Con la mano destra la Regione fornisce i dati ufficiali su arrivi e presenze. Con la mano sinistra paga l'Osservatorio turistico che elabora numeri del tutto diversi. Più performanti. Ma fra i primi e i secondi ci sono 19 milioni di presenze di differenza per l'intero territorio emiliano-romagnolo e 14 milioni di presenze nella sola Riviera. Riccione ha ottenuto i migliori incrementi percentuali. Seguono Cattolica e Rimini. Destinazione Romagna ultima, dietro alle due destinazioni emiliane.
Non si sa come definirla se non leggermente schizofrenica la Regione Emilia Romagna in materia di analisi dell’andamento turistico. La questione è seria e, anche se altre volte abbiamo accennato al problema, vale la pena tornarci e approfondire.
La Regione Emilia Romagna diffonde due tipi di dati sul turismo. Avete capito bene: la stessa Regione, quella a guida Stefano Bonaccini, con Andrea Corsini assessore al turismo, mette in circolazione numeri diversissimi. Che divergono moltissimo gli uni dagli altri.
Nel 2018 (tabella qui sotto) ci sono ben 2 milioni e 300mila arrivi e quasi 19 milioni di presenze di differenza a livello regionale. Se invece si passa ad analizzare la Riviera, la divaricazione raggiunge 1 milione 300mila arrivi e oltre 14 milioni di presenze. Un dato lo fornisce la Regione con la mano destra e uno la stessa Regione con la mano sinistra. I numeri più bassi si possono leggere sul sito di statistica della Regione e invece quelli più alti escono dall’Osservatorio turistico della stessa Regione.
Ma qual è la ratio, se ce n’è una, di questa gigantesca forchetta?
1) “Rapporto annuale sul movimento turistico e la consistenza ricettiva alberghiera e complementare in Emilia-Romagna” a cura del servizio statistica della Regione Emilia Romagna (per l’anno 2017) e per il 2018 i dati preliminari.
2) “Consuntivo del movimento turistico” 2017 a cura dell’Osservatorio sul turismo dell’Emilia Romagna (Unioncamere e Regione Emilia Romagna) e comunicato Regione dell’8/2/2018 su dati dell’Osservatorio turistico.
Nella tabella abbiamo riepilogato sia i dati del 2017 che quelli del 2018. Guardiamo l’ultimo anno. Secondo il rapporto della Regione, che in questo caso diffonde i dati ufficiali Istat, gli arrivi in Emilia Romagna sono stati 11.410.904 (+3,2% rispetto all’anno precedente) e le presenze 40.669.388 (+1,4%). Secondo l’Osservatorio gli arrivi salgono a 13.715.000 (+7%) e le presenze a 59.620.000 (+4,7%). Gli arrivi in Riviera per la Regione sono stati 5.842.745 e per l’Osservatorio 7.140.000, le presenze nel primo caso 28.685.559 e nel secondo 42.851.000.
Com’è possibile? L’Osservatorio (pagato dalla Regione) ritiene di fornire un quadro più realistico della situazione, “integrando” i dati Istat con “indicatori indiretti” stimati. L’Istat, interpellata da Rimini 2.0 al riguardo, spiegò di rilevare gli aspetti del fenomeno turistico “sulla base di metodologie chiare, condivise e regolamentate a livello europeo”. Sta di fatto che la Regione continua a pagare rilevazioni autonome che, affiancate a quelle dell’Istat, sembrano descrivere due territori diversi.
C’è anche una evidenza abbastanza clamorosa che discende da questa “diversità di vedute”. Siccome i dati dell’Istat sono fedeli alle denunce dei turisti registrati da tutte le tipologie di strutture ricettive, se la Regione mette il timbro su quasi 19 milioni di presenze in più rispetto a quelle ufficiali, non certifica per ciò stesso un fenomeno, noto come evasione fiscale, dai contorni paurosamente rilevanti? Bonaccini e Corsini presentano e commentamo (l’hanno fatto anche l’8 febbraio) i dati dell’Osservatorio, e non quelli dell’Istat e lo fanno con toni che definire trionfalistici è poco: “Un altro anno record per l’Emilia-Romagna, quasi 60 milioni di presenze nel 2018: +14 milioni in quattro anni. In crescita tutti i comparti: Costa, Appennino, Città d’arte, Terme e le località fuori dalle mete tradizionali. Il presidente Bonaccini: Traguardo storico, premiato il lavoro di squadra fatto insieme a territori, amministratori locali e operatori”. Se le cose stessero davvero così, di storico non ci sarebbe solo il traguardo raggiunto, ma anche la probabile violazione di leggi e norme fiscali, considerato che l’evasione – insegna l’Agenzia delle Entrate – “provoca un danno a tutta la società, il deficit pubblico e toglie ai poveri e agli onesti per dare ai ricchi”.
Torniamo alle cifre ufficiali (non quelle stimate). In provincia di Rimini a chi va l’oro? Cioè il miglior piazzamento nel 2018 in termini di incremento percentuale? A Riccione: +4,3% negli arrivi italiani (767.924) e +7,4% in quelli stranieri (113.512) per un totale di 881.436 (+4,7%). I pernottamenti indicano +1,8% (3.021.014) per gli italiani e +4,1% per gli stranieri (616.591), che complessivamente portano l’asticella a 3.637.605 (+2,2%).
Segue Cattolica: +3,2% negli arrivi e +1,5% nelle presenze. Quindi Rimini: +2,9% gli arrivi e +1,1% le presenze. Arrivi italiani 1.377.937 (+3,6%), stranieri 476.576 (+0,9%), in totale 1.854.513. Presenze: italiani 5.230.978 (+1,75), stranieri 2.229.866 (-0,2%), complessivamente 7.460.844. Quindi Bellaria Igea Marina, che pur mostrando segni meno dall’estero, sia negli arrivi (-2,3%) che nelle presenze -2,7%), chiude con +1% in entrambi. Misano si accontenta di +0,5% negli arrivi e +0,6% nelle presenze.
Ampliando la visuale alla intera provincia, gli arrivi indicano 2.954.857 (+3,3%) negli italiani e 757.006 (+2%) negli stranieri, quindi 3.711.863 (+3%). E le presenze 12.361.958 per quanto riguarda gli italiani (+1,7%) e 3.826.327 gli stranieri (+0,5%), cioè 16.188.285 (+1,4%).
Destinazione Romagna chiude il 2018 con un +1,2% di arrivi (7.013.788), suddivisi fra italiani (5.598.963 +1,9%) ed esteri (1.414.825 +1,2), e +0,7% di presenze (31.259.200): italiani 23.888.793 (+0,9%) e stranieri 7.370.407 (+0,1). Nel risultato finale incide ovviamente la Riviera per la parte preponderante: 5.842.745 di arrivi e 28.685.559 di presenze.
La città metropolitana di Bologna con Modena cresce del 5,8% negli arrivi e del 3,5 nelle presenze. E la Destinazione Emilia rispettivamente del 5,7% e del 5%. Quindi la Romagna si può dire abbia performato peggio delle altre due destinazioni.
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