A piedi nel Borgo felliniano

A piedi nel Borgo felliniano

Godiamoci la pedonalizzazione di Biberius...

Quando a Rimini e dintorni il Carlino era il Carlino, unica e sola voce della opposizione, a fine anno Silvano Cardellini scriveva il pezzo che tutti aspettavano con trepidazione. L’importante non era il giudizio che l’ombroso Silvano dispensava ai potenti di turno, o presunti tali.
L’importante era esserci. Come al Paradiso non andavi per imbarcare. Al Paradiso l’importante era farsi vedere, fare la ruota come il pavone bevendo un whisky che Nadi della Taverna e Massimo del Quisisana ti avevano consigliato.
Ora la penna di Silvano non punge più, l’orgoglio è finito, e nessuno è in grado di fare classifiche e parlare di una città che ha nel bene e nel male un unico protagonista, Andrea Gnassi, l’Erasmo da Rimini.
Si apre un anno difficile per il Borgo Felliniano di Sigismondo.
Dopo Gnassi saran cassi, cantava Piero da Rimini e speriamo noi cattolici romani nella Madonna di Bonora e che i ponti sulla Mareccia e Conca reggano le impetuose e limacciose acque dei nostri poco amati fiumi, monitorati (sic!) con colpevole e delittuoso ritardo, da politici arruffoni e sorridenti.
Intanto godiamoci la pedonalizzazione di Biberius a dimostrazione che l’andare a piedi conviene a tutti, commercianti compresi.
L’unica vera rivoluzione sarà quella ambientale e le sardine di Bonaccini e co., avranno vita facile in una Regione dove l’agro-alimentare e il turismo ne fanno a livello europeo una eccellenza, e la Borgonzoni insegue la Grande Bellezza di Serena Grandi.
Rurali sempre.

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