Un luglio pessimo, e non solo quello. Il "sistema vacanziero" soffre: a Rimini si sta investendo giustamente su molti progetti ma non sempre per far crescere il turismo. Lo dice il presidente di Oasi Confartigianato in questa intervista. Che risponde anche a Patrizia Rinaldis sulle manifestazioni fieristiche in estate. E sulla Bolkestein: "I problemi ce li abbiamo in casa, non a Bruxelles. Vogliono scaricare sull'Europa nel tentativo di impossessarsi della torta". Ma si parla anche di divieti di balneazione, piano dell'arenile e parco del mare.
“Rimini è una città che non lavora tutta insieme a favore del sistema delle vacanze”. I divieti di balneazione? “Prima ci hanno fatto intendere che sarebbero bastate le vasche di prima pioggia, adesso hanno capito che non bastano”. Le concessioni demaniali? La risposta a questa domanda la teniamo da parte per servirvela, con ghiaccio, fra poco.
Sotto l’ombrellone Giorgio Mussoni (nella foto), presidente nazionale di Oasi Confartigianato, dà il meglio di sé. E’ vispo come un rettile al sole. Forse appartiene alla famiglia degli ectotermi. L’intervista che non t’aspetti è favorita dal sole che in questi giorni di settembre picchia ancora forte. Tenuta da bagnino, naturalmente, sedia piazzata all’ingresso del nuovo stabilimento, il presidente indossa occhiali scuri e scruta l’orizzonte con l’aria di chi la sa lunga. Si gusta non senza soddisfazione la nuova “Salsedine” con bar e ristorante con terrazza e il bagno unificato (44 e 45). “E’ costato molto, troppo, ma è l’ultimo segno che voglio lasciare, e poi l’ho fatto per mio figlio”, dice.
Viserbella, provincia di Rimini. Nei fatti periferia, come Torre Pedrera e Viserba, solo per guardare verso nord. Ma è proprio da Viserbella, “dove sono nato”, ripete con orgoglio, che Giorgio Mussoni ha voluto lasciare quel segno.
Allora Mussoni, com’è andata la stagione? In questi giorni sto parlando con diversi albergatori e molti descrivono l’estate che sta per terminare come la peggiore degli ultimi dieci anni…
Dicono bene, soprattutto luglio è stato pessimo. Luglio è il mese che porta a Rimini chi viene a fare la vacanza vera, beh, è stata dura, veramente dura. Agosto grosso modo è sempre lo stesso, ma quest’anno la prima settimana somigliava al luglio critico.
Cosa sta succedendo al turismo riminese?
Il “sistema vacanziero” soffre, a Rimini si sta investendo giustamente su molti progetti ma non sempre per far crescere il turismo. Nel mondo moderno ci vuole la specializzazione, altrimenti non vai lontano, mentre da noi, ma non solo da noi, si punta su altro. Sia chiaro, non è questione di dare colpe a questo o quello, agli amministratori o ad altri, è un problema di mentalità diffusa.
Con “sistema delle vacanze” lei intende tutto quello che riguarda l’accoglienza di chi trascorre un periodo più o meno lungo al mare, soggiornando in hotel, affittando l’ombrellone, mangiando al ristorante e così via…
Certo, c’è una differenza sostanziale tra il vacanziero e il turista-viaggiatore che visita una località per una toccata e fuga. Se vuoi accogliere come si deve chi viene a trascorrere una vacanza a Rimini devi dotarti dei servizi migliori, devi avere un lungomare degno di questo nome, devi fare in modo che non scattino i divieti di balneazioni dopo ogni pioggia…
Quindi scelte strategiche sbagliate?
No, sono scelte, non dico che siano sbagliate. Dipende dagli obiettivi che ci si prefigge. Il teatro andava fatto, poi fosse stato ricostruito a tempo debito, molti anni fa, sarebbe costato anche parecchio di meno, ma prima o poi andava sistemato. In un’Italia dove il denaro non c’è più e quello che c’è lo consuma in buona parte il “pubblico” (lo Stato e le sue diramazioni), andrebbe speso in modo oculato e, parlando di Rimini, privilegiando il sistema delle vacanze.
Sia chiaro, io non ce l’ho con nessuno, mi limito a constatare e mi rendo conto dei problemi che sono lì incancreniti da anni. Altre località vicine sono cresciute più di Rimini dal punto di vista del “sistema vacanziero”.
