Unindustria Romagna: la mancata fusione fa cadere una Colonna

Unindustria Romagna: la mancata fusione fa cadere una Colonna

Non è rimasto senza conseguenze lo “schiaffo di Santarcangelo”, cioè il no del consiglio direttivo di Confindustria Forlì-Cesena al progetto di fusion

Non è rimasto senza conseguenze lo “schiaffo di Santarcangelo”, cioè il no del consiglio direttivo di Confindustria Forlì-Cesena al progetto di fusione con Rimini e Ravenna in un’unica Unindustria Romagna. Tutto era pronto per la firma nella biblioteca della splendida cittadina romagnola quando Vincenzo Colonna, presidente di Forlì-Cesena, ha dovuto annunciare ai colleghi Paolo Maggioli e Guido Ottolenghi che per il momento la fusione non si sarebbe fatta, vista l’avversione della stragrande maggioranza del consiglio direttivo forlivese.
Colonna era stato uno dei sostenitori del progetto Unindustria Romagna e oggi ha preso atto della spaccatura che si è aperta con il consiglio direttivo su questo tema e ha rassegnato le dimissioni “irrevocabili”. In una nota Confindustria di Forlì-Cesena elenca i meriti di Colonna, tra cui, paradossalmente, proprio quello di aver “riacceso il dialogo e il confronto con Confindustria Ravenna e Unindustria Rimini”. Un lavoro definito “encomiabile e meritevole” che però non ha convinto i consiglieri visto che tutti, tranne Colonna e un altro, hanno detto no alla fusione. Il no di Forlì-Cesena era stato commentato duramente dai colleghi di Rimini e Ravenna, anche perché tutto sembrava filare verso un’unica Unindustria Romagna, su cui si è lavorato alacremente per un anno e sei mesi. Censurati anche i modi in cui si è arrivati alla decisione, visto che sostanzialmente mancava solo l’atto formale per completare il processo. Adesso l’associazione degli industriali forlivesi andrà all’elezione di un nuovo presidente che, visto l’orientamento del consiglio direttivo, molto probabilmente non sarà favorevole alla fusione.

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