Airiminum mette le ali? Piani di rilancio e qualche concessione al pathos

Airiminum mette le ali? Piani di rilancio e qualche concessione al pathos

Nuove rotte, la previsione di aumentare i passeggeri del 25% e l'impegno per mettere radici nel territorio. In sostanza sono questi i punti fermi che

Nuove rotte, la previsione di aumentare i passeggeri del 25% e l’impegno per mettere radici nel territorio. In sostanza sono questi i punti fermi che Airiminum 2014 ha presentato oggi nel corso di una conferenza stampa dedicata al piano di rilancio dell’aeroporto ‘Federico Fellini’. Nel pomeriggio c’è stato anche spazio per una iniziativa che vuole mettere l’accento sulla “rinascita dello scalo”: una magnolia piantata in onore di Kevin Fiore (le immagini nella gallery), il giovane riminese che la scorsa estate venne aggredito nel parcheggio dello scalo e al quale AIRiminum regala un coupon per trascorrere una vacanza di una settimana a Miami in compagnia del fratello.

Ma andiamo al sodo. “Nuove rotte in fase di implementazione”, sono quelle che collegheranno Rimini con Olbia, San Pietroburgo, Krasnodar, Ekaterinburg e Samara in Russia, Berlino, Düsseldorf, Norimberga, Karlsruhe e Stoccarda, Amsterdam, Minsk in Bielorussia, Praga, Bruxelles, Helsinki, Lussemburgo, Zurigo e, per i Paesi Baltici, Riga e Tallinn. Sul quando la data è elastica (“entro il 31 dicembre 2016”). Si aggiungeranno ai pochissimi voli attivi: verso Catania, Mosca (Domodedovo e Sheremetyevo) e Tirana. Poi, per il periodo di settembre e ottobre di quest’anno, “ci saranno voli charter outgoing con destinazione Palma di Maiorca, Rodi, Ibiza, Kos ed Heraklion”.
Le linee di sviluppo sono state illustrate dall’amministratore delegato di AIRiminum 2014 s.p.a Leonardo Corbucci. Con lui Laura Fincato e per la prima volta in veste di collaboratore di AIRiminum si è visto anche Marco Lombardi.
La svolta è non solo attesa ma dovuta. La società di gestione, anche dal diritto (oltre che da Enac) ha ottenuto il via libera e per i prossimi 30 anni avrà in mano le redini di una infrastruttura strategica alla quale sono legati, almeno in parte, i destini dell’economia locale.
AIRiminum non può quindi sottrarsi alla sfida di tentare di mettere le ali al Fellini, sfruttando anche le disgrazie della vicina concorrenza. L’aeroporto di Ancona, nelle mani di Andrea Delvecchio, sta attraversando difficoltà serie ed è alle prese con problemi assai spigolosi che potrebbero portare anche, se continuerà la china discendente, a sfiduciare l’ad riminese. L’impegno finanziario della Regione Marche è finito sotto la lente della Corte dei conti, i dipendenti minacciano scioperi, Aerdorica accumula perdite e debiti (circa 38 milioni di euro).
Per il Fellini, insomma, la strada è spianata ma bisogna percorrerla con coraggio, intelligenza e investimenti.
AIRiminum punta anche all’avvio “di un innovativo modello di marketing per lo sviluppo del traffico passeggeri nel panorama italiano, basato su fondi di natura privata che si andranno ad affiancare ai programmi di investimento già pianificati dagli enti pubblici, mentre a livello internazionale è previsto l’avvio di relazioni commerciali con Paesi strategici soprattutto del Far East, oltre al rafforzamento delle già avviate relazioni istituzionali e commerciali con la Federazione Russa”.
A livello economico, il piano programmatico guarda al “rafforzamento delle condizioni di economicità aziendale attraverso l’incremento dei ricavi da attività non-aviation e l’efficientamento del modello di business, oltre all’avvio del business model della linea cargo, che prevede la creazione di un micro-hub specializzato in grado di far leva su alcune caratteristiche strutturali rilevanti dello scalo di Rimini, quali la lunghezza della pista di circa 3,3 km, la più lunga d’Italia dopo Fiumicino e Malpensa”. Una pista non solo lunga ma sulla quale Aeradria ha investito somme ingenti, che hanno pesato nel “crac” e che AIRiminum eredita a costo pressoché nullo, facendo tesoro di milioni e milioni di investimenti degli enti locali. Ora tocca alla società by Fincato & Corbucci.

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