Perché?
Forse perché non soffrono dell’effetto città, Rimini a volte sembra una città di presuntuosetti. Il riminese considera i bagni in spiaggia e i villeggianti un po’ degli usurpatori di un bene loro. Ma io sono nato a Viserbella e non sono mai stato di Rimini (sorride Mussoni, ndr).
Lei ha sollevato un vespaio quando ha fatto quelle dichiarazioni su fiere e congressi che nuocciono al turismo e sarebbe meglio non calendarizzarle in piena estate. Cosa intendeva dire?
Cagnoni è un mio carissimo amico fra l’altro, il mio obiettivo non era certo polemizzare…
E allora?
Il tema è il seguente: il promiscuo è il contrario della specializzazione, può bastare?
Direi di no.
Prima le manifestazioni fieristiche si facevano a marzo, poi si è cominciato ad occupare aprile, quindi maggio, e andava bene. In seguito anche una parte di giugno e qualche scricchiolio c’è stato, poi tutto giugno e, non contenti, si è arrivati a metà luglio. Se si privilegiano questi eventi, ne soffre il vacanziero. Se si va ad occupare anche l’alta stagione qualche difficoltà si presenta, è normale. Se gli hotel si riempiono con il pubblico delle fiere è evidente che venga meno la possibilità di accogliere anche i nostri clienti tradizionali. Questo era il senso del mio ragionamento, che ribadisco, a costo di scontentare qualcuno.
Però la presidente degli albergatori Patrizia Rinaldis le ha risposto piccata: “meno male che ci sono stati importanti manifestazioni alla Fiera perché hanno portato in riviera decine di migliaia di persone”, ha detto.
Ma allora le città turistiche che non hanno la fiera come fanno? Bellaria non mi pare lavori meno di Viserba, o Viareggio meno di Rimini, eccetera eccetera. Credo che la questione sia quella che ho già detto: il sistema vacanze a Rimini non è sempre in cima alle preoccupazioni. Poi la fiera è un valore aggiunto, l’ho detto e lo ripeto, e capisco anche che i calendari fieristici e congressuali si compilano seguendo le richieste del mercato. Patrizia Rinaldis ha le sue opinioni, che sono diverse dalle mie: io rispetto le sue ma lei dovrà fare lo stesso con me.
E quindi?
Quanto meno bisognerebbe confrontarsi e ascoltarsi di più, concertare le decisioni, tenendo conto del sistema vacanze.
E’ cambiato il governo e già sono cominciate le riprese di un nuovo film sulla Bolkestein.
Ma basta con ‘sta Bolkestein! I problemi sulle concessioni demaniali li abbiamo in casa, non a Bruxelles.
In casa dove: a Rimini, in Regione o al governo?
In Italia. C’è qualcuno che vorrebbe impadronirsi delle spiagge, e non parlo di privati ma di enti. Tutti vogliono scaricare sull’Europa nel tentativo di impossessarsi della torta. Io lo ripeto da anni: i nostri avversari ce li abbiamo in casa, non in Europa.
L’Europa chiede l’evidenza pubblica? Bene, è già assicurata dall’articolo 37 del codice della navigazione che così recita: “Nel caso di più domande di concessione, è preferito il richiedente che offra maggiori garanzie di proficua utilizzazione della concessione e si proponga di avvalersi di questa per un uso che, a giudizio dell’amministrazione, risponda ad un più rilevante interesse pubblico”.
Al presidente dei bagnini non si può non chiedere: e il parco del mare?
L’argomento è male impostato: se è un’opera pubblica penso spetti all’ente pubblico, come è successo ad esempio nel Borgo San Giuliano per tutti gli interventi legati al ponte di Tiberio. Se deve farsene carico il bagnino o chiunque altro, la logica deve essere quella di poter recuperare l’investimento previsto, altrimenti sarà difficile venirne fuori.
Perché tranne qualche rara eccezione le spiagge non si riqualificano e sono sempre uguali a se stesse?
Perché mancano delle premialità vere che favoriscano gli accorpamenti, solo così potrebbe scattare qualcosa di significativo che trainerebbe anche l’effetto emulazione. La gestione separata è all’origine di molti problemi. Sono questioni decisive e urgenti da affrontare nel piano dell’arenile. Fino ad oggi non è stato fatto, non so per quale ragione, se per il veto di qualche lobby economica o altro.
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