Una quota degli oneri di urbanizzazione andrà al restauro degli edifici religiosi

Una quota degli oneri di urbanizzazione andrà al restauro degli edifici religiosi

Il Consiglio Comunale ha approvato il regolamento per l’assegnazione delle quote

Con 19 voti favorevoli, due contrari e 5 astenuti, il Consiglio Comunale riunitosi nei giorni scorsi (qui l’articolo di lancio con l’ordine del giorno) ha approvato il “regolamento per l’assegnazione di una quota dei proventi derivanti da oneri di urbanizzazione secondaria da destinare agli enti esponenziali della chiesa cattolica e delle altre confessioni religiose”.
Va detto che il regolamento si inserisce nel quadro normativo stabilito dalla Regione Emilia Romagna che, con la Legge Regionale 24/2017, prevede che i Comuni possano destinare il 7% dei proventi derivanti da oneri di urbanizzazione secondaria a interventi di riuso e rigenerazione urbana che coinvolgano edifici di culto e le relative pertinenze. Ma non tutti i Comuni l’hanno regolamentato. Rimini ha deciso di farlo, con soddisfazione per i proprietari di questi immobili.
IL REGOLAMENTO
“Con il regolamento”, spiega una nota del Comune di Rimini, “si stabiliscono i criteri e le modalità operative per l’assegnazione delle risorse a rimborso delle spese che gli enti religiosi sosterranno per interventi di restauro, consolidamento statico, manutenzione e adeguamento sismico degli edifici di culto. Particolare attenzione sarà rivolta a quelli vincolati ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio o di particolare interesse storico-culturale. Saranno inoltre privilegiati il recupero degli edifici di culto che svolgono funzioni sociali e culturali aperti alla collettività e gli interventi di restauro, ristrutturazione e risanamento conservativo che rispondano alle esigenze di sicurezza. Inoltre, si valuterà l’entità dell’utenza servita da ciascun edificio, in modo da valorizzare quei luoghi che svolgono un ruolo rilevante nella vita sociale e culturale del territorio”.
L’AUSPICATO PIANO DI RESTAURI
Se da un lato qualcuno potrebbe intendere questo regolamento come una sorta di favore o regalo agli enti religiosi, dall’altro lato è anche un modo per togliere qualche alibi agli stessi enti proprietari che da tempo, in certi casi da decenni, ritardano operazioni di restauro e valorizzazione, spesso lamentando la mancanza di fondi. Ora sarebbe bellissimo se, in collaborazione con il Comune e anche altri soggetti privati, si desse vita ad un serio piano di restauri in città, soprattutto per quelle opere architettoniche che contribuiscono (o meglio, hanno contribuito) all’identità di questa comunità. Come già si è fatto qualche mese fa con l’operazione di restauro del timpano del Giudizio Universale (nella foto sopra un particolare), capolavoro di Giovanni da Rimini (anzi, si spera che venga fatta meglio, visto che il grande affresco è stato fatto a pezzi ed esposto a pezzi), per il quale è stato siglato un protocollo d’intesa tra la Diocesi di Rimini e il Comune per il restauro e la valorizzazione.

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