono da fuori città, pur sempre provenienti dal nostro territorio e non solo. A sopperire alle male tradizionali chiusure estive di quelle zone a motivo di inutili e chiassose sagre che, oltretutto, diminuivano fortemente i parcheggi, l’agevole viabilità e la qualità della vita, hanno provveduto due nuovi elementi. Il parchetto del mare “al trancio” e, ideona della sempre vulcanica amministrazione locale, la concessione dei parcheggi alle attività di ristorazione private in modo gratuito. Trattasi del tratto che reca da Piazzale Kennedy al famoso “triangolone” del Porto.
Mentre nel primo caso si sono vaporizzati una cinquantina di stalli circa, nel secondo tratto, dalla rotonda in poi, un’altra ventina hanno seguito la stessa sorte; peraltro in totale assenza di alcuna contropartita di una soluzione alternativa.
Ma se la cosiddetta “ideona” dà la possibilità ad alcune attività di ampliare la propria capacità ricettiva, oltre quella già presente nei marciapiedi pubblici, un altro fattore stride fortemente con questo parto cerebrale. La solerte attivazione dei parcometri.
Se nel primo caso è tutto gratuito, chi invece vuole trascorrere una giornata al mare è, come sempre, obbligato all’esborso di un’esosa tariffa per la fruizione di un parcheggio. Quindi ancora una volta solo certe esigenze trovano un accoglimento rispetto ad altre, pur essendo proprie di soggetti che hanno un fattore comune; il pagamento delle imposte e quindi aventi gli stessi diritti e degni della medesima attenzione.
Una famiglia che tra le tante difficoltà contingenti del momento decide di trascorrere una giornata al mare, e non l’unica, deve sborsare la bella cifra minima di € 6,50 giornaliera, oltre al resto; vi pare poco, specie nell’ottica di un incentivo alla ripresa delle categorie di spiaggia?
Ciò sta a dimostrare ancora una volta, la differenza di trattamento e di sensibilità che l’illuminata amministrazione locale riserva a coloro che dal suolo pubblico traggono un giusto profitto, e da chi desidera passare una giornata al mare in santa pace dopo un trascorso periodo assai triste; magari per di più se, per tanti motivi, non può permettersi una vacanza altrove. Soprattutto poi per coloro che provenendo da fuori città, sono costretti ad usare l’automobile e non mezzi alternativi come, ad esempio, biciclette o monopattini tanto cari ed indispensabili alla mobilità riminese. Inoltre facendo differenze con gli operatori commerciali legati ad attività più strettamente inerenti alla spiaggia, di cui l’attenzione riservata sembra essere di minore importanza.
Quindi si profilano due alternative: o si ripiega incentivando i parcheggi irregolari, come siamo abituati ad assistere nelle strade delle immediate vicinanze di queste zone, con il conseguente degrado e il rischio di ricevere contravvenzioni, o migrare nelle spiagge dei comuni del nord della provincia laddove esistono condizioni più propizie ad accogliere coloro che per motivi di lontananza non possono utilizzare mezzi diversi dall’automobile; anziani o famiglie.
È questa l’estate attuale, diversa dal consueto per tanti aspetti, ma uguale al solito noto modo di operare locale.
Salvatore de Vita
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