Lavorano di più a Riccione e a Cattolica, senza vantare i documenti bibliografici (pazzeschi) della ‘Gambalunghiana’. Il Comune di Rimini, che spende&spande in eventi e mai in ‘servizi’, vuole rosolare i cittadini nell’ignoranza.
Il cartello mi schianta: 8-13
Scenetta estiva. Percorro il litorale Riccione-Rimini in bicicletta. Più del sole, mi attanaglia la folla. Vecchi, vecchi, vecchi, qualche giovanotto, carrozzine. Miramare e Bellariva sembrano un reparto di geriatria turistica. Faccio finta di fare il turista, m’inoltro in città, sbatto davanti alla Biblioteca ‘Gambalunghiana’. Devo cercare dei libri. E la ‘Gambalunghiana’ è la biblioteca più fornita del territorio, come si sa. Sbatto contro il cartello. Chiusa. Armo la bici, girovago verso piazza Tre Martiri, torno indietro. Forse ho sbagliato a leggere, forse è un abbaglio meridiano. No. Il cartello dice: “Orario estivo dal 10 luglio al 19 agosto 2017, da lunedì a sabato: 8-13”. Cinque ore di apertura e stop. Mezza giornata. Vergogna.
A Riccione e a Cattolica sono più civici e civili
Il giorno dopo l’incazzatura smaltisco il bollore. Riarmo la bici. Vado dall’altra parte, verso Sud, Riccione-Cattolica. Vivaddio una Biblioteca decente. Il lunedì apre dalle 14 alle 19,30; il sabato dalle 9,30 alle 12,30, tutti gli altri giorni dalle 9,30 alle 12,30 e poi dalle 14 alle 19,30. La cultura porta refrigerio all’estate più calda del millennio. D’altronde, anche la Biblioteca di Riccione, dove letteralmente non c’è nulla di letterariamente interessante, è più civica e civile di quella di Rimini. Il lunedì è aperta dalle 14 alle 18,45, il sabato dalle 9 alle 12,30, il martedì e il venerdì, addirittura, orario continuato dalle 9 alle 18,45. Incredibile: le Biblioteche di Cattolica e di Riccione non possono competere con la storia – e con i depositi bibliografici – della ‘Gambalunghiana’, eppure, lavorano di più, hanno un orario che tiene conto di chi, oltre al mare e alla piada, legge anche, sia maledetto il colto.
Una grande storia iniziata 400 anni fa. Dilapidata
La mia preoccupazione è doppia. Intanto, facciamo chiarezza: perché è così importante la Biblioteca intitolata ad Alessandro Gambalunga? Perché è la più antica Biblioteca civica – cioè, per tutti i cittadini; cioè, non ‘religiosa’ o accademica – d’Italia e probabilmente d’Europa. La Biblioteca, che possiede dei ‘pezzi’ bibliografici pazzeschi – un De civitate dei del 1470 “splendidamente miniato” e “il De claris mulieribus di Jacobus Philippus de Bergamo del 1497 (Ferrara, Lorenzo de’ Rossi), considerato il più bel libro illustrato del Quattrocento”, citandone un paio, del tutto a casaccio – e che custodisce una trentina di “fondi speciali”, tra cui il Fondo pubblicistica fascista, proveniente dalla biblioteca di Piero Baldini, “personaggio attivamente impegnato nelle organizzazioni fasciste ravennati, nonché combattente nelle campagne di Albania e Grecia ed aderente della Repubblica Sociale Italiana”, il Fondo Oriente asiatico, il cui “nucleo originario è costituito da una trentina di opere donate nel 1942 dall’archeologo e orientalista Giuseppe Tucci” e un Fondo letterario francese, acquisito “da una riccionese vissuta in Algeria, con il marito francese, negli anni fra le due guerre mondiali, ammonta a 1.297 volumi in lingua francese, editi prevalentemente fra il 1920 ed il 1940”, compie tra un anno e mezzo 400 anni di vita. In particolare, la Biblioteca diventa civica alla morte del Gambalunga, nel 1619, con Michele Moretti “administratore de’ suoi beni, et bibliotecario”, ma è nel 1617 che Gambalunga segnala nel testamento rogato a Pesaro dal notaio Simone Rossi che la biblioteca, alla sua morte, sarà aperta “a tutti li altri della città che volessero per tempo nelle […] stanze di detta mia casa andarsene a servire”. Aperta 400 anni a tutti i cittadini riminesi, oggi la Biblioteca è chiusa.
Vogliamo la Biblioteca aperta tutti i giorni dalle 9 alle 19. Con tante mostre dentro
Secondo fatto. Il Comune di Rimini spende&spande in eventi, mostre d’arte che piacciono solo all’Assessore alle arti, musica&cibo. Potrebbe mettere qualche soldo in più per rimpolpare il personale e tenere aperta la Biblioteca – che è un ‘servizio civico’, la ragione per cui paghiamo le tasse e paghiamo lo stipendio agli amministratori – proprio durante l’estate – quando il turista ha tempo per un libro oltre che per un gelato – almeno dalle 9 alle 19. Magari, puntellando la stagione estiva di micro-mostre che mettano in mostra i tesori bibliografici custoditi in ‘Gambalunga’. Invece, niente. Le cose sono tre:
1) Il Comune vive beato nell’ignoranza;
2) Il Comune sceglie deliberatamente di far vivere nella beata ignoranza i suoi cittadini – se pensi, si sa, sei un problema;
3) Al Comune frega nulla della Biblioteca Gambalunga, un vanto nazionale – che non gl’importi nulla, per altro, si sa dal 2009 almeno, cioè da quando manca lo straccio di un direttore in Biblioteca.
Chi si preoccupa di festeggiare degnamente i 400 anni della Biblioteca? Esiste un comitato scientifico per i festeggiamenti? Esiste il profilo minimo di un progetto? Ma Andrea II Gnassing sa che a Rimini c’è una Biblioteca?
Visto che la Giunta Gnassi II, vanità delle vanità, ha il problema dell’‘immagine’, lavoriamo sull’immagine. Siamo stufi dell’immagine di Rimini come porto perduto per vacanzieri che non possono permettersi Ibiza. Cari amministratori civici, a Rimini c’è ancora qualcuno che sfoglia i libri che non hanno le figure, che ama leggere, che vorrebbe studiare. Pigliate nota.
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