Pd, Patto Civico e Movimento 5 Stelle uniti contro il Governo Tosi, colpevole di non aver voluto finanziare i corsi di alto perfezionamento musicale del Maestro Fabio Severini (candidato consigliere alla scorsa bagarre elettorale). Le buone intenzioni, però, si esauriscono in una raccolta fondi con “apericena” allegato (non si sa dove, quando, a che ora). Il momento culturale più bello? Quando il grillino cita Andreotti e gorgheggia, “la cultura è il nutrimento dell’anima”.
“Questa maggioranza è vendicativa”
Morale della favola: la musica mette armonia in minoranza. Morale del mio morale: quando Andrea Delbianco, candidato Sindaco del M5S per Riccione, scarpino viola, jeans, camicia e sguardo da attore del cinema muto, se ne esce con “la cultura, d’altronde, non ha politica né colore, è il nutrimento dell’anima”, ero pronto a esplodere in un vaffa… di grilliana memoria. Veniamo ai fatti, così vi fate una idea. Una delle prime azioni politiche del Governo Tosi Bis è stata la lettera inviata il 20 luglio scorso dal Comune di Riccione al maestro Fabio Severini. Gli veniva comunicato che i suoi “Corsi Internazionali di Alto perfezionamento per strumenti a fiato”, alla dodicesima edizione, non andavano più bene, ora si suona un’altra musica, “la manifestazione non rientra tra i programmi di intrattenimento che l’Amministrazione Comunale intende sostenere per l’anno in corso”. Apriti cielo. Fabio Severini, riccionese, oboe tra i più grandi d’Italia, che presta il fiato all’orchestra del Teatro dell’Opera di Roma, ci resta male. Non tanto per il riconoscimento economico – 2.500 euro per un progetto didattico di altissimo profilo, a pagamento, costa 200 euro a studente – quanto perché il Comune ha minimizzato i suoi corsi come “intrattenimento”. Definire “intrattenimento” il talento di Calogero Palermo, primo clarinetto della Royal Orchestra di Amsterdam, tra i grandi al mondo, o quello di Mario Marzi, anche lui riccionese, sassofono che per un ventennio ha lavorato con la Scala di Milano e che insegna in lungo e in largo per il globo, è francamente offensivo. Detto questo, va considerato un fatto: Fabio Severini ha avuto l’ardire di partecipare alla scorsa bagarre elettorale, contro Madama Renata. Era candidato consigliere nella lista Riccione Viva, più per “intrattenimento” che per competizione, ha raccolto la miseria di 11 voti. Trattasi di “atteggiamento vendicativo, come è proprio di questa maggioranza”, tuona Marco De Pascale, compagno di lotta di Severini con la maglia di Patto Civico, qualche voto in più del musicista (74 preferenze), che sostituisce i latitanti consiglieri di Pizzolante, Carlo Conti – già candidato Sindaco – e Fabio Ubaldi – passato in 3 anni per 3 maglie, manco fosse il Leo Messi della politica locale riccionese, da candidato Sindaco del Pd nel 2014 a rivoluzionario di Oltre durante il Governo Tosi Uno a delfino di Pizzolante in Patto Civico ora. Viene da sorridere perché per dodici edizioni dei “Corsi Internazionali di Alto perfezionamento”, meglio noti come Wind Academy, un po’ tutti se ne sono fregati di Severini e delle sue richieste di contributo, ora invece, tutta la minoranza fa quadrato intorno a una “risorsa della città”, hanno scoperto l’acqua calda.
