Visit Rimini: che fine ha fatto la guida strategica del turismo riminese?

Visit Rimini: che fine ha fatto la guida strategica del turismo riminese?

Non è un po' strano che la Destination Management Company nel momento più drammatico per la Riviera, pieno di incertezze sulla stagione che ci attende, non batta nemmeno un colpo? L'unica novità interna è l'arrivo del direttore generale, risponde al nome di Alex Kornfeind.

Visit Rimini è stata ufficialmente presentata alla città il 19 dicembre scorso. Più o meno due mesi prima l’amministrazione comunale aveva affidato (dopo una lunga cavalcata annunciata nel 2018 e passata attraverso un bando pubblicato a dicembre del 2019) a Italian Exhibition Group e Promozione Alberghiera, più alcune società che gravitano nella loro orbita, la mission di “incrementare i numeri e alzare la qualità di una domanda che parte da quota 16 milioni di presenze ed un valore aggiunto prossimo ai cinque miliardi di euro” (dal comunicato di palazzo Garampi). Questo il compito della Destination Management Company, essere “guida strategica e operativa per l’industria turistica riminese”. Poi è arrivata la valanga del coronavirus e Visit Rimini non fa sentire la propria voce, mentre è nelle emergenze che le guide dovrebbero rendersi visibili e indicare la strada.

Il turismo sta vivendo la sua crisi più pesante. Rimini, come ha spiegato il prof. Gardini, rischia di giocarsi quasi tutto perché se a livello nazionale il turismo vale il 12% del Pil, nella nostra provincia rappresenta il 30,1% del prodotto interno lordo. A fine aprile gli alberghi sono ancora in “quarantena”, regna la più totale incertezza, invece degli ospiti gli operatori sono in attesa dei protocolli da applicare nelle loro strutture, le associazioni di categoria sono in fibrillazione e cominciano a battere i pugni sui tavoli dei decisori pubblici: “Se continuiamo ad avere non risposte, provvedimenti incerti, diamo soldi alle banche per dare garanzie, chiediamo alle imprese di indebitarsi per pagare la fiscalità diretta e indiretta, forse il dubbio di molte aziende di non aprire è comprensibile”, ha bombardato di recente Patrizia Rinaldis.

In questo contesto, da una Destination Management Company che poggia su “due player che da decenni rappresentano un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale per la loro capacità di attrarre sul territorio business per i sistemi del balneare, alberghiero, fieristico, congressuale e per i pubblici esercizi” (sempre dal comunicato di palazzo Garampi), tutti si attendono il famoso colpo di reni, che però non si è ancora visto.
La Dmc, d’altra parte, non fa volontariato. Ha ricevuto una dotazione di 1,860 milioni di euro (in tre anni) e il bando puntava su soggetti con una provata capacità nella ricerca e innovazione, nel marketing e promozione, nell’informazione e accoglienza turistica, nei rapporti con le comunità territoriali e con gli stakeholder.
Quando, se non ora, Visit Rimini pensa di sfornare qualche strategia utile a promuovere un territorio che boccheggia, a mettere in campo innovazioni in grado di fronteggiare le nuove esigenze di vacanza a misura di distanziamento, per fare in modo che l’estate del nostro scontento non diventi un dramma collettivo?

A fine 2019 Visit Rimini si era messa alla ricerca di un direttore generale con contratto di temporary manager. Dopo lunga e approfondita valutazione l’esperto è stato individuato in Alex Kornfeind, triestino, che prima di approdare a Rimini è stato, da ultimo, per poco più di un anno destination manager della Destination Management Organization Arezzo Intour. In precedenza con lo stesso ruolo a Caorle, solo per citare qualcosa del suo curriculum. E’ anche un giornalista freelance e uno sportivo (scherma e ciclismo).

Per il momento la comunicazione è ferma a prima della pandemia. Basta entrare sui siti internet di Visit Rimini e Visit Romagna per rendersene conto. Slogan e immagini datate: grandi eventi, folle oceaniche, assembramenti. Si parla di una città che “si riempie di gente, bar e ristoranti pieni di turisti, spiagge puntellate da ombrelloni”. Dove “i giochi per i bambini sono presi d’assalto”. “Ci sono mille motivi per tornare a Rimini. O per scoprirla”, ma ancora nessuno tarato su quell’imprevisto che, ripetono tutti, ha cambiato la vita delle persone e delle nazioni, e dicono che abbia scombussolato un pochino anche il turismo.

Immagine: archivio fotografico Apt Servizi Emilia Romagna

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