Non si fa nulla tutto l’anno. Ma domani, 3 concerti alla stessa ora
Infine, i corsi di Severini si sono fatti, dal 28 agosto al 3 settembre, domani sera, ore 21,30, in Piazzale Ceccarini, si terrà anche il tradizionale “concerto finale di docenti e allievi dei corsi” (quello, in fondo, che giustifica il contributo pubblico). Nello stesso giorno, però, c’è anche, poco prima (ore 21) e pressappoco negli stessi luoghi (viale Ceccarini e viale Dante) la manifestazione “Pianofortissimo” – patrocinata dal Comune – e alla stessa ora (21,30) nelle vicinanze (Villa Franceschi) c’è un “concerto lirico”. Ora, dal momento che a Riccione, quanto a musica classica, non accade nulla per tutto l’anno e accade tutto in un solo giorno, le cose sono due: o in Comune vige la disorganizzazione più assoluta – probabile – o – ed è la tesi della minoranza – il fatale ‘accrocchio’ è stato concepito per picchiare agli stinchi la manifestazione del ‘nemico’ Severini. Ad ogni modo, la minoranza tutta, da ciò che resta del Pd a Patto Civico al Movimento 5 Stelle, in epoca di rimbambimento partitico – il fu candidato Sindaco dei ‘grillini’ cita perfino Andreotti, “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca” – fa massa intorno a Severini, dal momento che – lo ripeto, sembra la strofa di una lagnosa canzone di Baglioni – “la cultura non ha colore ed è il nutrimento dell’anima”. Tutti innamorati pazzi della musica classica, hanno organizzato una raccolta fondi per sostenere il concerto di Severini. Come, dove, quando? Il 14 settembre. Non si sa dove né a che ora né quanto si paga. Oggi è “importante dare un segnale politico, iniziare a lavorare per fare cose utili per Riccione, in una fase in cui la cultura riccionese pare accentrata nelle mani di Riccione Teatro e del suo direttore, Simone Bruscia”, dice Sabrina Vescovi, già candidato Sindaco del Pd. Sul punto la Vescovi può anche aver ragione – si è visto Bruscia in Villa Franceschi accompagnato da alcuni esperti d’arte: perché, per fare cosa, con quale incarico? – ma è nel metodo, ovvero nel manico, il difetto. Andare a fare un “apericena” per raccogliere soldi è il segno che alla fine la cultura finisce sempre lì, in un magna magna generale.
Se la minoranza ha davvero le palle…
E poi, perché limitarsi a Severini e non allargare lo sguardo, per aiutare le tante altre iniziative delle tante altre associazioni culturali riccionesi, trattate come dei paria? Il rischio è quello di fare lo stesso gioco di Madama Renata: tu ti ‘vendichi’ contro uno dei miei e io mi piglio la rivincita. Più che cultura, questa è rissa da osteria. Cosa bisognerebbe fare? Ad esempio, occuparsi dell’Istituto Musicale di Riccione, inopinatamente intitolato a un geniale clarinettista come Gaspare Tirincanti ma che… non ha corsi di strumenti a fiato. Nel 2015, con il vituperato – ma per certi versi illuminato – Giovanni Bezzi, presidente dell’Istituzione culturale ora defunta, costruimmo un progetto di rilancio dell’Istituto che aveva in Severini l’asso nella manica. Non se ne fece nulla. Sia per le bizze di Madama Renata, che non poteva soffrire Bezzi, sia per l’inconsistenza della minoranza di allora. Ora come ora, non mi pare che le cose, al di là delle belle intenzioni settembrine – “avremo altre occasioni per ritrovarci insieme”, dice la Vescovi, già, magari a una cena o a una colazione – siano mutate. Se la minoranza vuole davvero lavorare insieme e ha davvero gli attributi, dovrebbe costituirsi in una Associazione culturale trasversale. E partorire un programma, anno per anno, per la cultura alternativo a quello – al momento invisibile – del Comune. Per dare voce ai due terzi dei riccionesi che non hanno votato Renata Tosi. Per dare un segno politico vero e non strumentale: se il ‘pubblico’ è incapace a fare cultura, ci pensano i liberi cittadini. La cultura è troppo seria, d’altronde, per limitarla all’azione di un assessorato.
COMMENTI